Quando si parla di pesca in mare da terra, molti di noi non possono dimenticare la canna fissa, l’intramontabile attrezzo che ci ha accompagnato nei primi passi verso questa meravigliosa avventura. Ancora oggi, questo modello va per la maggiore e, dopo tutti i cambiamenti tecnici e l’evoluzione che ha subito l’attrezzatura da pesca in questi ultimi anni, vediamo cosa è successo e quali caratteristiche deve avere per essere
impiegato nelle tecniche di mare
Anche se la classica canna fissa è stata messa da parte, il suo fascino e il suo spazio nella pesca in mare c’è l’ha ancora e sono tanti i pescatori che amano tale attrezzo, il più semplice e difficile al tempo stesso. Bisogna considerare, infatti, che la preda e quindi il combattimento sono condizionati dalla lunghezza della canna stessa e quindi dalla lunghezza del filo montato, nonché dalle doti di flessibilità e d’azione della canna dato che non c’è frizione e qiuindi mulinello che possa aiutarci per contrastare la difesa del pesce.
Ma vediamo di entrare nell’universo della pesca con la canna fissa e cercare quella che più confà ai nostri gusti e alle nostre esigenze. Partiamo dal principio che difficilmente troveremo un attrezzo che possa garantirci tutto ciò che andiamo cercando; ad esempio, per che specie cerchiamo la fissa? Per i saraghi, per i cefali o per altre specie? E che tipo di montatura abbiamo intenzione di inserire: fili medi, sottili o sottilissimi? Ogni modello di canna ha una sua caratteristica che la rende valida per una o per l’altra situazione. Quindi ecco che si presenta il primo dilemma. Ma proseguiamo nel cammino cominciando dalla decisione più importante, ovvero dal tipo di azione che andiamo cercando. E’ risaputo che a seconda della conicità dei vari elementi che le compongono e in base al tipo e alla quantità del materiale con cui sono costruite, le canne hanno azioni differenti.
In genere sono tre: parabolica (praticamente scomparsa dal commercio), semi parabolica (di punta) e quella di punta. Le canne ad azione parabolica, permettevano di pescare con monofili ridotti, ma non stancavano il pesce. Per cui davanti a prede di taglia, la canna si fletteva fino a toccare l’acqua, ma il pesce non avvertiva granché resistenza e continuava la fuga verso il fondo; la conclusione scontata era sovente la rottura della lenza.
Ultimo aggiornamento 2024-12-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Le canne ad azione semiparabolica di punta, invece, grazie a questa proprietà, consentono sempre di pescare con lenze sottili e al tempo stesso, permettono di lavorare e quindi stancare il pesce.
Concludiamo con le canne ad azione di punta che permettono un’ulteriore velocizzazione dell’azione di pesca e quindi di cattura anche con prede decisamente più importanti.
La loro caratteristica è la rigidità della parte centrale e inferiore del fusto che cambia decisamente nel sottovetta e nella vetta.
Riprendiamo il tema della scelta, valutando ora le specie di pesce a cui vogliamo destinare la nostra fissa. Diamo per scontato i differenti comportamenti dei pinnuti e quindi le differenti montature, tecniche, esche eccetera da usare.
Per gli sparidi in genere saraghi e orate ad esempio, usando monofili di diametro intorno allo 0,18/0,25 avremo bisogno di canne potenti e elastiche, con un’azione semi parabolica di punta, mentre per i cefali in genere e in particolare per i mugginetti schiumaroli che raramente superano i due etti, si potranno impiegare canne leggere ad azione di punta, affidando la cattura alla risposta immediata della canna cioè alla prontezza dell’allamata piuttosto che all’elasticità e potenza dell’attrezzo. Per quest’ultima specie, bisogna considerare che dovremo usare monofili nell’ordine dello 0,06/0,08 se vogliamo vincere la loro diffidenza, inducendoli verso le nostre esche.
Tornando un passo indietro sui pesci più “importanti” anche se tutto ciò è relativo perché può essere una sfida pescare “semplici” schiumaroli, quando ci scontriamo con prede di taglia, abbiamo bisogno in assoluto di un monofilo che ci permetta tranquillità poiché, anche se la canna ci dà sicurezza, è il monofilo che potrebbe cedere.
Riepilogando, canna ad azione progressiva e che lavori estremamente bene nel sotto vetta; attenzione però, l’azione deve sempre essere proporzionata al monofilo. Mai troppo rigida perché causerebbe probabilmente la rottura del filo, né troppo morbida perché non permetterebbe di contrastare adeguatamente la preda e non potrebbe mai sollevare il pesce dall’acqua poiché si fletterebbe sotto il suo peso.
Il suggerimento sui materiali a cui dobbiamo mirare è il misto carbonio o un carbonio ad alta resistenza.