Chi pratica il surfcasting sa bene che un posto non vale l’altro. Il canalone o l’ultimo frangente sono sempre frequentati dai pesci, pertanto, in quei posti, è più facile catturare. Ma il mare, vicino a riva presenta mille aspetti e mille situazioni che variano continuamente e che possono essere individuate solo se si è in grado di vedere cosa succede sotto l’onda. Ecco il perché di questa guida.
Il Mediterraneo, è un bacino piccolo e senza significativi collegamenti con l’oceano e la marea è di scarsa rilevanza e quindi la risacca intesa come fenomeno ricorrente e periodico, non esiste. Le onde si generano in mare aperto grazie alla spinta del vento sulla superficie del mare. Le piccole increspature diventano presto delle vere e proprie onde, irregolari finché viaggiano sotto la spinta diretta del vento ma quando questo cessa si modellano, assumono una forma sinusoidale e viaggiano per lunghi spazi senza grosse perdite di energia.
In questo tragitto l’onda è quella ideale e se ne riconosce chiaramente il cavo e la cresta. Al suo interno è formata da tante particelle d’acqua che descrivono orbite regolari, uguali all’altezza dell’onda. Altre orbite sono descritte sotto la prima e sono via via più piccole man mano che si allontanano dalla superficie. Sul fondo non c’è segno del passaggio dell’onda. Questa regolarità viene meno appena l’onda si avvicina alla riva. Infatti il fondo si solleva e interagisce con la massa d’acqua causando sull’onda effetti di riflessione, rifrazione e diffrazione. Il che significa che quando le onde si avvicinano alla spiaggia vengono “respinte”, si incurvano per adattarsi ai fondali gradualmente emergenti e diffondono la loro energia al di là dei promontori rocciosi che si allungano in mare.
Gli effetti di rifrazione e diffrazione sono i più evidenti ed anche i più importanti. Infatti, il primo è quello che determina la tendenza delle onde a disporsi parallele alla spiaggia. Il secondo causa un moto ondoso anche nelle spiagge riparate dal vento per la presenza di rilievi e promontori. Quando la profondità dell’acqua è pari a circa 1,3 l’altezza dell’onda, questa diventa instabile e avvicinandosi a riva si rompe: ecco il frangente.
La zona più prossima alla riva è detta zona di battimento dei frangenti ed è un’area piuttosto caotica, dove il passaggio dell’onda modifica il fondo ed il fondo a sua volta modifica lo stato dell’onda. Ma soprattutto è la zona dove si registra ad opera delle onde un effettivo spostamento d’acqua. Tale spostamento determina un innalzamento del livello dell’acqua rispetto alla zona retrostante dove le onde sono ancora ordinate e si preparano a divenire frangenti. Vista di profilo la spiaggia sommersa si presenta con un fondo ondulato sopra il quale si può disegnare una corrente superficiale che dal largo si muove verso riva: è la corrente primaria.
La stessa, arrivata sul gradino di battigia inverte la direzione e prosegue, sul fondo in senso opposto: è la corrente secondaria. Delle due la seconda è certamente più importante perché scava sulla sabbia e tra i materiali di deriva, trasporta e deposita anche alcune forme viventi quali vermi, granchi, eccetera. Questi piccoli animali costituiscono il richiamo, la ricca pastura a portata dei pesci che frequentano quei fondali; in pratica è la base del surf.
Il compito del surfcaster è quello di individuare i punti con maggior concentrazione di pastura, perché quelli, verosimilmente, sono gli stessi a più alta concentrazione di pesci e quindi quelli dove lanciare le esche. In generale tutte le irregolarità del fondo costuituiscono un ostacolo alle correnti e quindi punti dove è maggiore l’impatto dell’acqua e la possibilità di scalzare una vongola oppure un verme. Di questi punti se ne possono individuare almeno tre: il canale lungo costa, il canalone e l’ultimo frangente.
Canale lungo gosta
Il canale lungo costa è un abbassamento del fondo parallelo alla battigia dove scorre un fiume d’acqua provocato in gran parte dall’effetto di rifrazione che subiscono le onde.
L’ampiezza di tale canale è determinato dalla zona apparentemente tranquilla, prossima alla riva, che precede guardando verso il largo, l’area caotica di battimento dei frangenti. Di norma è la zona preferita dalle spigole dove far pescare l’anguilla o il muggine vivo. Spesso però, molto spesso, anche i saraghi più grossi vengono in caccia in quest’area e così dicasi per le orate.
Canalone
Risulta essere un abbassamento del fondo che raccoglie la corrente lungo costa che viene indirizzata verso il largo più o meno perpendicolare alla riva.
Si tratta in pratica di una valvola di sfogo che tende a ripristinare il livello dell’acqua tra la zona di battimento dei frangenti e quella al largo. Anche in questo caso sono riconoscibili i limiti perché risulta come una scia apparentemente tranquilla accompagnata ai lati da un continuo biancheggiare di frangenti.
Tale tranquillità è giustificata dalla maggior profondità dell’acqua dove l’onda ha lo spazio sufficiente per ricomporsi e riavvicinarsi alla forma sinusoidale.
Si tratta di una zona privilegiata e ricca perché l’erosione del fondo e delle pareti del canale è regolare, continua e soprattutto senza turbolenza.
I pesci, mormore, saraghi, orate e altri ancora, stanno lì fermi, dalla riva verso il largo, controccorrente, ad aspettare che i vermi arrivino a tiro.
Ultimo frangente
La grande irregolarità del fondo della spiaggia sommersa è certamente il cosidetto
ultimo frangente. In realtà questo è solo l’effetto superficiale dell’irregolarità che più propriamente è rappresentata da un gradino sul fondo su cui sbatte e si rompe l’onda formando il frangente, appunto l’ultimo guardando dalla spiaggia. Nell’impatto l’onda produce un gran movimento di sabbia che corrisponde ad una gran quantità di animali messi in gioco. Purtroppo, la distanza dalla riva di questo mitico frangente è legata alla forza del mare ed alla profondità della spiaggia e comunque spesso risulta al di fuori della portata dei migliori lanciatori.