In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili per la pesca alla Spigola.
FAMIGLIA Serranidi
NOME SCIENTIFICO Morone labrax
DISTRIBUZIONE Mediterraneo – Atlantico
LUNGHEZZA MASSIMA 1 mt
PESO MASSIMO 12 Kg
LUNGHEZZA MINIMA CONSENTITA cm 23 (normativa nazionale) – cm 25 (normativa Regione Sardegna)
PESO MEDIO A
SPINNING 0,5 – 2 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI pesciolini finti 7 – 13 cm, anche snodati; colori: mugginetto – sardina (blu) cucchiaini ondulanti argentati (5 – 10 cm) – popper 5-11 cm – piumette – anguilline in silicone
DIAMETRO LENZA 0,25 – 0,30
STAGIONE tutto l’anno (ad eccezione dei mesi estivi)
ORARI alba e tramonto con mare calmo – tutto il giorno con mare mosso
CONDIZIONE MARE
IDEALI scaduta o mare formato
LUOGHI PER LO SPINNING coste rocciose basse – spiagge (preferibilmente in prossimità di foci) – porti
Affascinante e lunatica, elegante e imprevedibile, la spigola rimane per la maggior parte dei pescatori la “regina” dello spinning. In teoria la si può trovare, nel sottocosta, un po’ dappertutto (dai porti alle scogliere, dalle spiagge alle lagune salmastre), è presente tutto l’anno e può essere catturata praticamente con ogni esca (abbocca al verme come al calamaro, alla sardina, al vivo e alle esche artificiali) e con tutte le tecniche di pesca (dal surf casting alla traina, dal beach legering alla canna fissa). Nonostante tutto questo riuscire ad allarmare una spigola non è così semplice e la sua cattura ha sempre un non so che di affascinante. Sarà per la bontà delle carni, o per la sua diffidenza, o ancora per la sua imprevedibilità, ma forse non è necessario trovare giustificazioni al suo fascino: la nobiltà, anche sott’acqua, si avverte e basta e non ha bisogno di spiegazioni. Peccato solo che la sua combattività non sia adeguata al blasone; è forse l’unico difetto in un pesce così affascinante.
Nello spinning in mare la spigola è il pesce più ricercato e catturato, tanto che per molti lanciatori questa tecnica è intesa quasi esclusivamente alla cattura del prestigioso serranide; in effetti, in molte zone della penisola i “ragni” o “lupi” rappresentano la stragrande maggioranza delle prede a spinning dalla costa (almeno laddove i barracuda non sono ancora arrivati). La nostra “regina”, pur nella sua diffidenza, è un predatore vorace e aggressivo e manifesta spesso una grande curiosità per le esche artificiali; abbocca volentieri a minnow e altri artificiali che spesso attacca con maggiore interesse rispetto alle esche naturali e addirittura al vivo. Condizione essenziale per una buona probabilità di cattura è comunque la condizione del mare, che deve essere preferibilmente mosso o in scaduta; come altri predatori, la spigola predilige cacciare in mezzo alla schiuma o in acque torbide. Il suo istinto predatorio si scatena durante le mareggiate, ma anche durante i bruschi cambiamenti di pressione atmosferica, che percepisce con molte ore di anticipo: l’arrivo della bassa pressione è avvertito dalla spigola anche due giorni prima di una perturbazione. Ma la spigola è un cacciatore anche (o prevalentemente) notturno, quindi può essere insidiata con buone possibilità di successo di notte, ma sembra che i picchi di attività predatoria corrispondano con l’alba e il tramonto; in condizioni di mare calmo è quindi possibile avere buone possibilità di cattura in questi due momenti. Secondo la nostra esperienza sono produttivi in particolare gli istanti che seguono le primissime luci del giorno, quando ancora si fa fatica ad eseguire il nodo dell’artificiale, fino al sorgere del sole. Non avendo lunga esperienza di spinning notturno (abbiamo provato poche volte con risultati scoraggianti), non possiamo darvi consigli utili su questa tecnica; sappiamo, però, che alcuni colleghi lanciatori che frequentano i canali portuali e i moli hanno effettuato catture sorprendenti durante la notte con i minnow.
Tornando alle situazioni “diurne”, al primo posto tra le esche artificiali nelle preferenze della spigola vi sono proprio i pesciolini finti, nelle misure comprese tra 5 e 13 cm (nello spinning i minnow più usati sono in genere tra i 7 e gli 11 cm, per questioni di peso); tra i colori ottimo naturalmente il “mugginetto” (il cefalo è una delle prede naturali preferite), ma si sono dimostrati validi altri colori naturali (acciuga, con dorso blu) o di fantasia (testa rossa). I minnow possono essere sia monopezzo che snodati; questi ultimi devono essere recuperati più lentamente per non compromettere lo scodinzolio e si sono dimostrati molto catturanti nei confronti della “regina” anche in condizioni di mare poco mosso. Al secondo posto nella classifica degli artificiali per la spigola metteremmo senz’altro i cucchiaini ondulanti di buone dimensioni (7-10 cm) e di forma allungata (tra i migliori i Toby della Abu o le varie imitazioni in commercio, nelle misura di 20 e 28 gr) e colorazione argentata. Da lanciare direttamente senza zavorra, come i minnow, sono molto validi in condizioni di mare da poco mosso a mosso e in presenza di schiuma o torbidità. La loro elevata visibilità può essere l’arma vincente anche in situazioni di cielo cupo.
Come Pescare la Spigola
Ogni foce di un fiume o canale con acqua salmastra è l’Habitat naturale per il branzino, in questi siti vi sono moltissime specie di cui il branzino si nutre; gamberetti, granchi, cefaletti, guatti. Ad ogni calar del sole numerose imbarcazioni si dirigono nei posti migliori che sono le foci dei fiumi e ogni bricola del canale navigabile che porta in mare aperto, qui si può pescare anche da riva . La corrente all’inizio del canale scende molto lenta anche con forte marea crescente, più in avanti si va, più la marea farà sentire la sua forza. Il branzino in queste zone si prende con la marea in fella o molto debole, quindi staremo alla foce con i culmini delle fasi lunari e ci sposteremo più verso il mezzo del canale con le calme di marea. Esca principe è il gamberetto vivo, innescato per la parte finale della coda, il finale sarà del 0.20-0.22 e sarà della lunghezza di un metro, così daremo la possibilità al gamberetto di muoversi. Il galleggiante di 8 gr. con uno starlite di 4.5 mm. La passata dovrà rasentare le bricole dove è risaputo che i gamberetti stazionano nelle ore notturne in grande quantità, le mangiate si hanno con il gamberetto che scivola sul fondale mai in superficie. Molto simile è la pesca con il guatto che si differenzia soltanto nella ferrata che dovrà essere ritardata per dare tempo al branzino di ingoiare il guatto, il finale dovrà essere un po’ più grande perché il guatto vivo attrae branzini di taglia maggiore. Ottimo posto per catturare branzini di grossa taglia, con marea molto forte, in mezzo ai piloni dove si possono scorgere delle sagome enormi di branzini che attendono l’occasione buona per ghermire qualsiasi cosa gli passi davanti, facendo delle bollate incredibili. Oppure, ci posizioneremo sulle sponde e lanceremo dei rapalà testa rossa affondanti della misura di 11 cm proprio in mezzo ai piloni, recuperando velocemente. L’abboccata sarà potente e la ferrata immediata, dovremo portarlo immediatamente lontano dai piloni onde evitare la perdita assicurata, quindi non andiamo troppo sul sottile con i finali. Quando la marea è in fella si cambia completamente tecnica, usando una montatura con galleggiante come nella foto sotto e innescando un gamberetto. La passata sarà sempre a favore di corrente, le maggiori abboccate si avranno quando il galleggiante è a pochi metri dai pontili, nelle vicinanze della fascia luminosa dai fari posti sui marciapiedi.
Il branzino si cattura anche di giorno con i vermi di mare, coreani, vermi duri, granchi vivi, naturalmente bisognerà tener conto della poca voracità diurna di questo pesce, e la media delle catture varierà dai 3 etti ai 2 chili.
Altro discorso è la traina diurna con catture che superano anche gli 8 kg , con dei rapala testa rossa RH 11o13 o delle imitazioni di anguilline, o degli ondulanti di color argento, la velocità di traina andrà dai 4-5 nodi per i rapala e di 6-7 nodi per gli ondulanti fatti affondare da un affondatore o usando un piombo di 100 gr calcolando che a 6 nodi l’affondamento è di un metro per ogni 10 metri di lenza. Il periodo migliore va da settembre ai primi di ottobre, ma comunque è buona tutta l’estate. La taglia media è di circa 1.5 kg con catture non di rado di 3-4 kg. La traina nelle acque interne è vietata, si può pescare ancorati alla riva con una cima non superiore ai cinque metri o alla deriva, quest’ultima si adatta molto alla pesca con il cefaletto vivo, adottando una montatura molto simile a quella con l’innesto del guatto ma togliendo completamente il piombo lasciando che il cefalo vada ovunque, ci penserà il branzino ad attaccarlo voracemente.
Ecco 3 montature tipiche della pesca al branzino notturna e diurna; la prima viene usata esclusivamente di notte innescando un gamberetto vivo dal secondo anello partendo dalla coda, così facendo rimarrà vivo per molte passate, appena vediamo che la vitalità del gamberetto verrà meno lo cambieremo immediatamente. La seconda è valida di giorno e di notte innescando un guatto vivo, la potremo usare semplicemente come togna senza l’ausilio della canna con mulinello, il guatto viene innescato attraverso la bocca e l’abboccata del branzino verrà anticipata con un movimento frenetico del guatto che tenterà di allontanarsi dal suo cacciatore. La terza ha un impiego diurno e notturno la possiamo innescare con una corbola viva o scongelata oppure con dei granchi della grandezza di 2-4 cm innescati vivi dalla parte posteriore del guscio.
A volte le abitudini alimentari di un pesce possono mutare a seconda dell’habitat in cui si viene momentaneamente a trovare, nei vari periodi dell’anno, per fattori meteomarini particolari ed altro ancora. Vediamo come la spigola possa cambiare menù a seguito di certi fattori.
Sorniona, spesso noncurante, quasi sempre sospettosa e a volte stupida, la spigola può essere considerato un esempio di predatore dalle caratteristiche alimentari anomale e piuttosto varie. Lungo le coste della nostra penisola, fortunatamente, la sua diffusione è abbastanza costante, naturalmente esistono delle zone “privilegiate” dove la sua presenza è piuttosto massiccia ed altre dove facciamo fatica ad incontrarne qualcuna, ma un poco ovunque, lei, la regina, viene assiduamente tentata da tantissimi pescatori che adottano tecniche di pesca profondamente differenti da zona a zona, da stagione a stagione e che si adeguano alle varie condizioni meteomarine che via via possono presentarsi.
Quando pensiamo ad un predatore marino o terrestre che sia, si affacciano alla nostra memoria le tante scene viste nei documentari dove la preda fugge e l’aggressore la insegue, quasi sempre la raggiunge e la divora. La spigola però, probabilmente ha capito che l’inseguimento ad un altro pesce costa fatica e spreco di energie e così si è creata un parco alimentare molto, molto vario che la porta a comportarsi anche come le specie grufolatorie o necrofaghe (che si cibano di animali morti), comunque, il concetto di pesci predatori potrebbe essere esteso: pur essendo un dato scontato che alcuni di essi scavano nella sabbia, nel fango o frantumano le rocce alla ricerca di vermi, piccoli molluschi e crostacei è altrettanto vero che anch’essi si comportano con quest’ultimi come dei veri e propri predatori, a caccia di esseri viventi. E che dire, poi, delle pacifiche mormore catturate con le anguilline, pescando a fondo alla spigola? Oppure i quattro saraghi presi praticando lo spinning con un pesciolino finto da 5 cm? Molti fattori, soprattutto quello ambientale, possano apportare delle mutazioni nell’equilibrio comportamentale dei pesci e che alcune distinzioni caratteriali di molte specie, così care a tanti, possano essere riviste, allargando, decisamente, il nostro quadro di vedute.
Ma ritorniamo a sua Maestà. In Italia, la spigola si può pescare con moltissime esche: abbiamo un vasto parco di pesci-esca come mugginetti, latterini, salpette, sparlotti, ghiozzi, anguille, occhiatine seguito dai crostacei come il “mitico” gambero ed il granchietto, naturalmente vivi; ottimi, risultano essere, anche i piccoli cefalopodi come i calamaretti e le seppioline; un poco ovunque rende la sarda, sia intera che a filetto, ma anche i vermi rappresentano un’esca importante, tanto da risultare vincenti la dove altre falliscono.
La regina del mare, dunque, mangia anche i vermi che rappresentano, per lei, un gustoso e comodo cibo.
Naturalmente bisogna conoscere le abitudini alimentari locali della spigola per saper scegliere, tra i tantissimi anellidi che possiamo noi stessi raccogliere od acquistare quelli che, con buone probabilità, possano garantirci i migliori risultati. Un verme non vale l’altro e se uno di essi risultasse particolarmente catturante in una determinata stagione dell’anno non è detto che vada bene sempre e quali che siano anche le condizioni del mare. Bisogna, cioè, conoscere un poco le nostre esche prima di usarle, cercando anche di immaginare come si presentano quando sono in acqua, innescate su di un amo.
La prima cosa da notare è di quanto può essere importante i vermi che possono essere “scavati” direttamente nella zona di pesca; vi sono delle località italiane dove la proporzione di cattura tra le esche locali e quelle importate è di 1a 10. Come esempio possiamo citare: Gela, dove un particolare anellide, probabilmente una particolare specie di spirografo, può essere trovato spiaggiato e conservato sia sotto sale come congelato e che risulta essere micidiale per le spigole locali; a Napoli, o meglio alla foce del lago Fusaro risulta essere micidiale il “verme rosso”, una arenicola che viene scavata in loco e che surclassa, alla grande, tante altre esche. Di simili esempi ne potremmo trovare molti.
Arenicola
Tra i vari tipi di anellidi che possiamo procuraci con le nostre mani oppure acquistare a “peso d’oro”, forse qualche lira in più, c’è l’arenicola, un verme rosa-bruno, che raggiunge una quarantina di centimetri di lunghezza e pochi millimetri di diametro. ha la caratteristica di emanare un odore particolarmente attirante nei confronti di molti pinnuti. E’ particolarmente indicata nella pesca a fondo sui fondali sabbiosi e può essere impiegata sia in condizioni di mare calmo come leggermente mosso. Per ottenere un innesco efficace è opportuno realizzare un boccone ricco e voluminoso. L’esca può essere attaccata dai pescetti e sarebbe consigliabile impiegarla nei mesi in cui la minutaglia si dirada, se non si vuole riguardare l’innesco ogni pochi minuti.
Bibi
Durante le mareggiate, lungo molte spiagge italiane, possiamo trovare spiaggiati i bibi. In tali luoghi ed in quei momenti il bibi potrebbe diventare un’esca efficacissima per la spigola anche se di solito viene innescato per la pesca alle orate, ai saraghi, alle mormore. E’ sicuramente da preferire il prodotto fresco, meglio se vivo, rispetto al congelato ed innescato intero. A tale proposito andranno benissimo i bibi di piccola e media taglia. Trovare questa esca non è sempre facile, li possiamo acquistare a peso, in alcuni mercati ittici, oppure in confezioni da 5-6 pezzi, distribuite da una nota ditta importatrice di esca.
Americano o canadese
Il blood worm, verme di sangue, è conosciuto in Italia sotto i due nomi di americano o canadese pur trattandosi dello stesso anellide. Ha come caratteristica principale quella di lasciar fuoriuscire dei fiotti di sangue una volta che viene innescato. E’ appetito da molti pesci e tra questi anche dalla spigola. Dato l’alto indice di gradimento sarebbe opportuno far pescare la nostra esca su fondali non troppo frequentati da minutaglia che distruggerebbe sicuramente un così prezioso, sotto tutti i punti di vista, innesco. Le condizioni ideali di pesca si hanno con mare calmo o poco mosso, specialmente su fondali sabbiosi od in prossimità di qualche foce. E’ preferibile impiegarlo intero montandolo sull’amo con l’ausilio dell’apposito ago da innesco. Lo si può acquistare dai rivenditori di esche.
Coreano
Durante i mesi autunnali ed invernali possiamo praticare la pesca alle spigole innescando su di un amo del N° 8-10 un Coreano intero, appuntandolo appena per la testa. Il movimento e le dimensioni del verme, infatti, ricordano moltissimo la ceca, stadio giovanile dell’anguilla, di cui le spigole sono ghiottissime. I luoghi migliori di pesca sono le foci, le fiumare e l’interno dei porti. La tecnica di pesca si svolge prevalentemente in notturna e prevede l’uso di un galleggiante che fa stazionare l’esca alla profondità desiderata, questa di solito sarà compresa tra la superficie e mezz’acqua. Con tale metodo si possono ottenere dei risultati incredibili, basta localizzare la zona di passaggio delle ceche.
Cinese
Vale tutto quello detto per il koreano trattandosi, in pratica, dello stesso verme, quello che cambia è semplicemente la zona di raccolta.
Tremolina di fango
In foce, in laguna ed in molti canali è possibile raccogliere la tremolina scavando nel fango. Anch’essa è gradita in tali luoghi dalla spigola. Si tratta, però di un verme piuttosto piccolo, rispetto a quelli sin qui trattati, e di morbida consistenza. Viene presentato a fondo e montato a grappolo, innescando sullo stesso amo più esemplari. Ha il difetto di essere attaccata da moltissime specie ittiche ed in presenza di minutaglia, un innesco dura ben poco.
Inquinamento, prelievo intensivo ed altro hanno fatto in modo che la raccolta dei vermi esca non sia più come quella di una volta. Se vogliamo procurarci l’esca dobbiamo ricorrere ai rivenditori e spesso accontentarci di un prodotto qualitativamente non troppo soddisfacente. Tale problema si fa maggiormente sentire durante i mesi estivi quando la grande richiesta di esca, difficoltà di conservazione ed il caldo presente nei paesi di raccolta non giovano certo alla qualità del prodotto, che giunge nelle mani del pescatore 5 o 6 giorni dopo che è stato “pescato”. A non essere contenti non sono comunque solo i pescatori poiché anche i distributori, dai grossisti ai piccoli negozianti, dispiace offrire merce di non buona qualità poiché è una regola comune e logica che possa portare a perdite economiche.
Se ci pensiamo bene, poi, nel bilancio di ogni pescatore incide molto la voce esca, della quale, comunque non possiamo fare a meno.