In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili per la pesca al Barracuda.
FAMIGLIA Sfirenidi
NOME SCIENTIFICO Sphyraena viridensis
DISTRIBUZIONE Mediterraneo – Atlantico orientale
LUNGHEZZA MASSIMA 1,30 mt
PESO MASSIMO 12 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA cm 30
PESO MEDIO A SPINNING 1 – 3 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI
pesciolini finti 9 – 14 cm; colori: mugginetto in acque limpide – sgombro – testa rossa nella schiuma; in ogni caso tutte le colorazioni hanno dato buoni risultati – popper di buone dimensioni
DIAMETRO LENZA 0,30 – 0,35
STAGIONE primavera – autunno
ORARI tutto il giorno
CONDIZIONE MARE IDEALI scaduta o mare formato; mare calmo dopo una mareggiata
LUOGHI PER LO SPINNING coste rocciose – punte
Il barracuda mediterraneo è stato ed è ancora spesso confuso con il luccio di mare (Sphyraena sphyraena), molto più raro e privo delle caratteristiche bande scure verticali, del quale è parente strettissimo assieme al ben più noto barracuda tropicale appartenente allo stesso genere (Sphyraena barracuda); da quest’ultimo si differenzia per le dimensioni minori e per la diffusione limitata all’areale mediterraneo ed all’atlantico orientale. Il barracuda tropicale può raggiungere i 2 mt di lunghezza per 50 Kg di peso ed è diffusissimo in tutte le acque calde del globo, mentre il barracuda mediterraneo raggiunge al massimo i 10-12 Kg per una lunghezza di circa 1,30 mt (ma queste dimensioni si possono considerare eccezionali).
Per il resto le due specie sono praticamente identiche dal punto di vista morfologico e possono distinguersi praticamente solo dalla dentatura: pochi, conici e ben sviluppati i denti del barracuda tropicale, più numerosi e sottili quelli del b. nostrano.
Fino a una decina d’anni fa era praticamente sconosciuto sia ai pescatori professionisti che a quelli sportivi e la sua cattura era considerata rara ed occasionale; si sentiva parlare di qualche sporadico esemplare pescato dall’amico trainista o avvistato (con spavento!) da qualche subacqueo. Poi cominciarono le prime isolate catture a spinning (piccoli esemplari all’inizio, poi di dimensioni sempre maggiori) mentre giungevano, da più parti, notizie di avvistamenti sempre più frequenti.
Negli anni seguenti il barracuda mediterraneo ha aumentato la sua diffusione e in poco tempo ha surclassato la spigola nella classifica delle prede più catturate dal nostro club. La sua presenza, però, è ancora concentrata in alcune zone specifiche in modo che questa specie non è ancora molto conosciuta se non dai pescatori a spinning e a traina o dai subacquei che li pescano con una certa frequenza.
Il barracuda ha corpo allungato con dorso bruno verdastro che sfuma sul blu sui fianchi argentei, mentre il ventre è biancastro. Sui fianchi compaiono delle caratteristiche bande più scure; la testa è allungata con mandibola più lunga della mascella, i denti sottili e acuminati, adatti ad afferrare e trattenere la preda. Non ci risulta, peraltro, che faccia a pezzi la preda prima di ingoiarla: abbiamo spesso trovato pesci interi nel loro stomaco (in un grosso barracuda abbiamo trovato addirittura un’orata intera da mezzo chilo), quasi sempre ingeriti dalla coda, contrariamente alla spigola o al dentice che ingoiano le prede dalla testa. Il barracuda è un pesce velocissimo nelle brevi distanze (ma non molto resistente e questo nuoce alla sua combattività) e sorprende le sue prede in mezzo alla schiuma o dopo brevi inseguimenti in superficie.
Come molte altre specie di pesci è ermafrodito proterandro, quindi ogni barracuda è maschio fino ad una certa età per cambiare sesso. Non sappiamo con esattezza a quale dimensione avvenga l’inversione sessuale, senza’altro sotto il chilo di peso, infatti tutti gli esemplari catturati in primavera oltre tale peso erano ovati. La deposizione avviene a fine primavera. Le carni sono buone, per il loro elevato contenuto in fosforo e la loro digeribilità sono molto adatte ai bambini.
Molto vorace ed aggressivo e dotato di poca sospettosità, il barracuda nostrano è particolarmente sensibile al fascino delle esche artificiali. Queste caratteristiche, oltre al fatto di muoversi spesso in branchi numerosi e di avvicinarsi alla costa in periodi piuttosto lunghi, ne fanno un cliente perfetto per lo spinning. Attenzione, però, il giovanotto è di sano appetito quindi non presentategli stuzzichini come piumette, cucchiaini o altre esche da occhiate; il barracuda attacca volentieri soprattutto esche consistenti. I minnow sono di gran lunga gli artificiali più catturanti, anche di grosse dimensioni; consigliabili quelli di lunghezza compresa tra 9 e 14 cm, meglio se in legno duro (tipo Rapala Magnum) o in plastica resistente. Pesciolini più “teneri”, come quelli classici in balsa, possono risultare inutilizzabili dopo una sola abboccata. Tutti i colori sono ammessi, il barracuda non è per niente schizzinoso ed attacca anche esche dai colori più improbabili. Dobbiamo dire, peraltro, che gli esemplari più grossi hanno mostrato una certa preferenza per lo sgombro. Sono comunque valide tutte le colorazioni naturali che quelle di fantasia. I cucchiaini, anche di generose dimensioni, hanno dato risultati nettamente inferiori ed oltretutto offrono minori garanzie nella ferrata per la presenza di una sola ancoretta.
Come già riferito, il barracuda è un pesce pelagico che si avvicina alla costa in due momenti dell’anno: compare all’inizio della primavera, si trattiene fino a giugno inoltrato e scompare poi nei mesi più caldi ed affollati. Ricompare in autunno con un picco di presenze tra ottobre e novembre, ma ne abbiamo pescato anche a gennaio, nelle stagioni caratterizzate da elevata temperatura dell’acqua. Il barracuda andrà insidiato, pertanto, in questi due periodi, evitando luglio e agosto (che in ogni caso non sono mesi adatti allo spinning in genere) ed i mesi con le acque più fredde. Le coste rocciose ed in particolare le punte caratterizzate da buone correnti ed acque profonde sono i luoghi migliori per lo spinning. E’ spesso presente, però, anche in acque più basse, tant’è vero che in alcune zone condivide con la spigola il territorio di caccia: ci è capitato con una certa frequenza di pescare le due specie assieme. Come tutti i predatori, il barracuda preferisce cacciare nella schiuma; i momenti migliori sono quelli con mare in scaduta o con mare formato. Rispetto alla spigola, il luccio non ama invece le acque torbide e sporche.
Da rilevare che i branchi di barracuda si trattengono sotto costa anche dopo la scaduta: ci è capitato di pescare esemplari di buona taglia anche con mare perfettamente piatto e trasparente, sempre però dopo una consistente mareggiata. Al momento dell’abboccata, che avviene spesso sotto i nostri piedi, il barracuda può avere due comportamenti differenti: talvolta punta dritto verso il fondo in una fuga veloce ma mai troppo lunga (e in questo caso non è distinguibile da altri pesci), spesso invece cerca di liberarsi immediatamente delle ancorette con furiose testate o addirittura salti fuori dall’acqua; solo dopo questa prima sfuriata (durante la quale il pescatore non può far niente, cercare di ferrare può solo far rompere la lenza), che può concludersi con la liberazione della preda, il nostro barracuda compie la prima fuga. Similmente alla spigola, dopo le prime fughe verso il fondo, il barracuda affiora in superficie; questa ultima fase del combattimento non riserva, in genere, grosse difficoltà, ma talvolta gli esemplari più grossi tentano un’ultima fuga laterale verso gli scogli con il rischio che la lenza vada a sfregare sulle rocce con conseguente rottura. La combattività del barracuda non è molto elevata, ma il comportamento durante il recupero è molto variabile da preda a preda: abbiamo recuperato barracuda da oltre 3 Kg senza praticamente utilizzare la frizione, mentre ci è capitato di salpare esemplari da un chilo dopo un onorevole combattimento di vari minuti. Può anche capitare che il pesce si faccia trascinare a riva passivamente per poi sfoderare tutte le energie solo quando è a portata di raffio; questa è la situazione a maggior rischio di rottura della lenza.