Lo spinning in mare dalla costa non è una tecnica molto diffusa in Italia tanto che, le esche artificiali, sono utilizzate soprattutto per altre discipline praticate prevalentemente dalla barca. La colpa è del fatto che non si conosce bene tutta la gamma di possibilità che lo spinning può offrire a chi ama la costa, le lunghe camminate sulla battigia e gli incontri che si fanno lanciando a mare i nostri artificiali. Provare per credere.
Partiamo dal principio che, in linea di massima, l’attrezzatura da utilizzare per pescare a spinning in mare è la stessa per lo spinning in acque dolci e quindi non si deve sottostare a costi aggiuntivi o ricerche difficili e articolate per trovare canna mulinello o quantaltro serva per raggiungere il nostro scopo.
Lo spinning a mare dalla costa, è una tecnica che può essere praticata durante tutto l’intero arco dell’anno avendo a disposizione una molteplicità di specie ittiche che possono rincorrere, attaccare e abboccare ai nostri artificiali.
Vediamo adesso un calendario approssimativo di quelle che sono le prede da potere insidiare con lo spinning da riva durante l’anno, e quali sono i loro comportamenti ed artificiali preferiti. Oltre a queste specie, ce ne sono, tante altre, tra cui il dentice, la lampuga, la ricciola di branco, in sintesi, tutti i predatori che si avvicinano alla costa potrebbero essere delle nostre catture; non sorprendetevi quindi se oltre ai pesci, ci capiterà di pescare un cefalopode come il polpo o una seppia… anche loro sono predatori e questo è proprio il fascino dello spinning.
L’attrezzatura necessaria per iniziare
– due canne, possibilmente mono pezzo di 2 metri o poco più, di cui una per il lancio di siliconi e artificiali con un peso max di 10-15 grammi e un’altra che ci permetterà di lanciare artificiali che superano i 15grammi di peso.
– un mulinello con un rapporto di 5:1 con doppia bobina in cui, in una metteremo 150 metri di trecciato dello 0,16 o superiore che ci permetterà di affrontare pesci di discrete dimensioni, e nell’altra più piccola 100 metri di trecciato inferiore allo 0,16, per catture di piccole e medie dimensioni.
Se si vuole utilizzare il nylon al posto della treccia conviene optare per un prodotto non troppo elastico e neanche troppo rigido altrimenti nel primo caso si rischia di non sentire le toccate e non rispondere adeguatamente con una buona ferrata, nel secondo, invece, un filo troppo rigido risulteràdelicato al nodo e quindi farà aumentare il rischio di rompersi sulla ferrata.
– un gilet con tasche in cui poter mettere le scatole con i nostri artificiali.
– un paio di wader e un impermeabile (utili ma non indispensabili),
– un raffio o un coppo di discrete dimensioni; perfetto quello da barca ma con la rete a maglia larga per poter districare con facilità gli artificiali (sconsiglio l’uso di un guadino piccolo perché può capitare, che la preda sia più grande rispetto alla capienza del retino e, perdere un pesce perché non sappiamo come portarlo sulla riva diventerà un amaro ricordo per tutta la vita);
– una bobina di filo dello 0,28, una dello 0,50 e una dello 0,20 per finali,
– delle pinze per slamare… e via con i primi lanci.
Nelle sezioni seguenti troverete una breve panoramica sui pesci nella tabella sotto riportati, in particolare su quali siano i loro comportamenti, le tecniche di recupero e i tipi di artificiali preferiti
Specie | Periodo migliore | Dove cercarli | Tipo di artificiali |
Spigola | Tutto l’anno | Porti – spiagge – scogliere – canali | Minnows – siliconi – piume – ondulanti -cucchiaini |
Rombo | Gennaio- febbraio | Porti- spiagge | Siliconi – minnows – ondulanti |
Barracuda | Primavera – Autunnno | scogliere | Minnows |
Tracina | Tutto l’anno | Scogliere – spiaggia | Minnows – ondulanti |
Leccia | Autunno | Porti – scogliere | Minnows |
Aguglia | Estate-Autunno | Porti – spiagge – scogliere | Piume – minnows – cucchiaini |
Pesce serra | Primavera – Autunno | Porti – spiagge – scogliere | Minnows |
La spigola
Si trova lungo la costa, nascosta nelle rocce e negli anfratti, in attesa di una preda o se ne va a giro in cerca di cibo. La si può pescare sia dagli scogli, sia dalla spiaggia o nei canali. La riproduzione avviene in inverno ed è in questo momento che è più facile scontrarsi con esemplari di notevoli dimensioni. In linea di massima la spigola, essendo un pesce curioso, assale tutti i tipi di artificiali, ma il nostro consiglio è quello di utilizzare in mare aperto artificiali di tipo snodato e popper e in canale i siliconi. La grandezza degli artificiali sarà proporzionata al periodo in cui la si pesca, proprio a causa del variare delle sue dimensioni. In inverno è meglio utilizzare artificiali dai 12 centimetri in su.
Il recupero dell’artificiale, quando si pesca a mare aperto, non dovrà essere né troppo veloce né troppo lento, bisogna ricordarsi di dare il tempo alla spigola di vederlo, rincorrerlo e morderlo. Dovremo, in parole povere, riuscire ad imitare il più possibile il nuoto di un pesce vero. Per pescare la spigola in canale, con il silicone, possiamo sfruttare il moto dell’acqua, lanciando contro corrente l’artificiale e lasciandolo “camminare” mantenendo il filo sempre in tensione. Come finale andrà bene un metro circa di filo di nylon dello 0,28 max.
Il rombo
Risulta essere un pesce che vive su habitat fangosi e sabbiosi; andrà quindi cercato sul fondo con siliconi, minnow e ondulanti di medie dimensioni. Il modo più semplice e redditizio è proprio l’uso dei siliconi perché grazie all’innesco antialga avremmo meno rischio di afferrature con il fondale. Il recupero sarà lento in modo da dare al pesce il tempo necessario per attaccare. Attenzione perché a volte si pensa di aver incagliato ma in realtà potrebbe darsi che il rombo abbia mangiato e si sia repentinamente insabbiato o infilato tra le alghe. Questa specie assale con determinazione l’esca e grazie anche alla sua forma si difende con molta abilità puntando verso il basso. Il finale più idoneo è lo stesso della spigola.
Il barracuda
Non è presente in tutti mari della nostra penisola, ma solo in alcune regioni e viene insidiato principalmente con artificiali di superficie (anche di grosse dimensioni). Vanno bene quasi tutte le forme, ma meglio quelli in balsa o in plastica rigida a causa dell’aggressività del pesce e vanno recuperati a canna alta. La velocità di recupero sarà medio veloce. E la grandezza degli artificiali varierà dai 9 ai 14 centimetri a seconda della grandezza degli esemplari presenti in zona.
La tracina
Si trova nascosta nella sabbia o nelle roccie e si avvicina a riva nel periodo della riproduzione che va dalla primavera all’estate.
Risulta essere un pesce che fa vita di branco e capita occasionalmente di cattuararlo quando si pesca dagli scogli o dalla spiaggia a spigole utilizzando artificiali di medie e picccole dimensioni.
Quando incontriamo il branco, però, può diventare la svolta deecisiva di una battuta di pesca, riuscendo a farne una discreta quantità ed avere a fine giornata un bel cestino pieno di tracine.
Il recupero sarà medio veloce e continuo per tutto il percorso dell’artificiale. Inutile raccomandare la massima cautela nel “maneggiare” questo velenoso ed insidioso (ma gustosissimo) pesce.
Come finale andrà bene un metro circa di filo di nylon dello 0,20 max.
L’aguglia
Risulta essere un pesce di branco che si avvicina alla costa in primavera-estate durante il periodo della riproduzione.
La sua attività di caccia viene svolta soprattutto sulla superficie ed è quindi con l’uso di artificiali galleggianti che cercheremo di catturarla, evitando artificiali di grosse dimensioni. Durante l’ attacco si saprà difendere con molta energia e data la conformazione boccale è facile perderla. Indispensabile tenere sempre il filo in tensione durante il recupero.
La leccia
Risulta essere un pesce che da giovane vive in branco mentre da adulto vive da solo o in coppia. Si avvicina alla costa per riprodursi in primavera. Difficile da insidiare, ma non impossibile, raggiunge anche notevoli dimensioni. Se riusciamo ad allamare una leccia sarebbe meglio essere in due perché, date le sue dimensioni, avere qualcuno vicino che raffia o guadina il pesce potrebbe essere di grande importanza. Il recupero dell’artificiale sarà velocissimo e, date le dimensione che raggiungono gli esemplari che accostano, anche l’artificiale dovrà essere adeguato; benissimo vanno i popper. È importante avere in bobina non meno di 100 metri di filo e lasciare stancare il pesce impedendogli -se possibile di prendere troppo il largo. Per difendersi tenterà anche dei salti fuor d’acqua, quindi attenzione a non perdere il contatto diretto tra il pesce e la canna. Per non correre rischi, conviene usare un finale di nylon dello 0,50.
Il pesce serra
Voracissimo di ogni cosa che gli capita a tiro, insegue l’artificiale fin sotto i nostri piedi. Facile da individuare a mare perché si muove in branco, e quando il branco è in caccia vedremo l’acqua quasi in ebollizione. Assale l’artificiale con determinazione e per i serra di grossa mole il recupero dovrà essere veloce con piccole pause. Occorre un finale di nylon dello 0,50 senza cavetto d’acciaio perché, data la particolare “astuzia” delle prede di taglia, in presenza del cavetto, evitano “accuratamente” di attaccare. Per gli esemplari più piccoli, invece il recupero sarà a scatti veloci, aiutandoci con la canna che avrà una azione dura. In questo caso il finale di nylon sarà dello 0,28, lungo circa 1 metro e terminante con un cavetto d’acciaio di 10-15cm. Gli artificiali preferiti sono popper e minnow dai 7 ai 15 cm. Ma rendono molto bene anche le piume.