Quando si decide di dedicarci alla pesca degli ultimi saraghi rimasti vicino a terra dopo la migrazione autunnale, o delle spigole che sono più o meno stanziali tutto l’anno, si calano le lenze nelle acque profonde che bagnano i moli interni di un porto.
Occorre mettere mano ad una attrezzatura particolare. Come canna si userà una bolognese lunga dai sei agli otto metri e considerata la lunghezza, sarà costruita in materiali leggeri come il carbon-kevlar il boron o in altri simili. Sulla canna viene montato un mulinello leggero, con la bobina caricata con un buon nylon dello 018.
Il galleggiante deve essere un modello a sfera non zavorrato da due o tre grammi munito di antenna giallo rosso fluorescente, sostituibile con uno stilite piccolo in caso di pesca notturna.
Sotto al sughero un semplice cappio darà attacco al finale formato da 40-50 centimetri di monofilo super dello 0,12-0,15 (pesca diurna) e 0,15-0,18 (pesca notturna), il quale verrà armato con un amo cromato srorto Gamakatsu -serie 421 N- del numero 16-14, innescato con du o tre bigattini. La zavorra distribuita interamente al termine del filo di bobina, sarà composta da una mignorette del numero sei fermata subito sopra il cappio, da un’altra mignorette dello stesso numero fissata a circa quindici centimetri sopra la prima e infine da una torpille del numero nove (due grammi) stretta a quindici centimetri sopra la seconda.
Come si può vedere, si tratta di una piombatura bassa e morbida quanto basta per non allarmare il sarago sempre pieno di sospetto, nel momento cruciale dell’attacco all’esca,
la quale andrà presentata quasi a contatto del fondo.
Per inciso, aggiungo che con la stessa attrezzatura, può capitare di incocciare una di quelle spigolone che fanno tremare i polsi anche ai pescatori più esperti e conciati dalla salsedine.
Chi intende dedicarsi esclusivamente alla spigola, fermi restando tutti gli altri componenti dell’attrezzatura, deve sostituire il finale appena citato con un’altro composto da 40-50 centimetri nylon super dello 010-012, armato con un amo Gamakatsu -serie 401 N- del numero 18-20 innescato con un solo bigattino, oppure del numero 16 per un innesco formato da due o tre larvette.
Se invece come esca si preferisce usare un gambero vivo passato per l’estremità della coda, conviene montare un amo della stessa serie del numero 6-3.
Inoltre, per rendere la lenza ancora più morbida, la torpille e il primo pallino della zavorra, debbono essere spostati fin sotto il sughero, mentre la mignonette più bassa rimane sopra il cappio e deve essere calata fino a toccare il fondo. In questo modo il finale resterà a svolazzare vicino