Anche se molti pescatori credono di poterne fare a meno, il brumeggio è di importanza fondamentale ai fini del risultato di una giornata di pesca. Un buon “miscuglio” ha il pregio di richiamare sotto di noi i pesci desiderati e di provocare in essi una vera “attrazione fatale”.
Brumeggiare significa gettare in mare delle sostanze, di solito sfarinati aromatizzati, o alcune manciate di bagattini, oppure anche un impasto a base di pane comune, allo scopo di richiamare e trattenere nella zona di pesca il pesce da insidiare. Se si intende sollecitare le specie ittiche che vivono sul fondo o anche vicino a questo come saraghi, oratelle e mormore, conviene brumeggiare calando sul fondo alcuni mitili aperti, oppure dei ricci di mare divisi a metà, acquistati in pescheria.
I succhi che fuoriescono dai corpi di questi invertebrati, hanno il potere di richiamare i pesci delle vicinanze, che sono ben felici di abbuffarsi con questo pranzetto fuori programma. Se invece le eventuali prede sono pesci neritici (facenti parte il settore costiero compreso fra zero e duecento metri di profondità) che vivono vicino alla superficie come boghe, occhiate e anche saraghi, conviene passare a un richiamo più consistente. Questo in genere è composto da una certa dose di pane casalingo raffermo, inumidito con acqua, poi spremuto bene e passato almeno un paio di volte al passatutto domestico.
Fatto questo, si aromatizza il pane aggiungendo e mescolando bene due o tre etti di salamoia di acciughe o qualche etto di formaggio pecorino romano o sardo grattugiato finemente. In genere il brumeggio viene preparato a casa, per il trasporto conviene usare un contenitore ben chiuso (meglio se sigillato con un coperchio a vite), per evitare che i suoi effluvi impregnino il rivestimento interno in stoffa della carrozzeria, rendendo l’auto per un bel po’ di tempo simile come odore al banco di una pescheria in un caldo pomeriggio di agosto.
L’ideale di un buon brumeggio, sarebbe il poter spandere in acqua solamente l’odore della sostanza attirante. Questo però non è attuabile.
Perciò è molto importante che il brumeggio, sia suddiviso finemente (ed ecco il perché del passatutto), in modo che possa sollecitare l’appetito dei nostri amici senza però sfamarli, altrimenti trascurerebbero le esche che ricoprono gli ami. Prima di iniziare a pescare si gettano in acqua tre o quattro grosse palle di questo poco olente intruglio che, unito all’azione preventiva dei militi e dei ricci calati sul fondo, ha il compito di richiamare in zona i pesci delle vicinanze.
Ai fini del risultato, il brumeggio deve essere continuato calando in mare piccole palline di impasto per tutta la durata della pesca.
Quando però i pesci, ormai eccitati si scagliano a bocca aperta sui bocconi, in quella che viene definita “frenesia di cibo”, conviene cessare di brumeggiare per non distrarli dalle esche, tanto gentilmente offerte loro dai pescatori.