Dalla fine di aprile, all’autunno, la pesca a fondo dell’orata nella laguna e lungo la foce del Po di Levante offre ai pescatori l’occasione di ottenere copiose catture.
Fino a qualche anno fa si pensava che le orate facessero il loro ingresso in laguna solo in primavera, poi, qualche fortunato, ma bravo e costante pescatore ci ha fatto sapere che anche l’autunno regala abbondante presenza del pesce dedicato a Venere. A dir la verità le orate, non sono molto grandi e difficilmente superano i 450 grammi; tutto ciò, comunque, assicura un buon divertimento per chi utilizza monofili sottili e attrezzature leggere. L’orata è un pesce che tollera bene le variazioni brusche di salinità e specialmente in autunno preferisce le acque salmastre e le foci dei fiumi. Si nutre di anellidi, molluschi, crostacei e mitili e d’inverno ritorna prevalentemente in mare. Quelle che riescono a trovare un buon riparo nelle acque salmastre interne più profonde le ritroviamo già ad inizio primavera ben nutrite e pronte a dare, a chi le cattura, grandi soddisfazioni. Anche dal punto di vista alimentare le orate che vivono a lungo in laguna proprio perché si cibano in prevalenza di anellini e crostacei sono più delicate rispetto a quelle che si alimentano negli allevamenti di mitili.
L’ambiente ideale per le orate
Le orate, gioia e delizia di tutti i pescatori, si possono pescare a vari livelli di profondità a causa proprio della loro natura. Infatti, essendo pesci che amano pascolare, compiono giornalmente ampi giri sul territorio marino che ovviamente, cambia aspetto e profondità anche nel giro di poche decine di metri; dunque nel loro incedere incessante alla ricerca di cibo, possono passare dalla pietraia posta a due metri di profondità, al misto sabbia-scoglio sotto i cinquanta; dipende tutto da quello che cercano o da quello che trovano in determinati tratti di mare.
I periodi dell’anno in cui si riuniscono in branco corrispondono sempre all’accoppiamento (montone) e cambiano da luogo a luogo.
Ecco di seguito alcuni parametri da seguire per la cattura delle orate pescando dalla barca: il periodo dell’anno che dà il via alle… ostilità è settembre; i fondali migliori sono posti in una fascia di mare compresa fra i 10 ei 20 metri; i tratti di mare ad hoc sono le foci dei corsi d’acqua dolce, la vicinanza con allevamenti di cozze; i porti e le scogliere artificiali e naturali poste a protezione dei moli; i tratti di mare dove… qualcuno le ha già pescate. Anche se scontata, questa considerazione è da valutare attentamente, particolarmente dai neofiti.
Attacco all’esca
L’approccio all’esca è sempre guardingo e delicato ma dopo qualche attimo diventa scatenante e la ferrata deve essere pronta e penetrante. Le zone di pascolo prescelte dall’orata sono diverse per profondità e intensità della corrente. La più interessante (perché oltre all’orata capita di allamare mormore e qualche sarago maggiore) è la “testa” del molo foraneo di sinistra dove il gioco delle correnti ha prodotto una profondità di 8/9 metri circoscritta ad un diametro di 60 metri. Serve solo una certa perizia per ancorare il natante nella posizione che degrada e tale da scongiurare il rischio che un’onda anomala mandi il natante a sbattere rovinosamente sugli enormi massi.
Le zone di pesca
Altra zona di pesca da considerare a ridosso della foce, è quella compresa tra le boe che delimitano la navigazione pesante e il molo di destra. Altra ancora, lungo la massicciata a protezione dell’isola di Albarella e in particolare in corrispondenza di piccoli moli a pettine.
Infine il tratto di fiume che scorre tra lo Scano Cavallari e la laguna Marineta.
Per quanto riguarda lo stato delle acque, l’orata predilige acque correnti pulite, non inquinate, leggermente vorticose con fondali in declivio. Le fasi di marea favorevoli da considerare sono rappresentate dalle prime due ore e le ultime due ore di flusso e in fase di riflusso la seconda e terza ora.
Attrezzatura da pesca
Con il natante utilizzeremo canne da metri 2,70/3,00 preferibilmente in carbonio e vettino sensibile, con moderata azione di punta (Daiwa super boat ). Per il mulinello è sufficiente un Shimano 3000 SGTRB rapporto 5:1, imbobinato con monofilo Falcon Prestige dello 0,26 e per zavorra un piombo tecnico scorrevole di 25/30 grammi. Il finale rigorosamente in fluorcarbon: 0,205 Seaguar o 0,218 Falcon, avrà una lunghezza di circa 60 cm. a cui legheremo un amo Sakai n. 5 con doppio ardiglione sul gambo
L’azione di pesca
Come in quasi tutte le tecniche di pesca dalla barca, il metodo migliore per richiamare le orate è di stimolarle con la pasturazione. Ed ecco che si entra nello specifico; infatti, sarebbe importante far precedere l’uscita vera e propria da alcuni giorni di pasturazione (una settimana circa) preventiva della zona; come dire dovremo pian piano abituare le orate a mangiare a quella determinata ora, quella determinata esca, in quella determinata zona. Per essere sicuri di operare nello stesso piuttosto piccolo spazio di mare, potremmo affondare una pietra legata ad una cima legata a sua volta ad una boa o ad un galleggiante qualsiasi (bottiglie di plastica, polistirolo, eccetera). Ah! Stavo scordando che per la pesca alle orate, l’esca migliore sarà sempre quella che avremo usato per la pasturazione: sardina-sardine tritate; cozza cozze frantumate; granchio granchi frantumati e via scorrendo.