P come pescare, passione, perseveranza ma anche come pesce e come palamita. Ed è proprio di questo predatore
che mette a dura prove sia l’attrezzatura, sia la nostra abilità nel combattere, che parleremo. Iniziando da questo articolo cercheremo di capire i metodi per uscire vittoriosi, poiché, a volte, questa “bestiaccia”, non ne vuole proprio sapere di abbandonare sconfitta il ring.
La palamita (Sarda sarda) appartiene all’ordine dei perciformi e alla famiglia degli Scomberomoridi.Può raggiungere pesi superiori a dieci chilogrammi però nelle nostre acque questo accade assai difficilmente anche se ci auguriamo di essere smentiti al più presto. La tecnica più redditizia per pescarla è senza dubbio il lightdrifting, termine che ormai alle orecchie dei pescatori dalla barca non giunge nuovo. Spesso però tale tecnica, a scapito della sua elevata capacità di portare a lieto fine la maggior parte delle nostre battute di pesca, non viene svolta in tratti di mare adeguati come i cigli, i relitti o le zone particolarmente rocciose. Per questo motivo molti pescatori sfruttano al minimo le potenzialità di richiamo e di cattura che tale tecnica offre. Ma, come un ingegnere mette a punto alla perfezione il motore per il proprio pilota in ogni sua parte cercando di raggiungere la perfezione da un punto di vista di affidabilità e di velocità, noi non ci accontenteremo di illustrare una specifica tecnica per un’altrettanta precisa specie ittica, ma vi indicheremo dove mettere in pratica ciò che stiamo per dirvi e ciò che continueremo a dirvi in altre (molto prossime) occasioni. Secondo noi è importante che il calamento, l’esca e l’attrezzatura usata siano quelle giuste in ogni battuta di pesca, ma è altrettanto importante (e forse a volte lo è anche di più) calare le nostre esche dove esistano delle reali possibilità di cattura.
Lo Sperone di Vada
Senza ombra di dubbio Lo Sperone è una delle zone che in ogni periodo -privilegiando però i mesi della tarda primavera ed estivi- può garantire ad un pescatore che si affaccia anche per la prima volta al mondo del lightdrifting, ottime possibilità di catture, in questo caso di palamite, ma nei successivi articoli vi mostreremo che si possono insidiare specie anche di notevole valore come dentici, saraghi di ottima taglia, occhiate ed altre ancora. A causa della sua notevole estensione dire che lo sperone di Vada è una ottima zona di pesca è come dire secondo noi che in mare ci sono pesci, quindi dovrete calare la vostra esca dopo aver inserito nel G.P.S. e conseguentemente seguito il percorso calcolato dal navigatore satellitare queste precise coordinate: N. 43°20.960′ – E.010°17.620′
Ancoraggio
Quando sarete prossimi al raggiungere il punto indicato noterete sull’ecoscandaglio una repentina risalita del fondale che in pochi metri di navigazione passerà da un meno cinquanta ad un meno trenta-trentacinque metri di profondità.
Dovrete calare l’ancora logicamente dove vi indica il G.P.S. ma come riprova, il vostro ecoscandaglio
dovrà indicare una profondità che varia da un meno trentadue a un massimo di trentacinque metri di fondo.
Vi troverete così distanti dal ciglio circa trenta-quaranta metri.
Tecnica di Pesca
La pesca a Lightdrifting offre ad ogni pescatore la possibilità di sbizzarrirsi in fantasia costruttiva per quanto riguarda i terminali, cercando di realizzare il più idoneo per ogni singola battuta di pesca; non sempre, infatti, si possono riscontrare le stesse capacità catturanti. Noi vi consigliamo però di partire da un calamento classico (come descritto di seguito), costruito secondo criteri strettamente scelti in relazione alle condizioni del mare e in particolar modo alle condizioni della corrente del momento. Successivamente durante il corso della battuta dovremo variare la profondità di pesca e conseguentemente il diametro del finale, le dimensione dell’amo fino a raggiungere un terminale ottimale. Il calamento classico dovrà essere costruito seguendo questa procedura: inserite il filo madre, che non dovrà mai superare un diametro dello 0,35 o scendere sotto lo 0,28, all’interno prima di una perlina, la quale avrà la funzione di andare in battuta con il nodo di stop scorrevole costruito sul filo madre e successivamente di un galleggiante in polistirolo di forma sferica. Successivamente inserite una torpille di cinque grammi (la piombatura varia a seconda dell’intensità della corrente) e subito dopo un tubicino in gomma lungo tre-quattro centimetri. Fatto questo fermate la torpille con un semplice pallino di piombo e legate una girella al filo madre. Infine prendete come finale un metro-un metro e mezzo dello 0,25, trecciatelo per i primi dieci centimetri e unitelo alla girella. Come amo potete scegliere o un 4/0 a becco d’aquila o due ami del 5/0 legati in serie. Per quanto riguarda l’esca la tecnica di innesco e ancor di più la pastura preferiamo rimandare il tutto ad un successivo articolo poiché, secondo noi, questo argomento riveste un’importanza fondamentale.
Consigli Utili
Il calamento appena descritto è uno dei tanti che si possono costruire seguendo una logica semplice ma secondo noi basilare: l’esca dovrà lavorare e soltanto nella scia della pastura creata altrimenti perderemo soltanto del tempo.
Usate fili al flourocarbon; è vero che costano molto ma vi assicuriamo per questa tecnica di pesca danno veramente molte possibilità in più.