La mormora è, suo malgrado, il pesce più insidiato a surfcasting leggero, vuoi per la bontà delle carni, vuoi per la sua massiccia presenza su gran parte dei nostri litorali.
Abita e prolifica sulla sabbia ed ama le imboccature dei porti e le foci, che frequenta alla ricerca di anellidi, vermi e molluschi di cui si ciba.
La “caccia” da parte dei pescatori, è per la maggior parte da riva, ma in determinati periodi dell’anno, concomitanti con l’aumento delle persone in acqua e quindi di disturbo, si allontana un po’ dalla riva, quindi, ecco che viene insidiata anche dalla barca, con il metodo del bolentino a scarroccio.
Pesca di giorno
In genere dalla spiaggia si può pescare sempre anche se tra il giorno e la notte esiste una grandissima differenza.
Va considerato, infatti, che di giorno i pesci riescono ad individuare al meglio ami e fili. Per questo motivo dovremo sempre adottare fili sottili ed ami piccoli, considerando, in ogni caso, che l’acqua torbida può essere una nostra valida alleata.
Le nostre prede sono pesci che vivono sulla sabbia in gruppi abbastanza numerosi e, sempre tornando alle ore di luce, le postazioni migliori si trovano nell’Adriatico centrale, uno dei pochi posti dove le mormore -anche grosse- si catturano in piena luce. Anche in questo caso, l’esca migliore è l’arenicola, innescata su un amo non più grande dell’otto, legato ad un unico bracciolo lungo poco più di un metro e mezzo e del diametro dello 0,18.
Le canne
Per ottimizzare una battuta di pesca alle mormore sceglieremo un’attrezzatura leggera fatta di canne lunghe sui cinque metri, dotate di vettini ultra sensibili.
Questi pesci infatti, difficilmente ci faranno gioire con piegate decise, mostrando, invece, leggeri movimenti del cimino a cui seguirà, l’immobilità oppure, un allentamento della tensione del monofilo. Tanto dovrà bastare per farci capire che il pesce è già allamato. Esistono sul mercato anche canne da beachlegering con cimini intercambiabili in fibra, da usare con piombature leggere per la pesca a breve distanza, e in carbonio per zavorre fino a 100 grammi che consentono lunghi lanci e la garanzia di pescare anche in condizioni di mare mosso. Col mare calmo, in genere le mormore stazionano molto distanti dalla battigia, per cui, un’attrezzatura che permette lunghi lanci è indispensabile. Vista però l’imprevidibilità del nostro sparide, conviene sempre pescare con più attrezzi, cercando di sondare le fasce d’acqua vicine, intemedie e lontane.
Pesca di notte
La notte e il buio tolgono ai pesci buona parte della loro naturale diffidenza, e sarà questa la nostra carta vincente. Se poi oltre al buio ci sarà scaduta di mare, ecco che le difese delle mormore verranno ancora meno. Introducendo la tecnica di pesca notturna, però, la prima norma da osservare è quella di raggiungere la postazione con la luce. Ciò ci permetterà di osservare le caratteristiche del litorale ch ci faranno scegliere il “nostro” posto. I canaloni ad esempio, sono riconoscibili per la forma che prende il mare quando è mosso; ciò, traccia una chiara indicazione al profilo della spiaggia e questo sarà visibile solo con la luce del giorno. Anche un deposito di sassolini o di conchigliette è un buon segnale, che indica riflusso verso terra. In ogni caso, per decidere al meglio dove piazzare i picchetti occorre una vasta panoramica della zona.
I mulinelli e i terminali
Nella scelta dei mulinelli opteremo per modelli medio grandi in grado di contenere una una buona quantità di nylon e con una una buona fluidità e capacità di fuoriuscita e recupero. Ciò consentirà di effettuare lanci lunghi senza inconvenienti e tranquilli recuperi della preda. Considerando la taglia media delle mormore, caricheremo i nostri mulinelli con monofilo abbastanza sottile,
uno 0,25 di ultima generazione sarà sufficiente. Su questo legheremo uno shock leader del diametro intorno allo 0,40, in grado di sopportare grosse sollecitazioni anche con zavorre sui 100 grammi.
Il terminale sarà, lungo circa un metro e mezzo, realizzato monofilo super delllo 0’18, al quale legheremo un amo fine a gambo lungo del numero 6/8.
Trainetta in foce
La foce dei fiumi è per molte specie ittiche luogo di assembramento. Infatti, il fluire dei fiumi, porta cibo e, alo stesso tempo, smuove continuamente la sabbia portando allo scoperto tutti gli animaletti di cui i pesci si cibano. Per la pesca alle mormore in foce potremo adottare una tecnica statica che prevede l’uso del il tripode, oppure una pesca dinamica con la canna in mano, valida per i pescatori iperattivi che amano lanciare, aspettare un po’ e quindi recuperare. In pratica, una sorta di trainetta da terra. In questo caso, i piombi da inserire sulla zavorra saranno quelli specifici “chiodati” che, durante il recupero areranno il fondale smuovendolo, portando a tiro di morso i vermetti che si nascondono. Tutto ciò invoglierà le mormore a seguire il piombo e ad incontrare anche la nostra esca.
Quando i pesci sono lontani
Quando i pesci stazionano lontano dalla riva, è fondamentale riuscire ad effettuare buoni lanci. Per fare ciò, non basta solo la tecnica -se pur fondamemtale, ma bisogna essere supportati da attrezzatura adeguata, sfruttata nella maniera ottimale. Nel mulinello, ad esempio, deve esserci la giusta quantità di monofilo, quella dichiarata sulla bobina- e questo deve essere di un diametro sottile, in maniera che fuoriesca nel lancio nel miglior modo possibile. Il lancio è essenziale nella pesca dalla spiaggia. se non determinante. Non è sufficiente “mandare” l’esca a lavorare in acqua, bisogna inviarla là dove c’è il pesce o dove pensiamo che questo ci sia. Per questo bisogna essere padroni del mezzo, ovvero della canna; bisogna riuscire a sfruttarla al massimo. Ciò non lo si raggiunge subito, è bene quindi fare delle prove sulla terra ferma, cambiando modello e peso della zavorra e anche mulinello. Quando avremo preso la padronanza completa, avremo un ottimo punto a nostro vantaggio.