La mormora (Lithognathus mormyrus) vive sui fondali davanti alle nostre coste sabbiose sui quali trova i crostacei, i vermi e i molluschi, dei quali si ciba. Va da sé che qualsiasi essere di taglia adatta strisci sul fondo, oppure un movimento qualsiasi che faccia muovere la sabbia dallo stesso, le incuriosiscono e la inducono ad avvicinarsi… al punto, si spera, di farle abboccare.
Su questa sua abitudine, si basa l’intero sistema di pesca, che consiste nel lanciare e trattenere nel fondo sabbioso un boccone possibilmente vivo che attiri l’attenzione del pesce. Ho parlato di “lanciare”. Infatti le mormore non si avvicinano quasi mai a meno di cinquanta metri da terra e per raggiungere la zona dove sostano si deve lanciare l’esca almeno a questa distanza dalla battigia. L’attrezzatura necessaria è perciò quella da lancio, e la scelta della stessa dipende dall’ora del giorno e dalle condizioni del mare.
Questi pesci si possono insidiare durante tutto l’intero arco dell’anno. Però il periodo migliore è quello che va da tarda primavera fino ad autunno inoltrato. Ad inizio autunno, si raggiunge il clou per questa pesca tanto da terra quanto dalla barca e le mormore attaccano le esche sia durante la notte che nelle ore che seguono l’alba, e cessano la loro attività trofica al massimo alle 7,30 – 8,30 del mattino. Sarà bene precisare che, con mare mosso, è perfettamente inutile tentare la sorte. Invece durante il giorno, con il mare in scaduta avanzata e con acqua appena cupa, le mormore abboccano a qualsiasi boccone venga loro offerto. L’esca maggiormente gradita da questi sparidi, è il verme rosso di sabbia o arenicola che dir si voglia. Funzionano bene però anche, il cannolicchio e i salterelli coreani. I veri aficionados di questo pesce, preferiscono insidiarlo a fondo durante il giorno, in genere nelle prime ore del mattino, usando canne da lancio medio pesante o anche pesante, per portare le esche nella zona più promettente.
Logicamente anche i mulinelli da abbinare a questi attrezzi saranno quelli medio pesanti o pesanti. Se il lancio deve essere particolarmente lungo, la bobina sarà caricata con un nylon dello 0,30 fornito al termine di uno shock leader dello 0,50-0,60 lungo cinque o sei metri. In fondo al filo si infila un piombo scorrevole a palla o a cono da 80 – 100 grammi, il quale viene fermato solamente al di sotto da una girella con moschettone per l’attacco del finale.
Un tubicino di plastica posto fra piombo e girella funge da salva nodo. Il finale è formato da 100-150 centimetri di nylon super dello 0,25, ed è armato con il solito amo storto a filo fine del numero 6/8.
La toccata della mormora, in genere è unica e molte volte non viene avvertita. Questo perché dopo aver preso in bocca l’esca il pesce, avvertendo la resistenza del filo, si dirige dove questa è minore, cioè verso la canna, facendo allentare la lenza.
A questo punto non resta che recuperare il filo in eccesso, ferrare e portare in secco la preda.