Uno dei problemi che si pongono nella pesca a drifting è quello del sostentamento delle esche alle varie profondità. Il problema può essere risolto in vari modi ognuno dei quali presenta pregi e difetti. Vediamo assieme quali.
Palloncini
Il sistema più usato è quello dei dei palloncini gonfiati che possono essere annodati direttamente sulla lenza o meglio ancora collegati con un elastico. Sono ben visibili e più o meno gonfiati sostengono bene ogni tipo di piombatura; per contro a volte tendono a sgonfiarsi e specialmente quando è molto caldo possono scoppiare costringendoci a recuperare le lenze e ad effettuare una nuova calata. In caso di allamata scoppiano o si staccano dall’elastico e quindi non costituiscono alcun intralcio per il combattimento e il recupero della preda.
Bottiglie di plastica
Al posto del palloncino si può collegare alla lenza, sempre con un elastico, una bottiglietta di plastica trasparente di quelle da mezzo litro utilizzate per l’acqua minerale, sono poco visibili ma non si sgonfiano.
Quando il pesce abbocca l’elastico si sfila dalla bottiglia e la lenza è libera. Per ogni pesce lasceremo in mare una bottiglia di plastica e questo è il maggior inconveniente per chi come noi più di ogni altro dovrebbe avere a cuore il rispetto per l’ambiente.
Polistirolo
Alcuni usano delle tavolette di polistirolo espanso alle quali dopo aver praticato un incisione, avvolgono il filo. Sotto la trazione del pesce il polistirolo si spezza ed anche in questo caso la lenza si libera lasciando in mare i frammenti di questo materiale che purtroppo non č biodegradabile. Visto che tutti i sistemi che conoscevo presentavano qualche difetto, ho cercato di realizzare dei galleggianti che in qualche modo potessero eliminare o comunque ridurre certi inconvenienti. Dovevano essere ben visibili, sostenere anche piombature elevate, non essere di intralcio al combattimento, poter essere recuperati per essere riutilizzati e quindi non costituire fonte di inquinamento.
L’idea galleggiante
Dopo vari tentativi, spesso anche maldestri di cui vi risparmio il racconto, sono riuscito a mettere a punto un galleggiante che risponde ai requisiti che vi ho elencato e che funziona talmente bene che da alcuni anni č l’unico sistema che uso
Se avete la bontà e la pazienza di seguirmi, vi spiego come si costruisce e come funziona.
Vi occorreranno i seguenti materiali:
– 2 bottiglie di plastica trasparente che abbiano una rastrematura posta quasi al centro del corpo
– una bomboletta di vernice di colore fluorescente
– una bomboletta di schiuma espansa
– filo di acciaio inox di circa 1,5 mm
– una girella inox senza moschettone
– colla epossidica
i comincia tagliando con un trincetto le bottiglie; la prima dopo la rastrematura e la seconda subito dopo l’allargamento del collo in modo che le due mezze bottiglie possano incastrarsi tra loro dando forma al nostro galleggiante. Si verniciano quindi le due mezze bottiglie dalla parte interna dopodiché si incastrano tra loro incollandole con la colla epossidica; a questo punto per dare più robustezza al nostro galleggiante si inietta all’interno la schiuma espansa riempiendole per circa un terzo . Durante l’essiccamento la schiuma aumenterà di volume fino a fuoriuscire dai colli. Ad essiccamento avvenuto si taglia l’eccedenza e si avvitano i tappi non prima però di aver collegato ad uno di questi, tramite la girella, un grosso moschettone realizzato con il filo d’acciaio.
Come Utilizzarlo
Dopo aver calato alla profondità voluta si aggancia la lenza con il moschettone e si fissa la lenza con un elastico al collo libero del galleggiante facendo attenzione che una volta in pesca la parte con il moschettone rimanga rivolta verso l’alto. Quando il pesce allamato inizia la fuga , il galleggiante si sfila dall’elastico e torna sulla superficie attaccato alla lenza e grazie al grosso moschettone, potrà scorrere agevolmente lungo di essa fino ad essere recuperato assieme alla nostra preda per poi essere nuovamente adoperato.