Nella pesca dalla barca possiamo catturare, con tecniche assolutamente diverse, pesci di gran pregio come ad esempio i dentici oppure, se ci contentiamo, umili boghe. Nell’ambito delle pesche derivate dalla traina o la stessa traina, è venuto in soccorso dei meno esperti un pesce il serra, che ha nella propria ferocia un elemento connotativo, ma nel contempo la sua propensione ad attaccare tutto quanto si muove in acqua, lo rende vulnerabile.
Non ci dilunghiamo troppo su note biologiche riguardanti il pesce serra; ci basterà sapere che è uno dei pesci più aggressivi dei nostri mari e che la sua diffusione avviene in modo esponenziale. Lo si cattura anche da terra ma è la barca e la traina lenta la sua “morte”. In una giornata propizia trainando presso imboccature portuali, presso foci di acqua dolce o in qualsiasi altro posto dove è buona la concentrazione di possibili prede, sarà davvero difficile non superare i limiti stabiliti dal regolamento per la pesca sportiva e l’unico esemplare che superi i 5 chili non sarà evento troppo raro.
Alcune pregiudiziali nella pesca al serra dalla barca bisogna comunque considerarle. Innanzitutto la necessità di adottare una terminalistica che preveda per un tratto che superi l’esca utilizzata di almeno 10 centimetri, di cavetto metallico, sia esso quello termosaldante o spezzoni di monel da 20 libbre come qualcuno sta adottando. Seconda pregiudiziale è il tipo di amo; essendo il serra un pesce saltatore dovremo utilizzare ami tipo circle o almeno a curva molto accentuata verso il circolare in modo che abbia una buona presa nella bocca del pesce e mantenga la presa durante i salti e le capriole che è solito mettere in essere una volta al guinzaglio. Terza pregiudiziale sono le esche. Sono stati catturati pesci serra anche innescando arenicola alla ricerca di mormore ma ciò non deve farci allontanare da una certezza ossia che il pesce serra va ricercato o con esca viva trainata lentamente o anche con esca morta manovrata. Tra queste risulta molto comodo l’uso delle grosse aguglie che acquistate al mercato possono essere anche congelate ed utilizzate quando serve.
La montatura prevedrà l’utilizzo di un dispositivo dedicato, in vendita in quasi tutti i negozi di pesca, che danno all’aguglia morta un assetto molto simile alla viva. Ora viva o morta che sia l’aguglia o un altro pesce esca, dovremo utilizzare una montatura che preveda 2 o 3 ami a secondo della lunghezza dell’esca perché è molto facile, in caso di tratti liberi da ami, che il predone mutili giusto la parte libera da ami. Oltre l’aguglia altri pesci che possono dare ottimi risultati sono ovviamente il lucchetto di mare (per certi versi molto simile all’aguglia), il cefalo, il sugarello, la boga.. ma se sarà un’occhiata o una salpa, state certi che non sarà rifiutato. Si preferiscono esche allungate per il semplice motivo che procedono meglio in acqua.
Sulle attrezzature i virtuosi del serra utilizzano addirittura cannette da spinning da 4 – 6 lb. Su cui montano mulinelli di taglia media caricati con filo del 25, qualcuno anche del 22, e terminali in nylon da 10 lb. Ovviamente congiunti al già citato segmento metallico. E combattere un serra da 4, 5 chili con un’attrezzatura così leggera è un gran bel pescare. Un gruppo di amici della mia città preferisce utilizzare delle corte canne da spiaggia a ripartizione ( 12 piedi), delle 1 – 3 once, che consentono un maggiore controllo del pesce ed ovviamente una maggiore robustezza. Generalmente con queste modalità la pesca avviene con canna poggiata sul bordo dell’imbarcazione o addirittura canna in mano, pronti a ferrare all’attacco del pesce.
Il combattimento con un serra di taglia ha sempre dello spettacolare ed alla fine un ottimo guadino, a maglie molto robuste, ci consentirà di imbarcare il pesce. Sono da sconsigliare i guadini troppo sofisticati con maglie in sottilissimo nylon perché oltre a perdere il pesce potremmo ritrovarci anche con la sacca del guadino devastata.