Dato il suo aspetto veramente mostruoso il pesce sciabola più che appartenente ad una specie ittica sembra che sia appena uscito da un film di paura.
La sua dentatura da vero e proprio mostro degli abissi, i suoi occhi agghiaccianti che risaltano su quella livrea argentata, rispecchiano tutte quegli attributi che sono propri non ad un comunissimo quanto normale pesce che siamo soliti pescare, ma ad un vero e proprio mostro marino che al suo primo impatto fa nascere in noi una serie di domande del tipo: ma quale altre specie di pesci si possono catturare a tali profondità e di quante ancora non se ne conosce nemmeno l’esistenza?
Comunque questi sono tutti enigmi che preferiamo lasciare in sospeso dato che ci porterebbero ad una successione di discorsi che ci allontanerebbero del tutto dalla base di questo articolo cioè come catturare i pesci sciabola.
PROFONDITA’ E FONDO ROCCIOSO
Per questo tipo di pesca sono fondamentali due cose primo la zona di pesca, e questa non è certamente una novità, secondo il tipo di filo per imbobinare il mulinello; vedremo in seguito il motivo. Partiamo dalla zona di pesca. In linee generali il pesce sciabola si trova a profondità elevate e difficilmente si sposta se non in particolari zone del mediterraneo al di sopra dei settanta metri.
La zona di pesca che vi proponiamo si trova a circa dodici miglia dalla costa di Livorno. Sulle carte nautiche questa mira viene chiamata “Secchina” o “Secca di terra” ed è caratterizzata da una repentina ma quanto breve risalita del fondale che da una profondità di meno centoventidue metri arriva fino ad ottantotto per poi riscendere subito a centotrenta metri di fondo.
Comunque in questo caso per facilitarvi la ricerca preferiamo darvi le coordinate da inserire nel G.P.S in modo da trovare senza eccessivi problemi la zona desiderata; eccola: N 43°21.100’- E 010°08.750’ Una volta arrivati sulla zona di pesca dovremo ancorarci, e non è facile, in modo da pescare proprio sopra la secca quindi quando l’ecoscandaglio segnerà un fondale che oscilla tra gli ottantotto e i novantacinque metri, saremo sulla zona di pesca ideale.
ANNA, MULINELLO, FILO E TERMINALI
L’attrezzatura da utilizzare per la pesca al pesce sciabola dovrà essere caratterizzata dai seguenti aggettivi: robustezza e massima affidabilità. Le canne da bolentino medio-pesanti capaci di supportare e darci nello stesso tempo la possibilità di pescare con assoluta tranquillità usando anche zavorre fino a duecento grammi. Ottima secondo noi risulta la Deeper della Tecnofish canna molto potente capace di sollevare pesi considerevoli senza alcun tipo di rischio; anche la Olympus Prstige della Daps può soddisfare pienamente le nostre richieste.
Per quanto riguarda la scelta del mulinello da abbinare alla canna dovremo essere molto esigenti e dovrà avere le seguenti caratteristiche: grande capacita di tenuta di filo di qualsiasi diametro (ricordiamoci che si pesca a profondità abbastanza elevate), secondo una buona potenza di recupero senza che se ne danneggi la sua componentistica utilizzandolo anche in condizioni estreme. Massima attenzione dovremo avere nella scelta del monofilo da impobinare; noi vi consigliamo di utilizzare fili estremamente rigidi con totale assenza di memoria e di allungamento, capaci di trasmettere anche la benché minima vibrazione. Fra questi, il Fireline della Berkley fa proprio al caso nostro. risulterà un po’ caro nel prezzo ma vi assicuriamo che vale tutti i soldi che avete speso per acquistarlo.
COSTRUZIONE DEL TERMINALE
La costruzione del terminale sarà caratterizzato dall’utilizzo del cavetto d’acciaio in modo da poter controbattere senza particolari problemi la “mostruosa” dentatura del pesce sciabola. Prenderemo uno spezzone di filo dello 0.40 di diametro (almeno due metri) e faremo un primo nodo di stop sul trave e vi inseriremo in successione due perline, una girella e altre due perline; successivamente faremo un secondo nodo di stop sul filo madre. A questo punto trecceremo per i suoi primi dieci centimetri mezzo metro di filo dello 0.35 e lo legheremo a circa quindici centimetri di cavetto d’acciaio. Dovremo quindi legare il calamento appena costruito alla girella situata sul filo madre e inseriremo sul cavetto d’acciaio un primo amo ad occhiello. Successivamente inseriremo il secondo amo che fermeremo stringendo i due capi del cavetto con il classico tubetto.
Per quanto riguarda il fissaggio del secondo amo è preferibile farlo scorrevole in modo da poter meglio assecondare la distanza dei due ami in rapporto all’esca utilizzata. Per legare un amo scorrevole non dovremo fare altro che prendere dieci centimetro di filo di dacron (o della lenza del diametro dello 0.35) e legare l’amo sul cavetto come se lo legassimo normalmente a qualsiasi capo di terminale, quindi dovremo tagliare senza eccedere le due estremità di dacron e cosi avremo ottenuto un amo scorrevole e uno fisso senza ammattire più di tanto.