Per catturare fragolini di buone dimensioni non sempre è necessario allontanarsi dalla costa; a volte questo splendido sparide si può trovare anche a poche centinaia di metri dalla riva. Per questo, è sufficiente utilizzare piccole imbarcazioni, sfruttando al massimo la nostra esperienza che può superare -perché no- anche quella dei pescatori che usano barche da sogno.
Molte volte rimpiangiamo il fatto di non possedere imbarcazioni di buone dimensioni, le quali ci permetterebbero di raggiungere velocemente le zone di pesca ideali per la pratica del bolentino di profondità, consentendoci quindi “tante” catture, magari di notevoli dimensioni. A far aumentare il desiderio può capitare di imbattersi in pescatori, appena rientrati proprio da uscite a diverse miglia dalla costa, molto soddisfatti della loro giornata e, tra il pescato, spesso fa spicco quella rosea carne che testimonia la presenza dei fragolini… che anche a noi piacerebbe tanto pescare. Ebbene, se la visione di questi eventi, fa immediatamente aumentare la voglia di emulazione, dovremo cercare una soluzione ai problemi di “trasporto” sopra esposti, provando magari a sfruttare al massimo le possibilità delle nostre (modeste) imbarcazioni e della conoscenza -più o meno approfondita- della fascia costiera dove vorremmo “operare”. Quello che stiamo cercando, infatti, non sempre si trova in luoghi irraggiungibili e i nostri desiderati “lampi rosa”, a volte, sono proprio lì a due passi dalla costa, magari non siamo mai andati a pescarli perché non credevamo possibile fare delle buone catture relativamente vicino a terra e invece a volte… non è proprio così. Noi di Pesca e Nautica abbiamo effettuato una serie di uscite in mare a Castiglioncello (volevamo essere sicuri di quello che scriveremo), mirate alla cattura di qualche bel fragolino in una zona a poche centinaia di metri dalla costa e i risultati -come vedrete- sono stati più che soddisfacenti.
La zona di pesca che stiamo per illustrarvi si trova davanti (precisamente pochi metri dopo) alla splendida baia del Quercetano a Castiglioncello nota località turistica situata tra Livorno e Cecina. Per raggiungere il tratto di mare in questione, ideale per un bolentino leggero mirato alla cattura di qualche fragolino, dovrete (se siete possessori di un GPS) inserire queste coordinate: 43°24.959′ nord 010°23.762′ Est, conseguentemente seguire il tracciato calcolato dal satellite e vi troverete sul luogo di pesca. Mentre se non possedete questo strumento di ricerca satellitare non disperate poiché abbiamo una soluzione anche a questo tipo di problema
Dovrete, infatti, seguire questi punti di riferimento
1- procedete con l’imbarcazione in direzione Livorno in modo da oltrepassare la baia del Quercetano fino a raggiungere una villa di colore marrone scuro situata proprio sulla costa. Per essere ancora più precisi, potete contare in sequenza cinque abitazioni, sempre situate a picco sul mare, partendo da una villa di forma geometrica arrotondata di colore bianco (è impossibile non notarla) edificata subito dopo la baia del Quercetano.
2- Una volta raggiunta la villa desiderata dovrete allontanarvi dalla costa perpendicolarmente ad essa in modo tale da mettervi in asse con la punta del pontile di Vada. Questo secondo metodo logicamente non sarà preciso come il navigatore satellitare ma può consentire a tutti di raggiungere questo ottimo posto per la pesca al fragolino.
Come ancorarsi
Prima però di parlare di tecnica di pesca ed esche da utilizzare per questa specie ittica, preferiamo soffermarci su un punto non di secondaria importanza: l’ancoraggio dell’imbarcazione. Il parago fragolino è uno sparide che predilige fondali misti sabbia-fango ed è consuetudine insidiarli facendo scarrocciare l’imbarcazione seguendo la direzione della corrente. Ma nel nostro caso specifico essendo la zona ideale di pesca molto limitata, consigliamo -una volta raggiunta la postazione- di ancorarsi con l’ausilio di due “ferri”, seguendo la seguente procedura:
1) Una volta arrivati sulla zona da noi indicata nel precedente articolo, dovrete soffermarvi in modo da capire la direzione della corrente, conseguentemente dovrete calare la prima ancora a prua procedere in retromarcia calando venti-venticinque metri di cima in modo da creare un angolo retto (o quasi) tra la direzione della corrente e la cima calata.
2) Dopo aver ceduto la cima necessaria calerete a poppa la seconda ancora. Fatto ciò ricupererete dieci quindici metri di cima dell’ancora di prua in modo da far ancorare l’ancora calata a poppa e di mettere in tensione le due cime. Il risultato che dovrete ottenere calando un’ancora sia a prua sia a poppa, dovrà essere una perfetta stabilità in pesca dell’imbarcazione che permetterà di pescare sempre nella stessa zona utilizzando più canne senza alcun tipo di problema.
Tecnica di Pesca
Il Fragolino che andiamo ad insidiare ha una dimensione che oscilla tra i 200 e i 300 grammi massimo, raramente potrà raggiungere i 500.
Quindi vi consigliamo di utilizzare canne da bolentino leggero abbinate a mulinelli di medie dimensioni, imbobinati con un buon 0.20/0.22. Fondamentali -ma nello stesso tempo facili nella loro realizzazione- sono i calamenti da utilizzare.
Noi ve ne consigliamo due tipi, utilizzati proprio durante le nostre battute di pesca mirate alla cattura del parago fragolino
Finale piombo scorrevole
Forse il più facile da realizzare e anche il più catturante è il classico calamento con piombo scorrevole. Per realizzarlo dovrete prendere un piombo di forma sferica o piatta a seconda della conformazione del substrato. Una volta fatto passare il filo madre all’interno del piombo dovrete inserire uno stop di gomma (lungo 5/8 cm) o un “rosario” formato da perle alternate a piccoli tubetti di silicone lunghi tre millimetri. Successivamente non dovrete far altro che legarvi un girella del numero18. Il finale vero e proprio dovrà esser realizzato con un ottimo 0.16-0.18 lungo un metro e trecciato per quindici centimetri.
Finale a doppio amo con piombo scorrevole
Questo tipo di terminale ha il vantaggio rispetto al primo di pescare o con la stessa esca o con esche diverse a due altezze differenti. La sua realizzazione è leggermente più complicata rispetto alla precedente. Basterà fare un nodo sul filo madre, inserire quindi una perlina in modo che essa vada in battuta sul nodo di stop. Inserite quindi la classica girella (del numero 18) poi una seconda perlina e quindi fate il successivo nodo di stop sul trave. Poi dovrete prendere 35 cm di filo dello 0.16, lo trecciate per i primi 15 e andrete a legarlo alla girella. Fatta questa prima operazione dovrete distanziare il secondo nodo di stop realizzato sul filo madre con il terzo nodo di un metro circa. Quindi una volta realizzato il terzo nodo farete passare una o più perline, il piombo e un “rosario” finale formato da perline alternate a tubicini di silicone lunghi 3 mm. Infine legherete la classica girella sempre del numero 18. Come finale vero e proprio andrete a usare lo stesso filo utilizzato per il primo bracciolo e anche in questo caso dovrà essere trecciato nei primi 10 cm, e dovrà avere una lunghezza
di 70 cm.
Ami ed esche
Per quanto riguarda l’amo da utilizzare dovrete sempre sceglierlo in rapporto all’esca che utilizzerete per la vostra battuta di pesca. Noi vi consigliamo di portarvi sempre due scatole di arenicola una di verme americano e se avete tempo da spendere, qualche gamberetto vivo che si è dimostrato l’esca risolutiva in molte occasioni. Quindi se userete come esca l’arenicola dovrete utilizzare un amo a filo sottile e della misura del numero 8. Se utilizzerete invece come esca il verme americano andrà più che bene un amo del 6 a gambo lungo. Mentre se la vostra scelta opta per il gambero vivo un amo del 10 a filo sottile formerà un’accoppiata quasi sicuramente vincente.