Prua al vento, il fiocco fileggia, la randa al centro, motore in moto. Ma cosa è successo, si chiedono i componenti dell’equipaggio che se ne stavano tranquillamente a prendere il sole cullati dalle onde nel magico silenzio della navigazione a vela? Seguitemi, lo vedremo insieme: aspettatevi delle sorprese.
I due nel pozzetto sanno benissimo quali sono le manovre da compiere quando il cicalino del mulinello a tamburo fischia come un dannato! Ha abboccato un bel pesce, sarà probabilmente un tonnetto sui dieci chili che, se catturato, ricompenserà l’interruzione forzata del rilassamento generale dell’equipaggio che naviga con un cabinato a vela. E sì, è proprio vero, con la barca a vela si può anche pescare e la peculiarità del natante non crea impedimenti insormontabili a questa attività. E’ sufficiente prestare un po’ di attenzione e dotarsi di alcuni accessori che possono facilitare alcune manovre che il velista deve compiere nella veste di pescatore.
Quando la costa si trova a qualche decina di miglia e la profondità si misura in centinaia di metri, la tecnica di pesca utilizzata è la traina. Una o due canne, possibilmente del tipo stand-up da 50 – 80 libbre collocate in due alloggiamenti sul pulpito di poppa fanno benissimo allo scopo. La velocità ottimale è tra 5 e 7 nodi, il vento non superiore a 15, è indifferente che si navighi a vela o a motore. Con due canne è indispensabile che le lenze peschino a profondità diverse tra loro, la barca a vela per difficoltà oggettive segue una rotta meno rettilinea di una barca a motore. L’esca è artificiale, vanno benissimo i Rapala affondanti con 300 – 500 grammi di piombo complessivi distribuiti in due o tre punti e gli ormai famosi artificiali colorati giapponesi per la pesca a galla. Per l’artificiale affondante l’uso della lenza “Monel” ha dato ottimi risultati. Particolare attenzione deve essere rivolta alla messa in acqua del minnow affondante, se la manovra viene effettuata con barca in movimento. E’ molto importante che una volta calato resti sott’acqua, dato che un salto può imbrogliare la lenza nelle ancorine con conseguente cattivo funzionamento. Al momento della ferrata va ridotta gradualmente la velocità a circa due nodi. E’ indispensabile indossare la pancierina, dato che il recupero del pesce viene fatto in piedi, anche l’uso della cintura di sicurezza può non essere superfluo, in particolare quando il mare è mosso. Per garantirsi un agevole raffiatura della preda è utile accessoriare la barca con una plancetta che viene fissata saldamente sullo specchio di poppa (vedi foto). Uno degli inconvenienti per la pesca dalla barca a vela è la distanza che separa il pescatore dall’acqua e la plancetta può agilmente dimezzarla. Questa piccola piattaforma è molto adatta ad altre tecniche di pesca o semplicemente alla pulitura del pesce.
Risulta essere utile sapere che a secco di vele la deriva causata dal vento sul natante è molto più lenta di quella delle barche a motore per la resistenza al movimento trasversale offerta dalla chiglia. In varie condizioni di vento e di mare può essere superfluo l’uso di ancora di fondo o galleggiante, un vantaggio che può essere sfruttato ad esempio, per la pesca con bolentino di profondità. Le soste in rada offrono al pescatore tutti i vantaggi che possono derivare dall’avere un’abitazione “sull’acqua”. La pesca con galleggiante è intuitivamente la più semplice. Canna 4 – 5 metri max con mulinello. Per la pesca a fondo è indispensabile impedire l’inevitabile rotazione della barca ormeggiata con la sola ancora di prua mediante una cima legata a terra oppure con una seconda ancora filata da poppa. Occhio alle sartie (cavi di acciaio che tengono dritto l’albero) durante i lanci, naturalmente! Le occhiate, che nelle rade ben ridossate vivono quasi in simbiosi con i diportisti nautici, possono essere facili prede. Disponendo di un “tender” le occhiate ed i muggini possono essere catturati con i nattelli (galleggianti derivanti per la pesca a galla) recuperati con affannosi inseguimenti dopo l’abbocco. La pesca con i palamiti effettuata direttamente dalla barca a vela necessita di particolare attenzione ed abilità di manovra (vedi foto). Solitamente il recupero della lenza è più agevole a marcia indietro ed in questa condizione la barca a vela non risponde prontamente agli spostamenti del timone. Da evitare pertanto a breve distanza dalla costa o in presenza di secche, specialmente con vento e mare mosso. Da non dimenticare che questo fantastico mezzo di trasporto può portarci molto più lontano delle barche a motore ed i pescatori sanno bene cosa significa.