La tecnica della pesca a bolentino ha sicuramente subito tali evoluzioni al punto da stravolgere proprio il significato del termine. Si intende correttamente per bolentino una lenza calata in mare dalla barca, armata di uno o più ami e recuperata a mano.
A continuare a praticare il bolentino a mano con le modalità sopra descritte sono rimasti coloro che così hanno iniziato e non intendono riconoscere i progressi della tecnica, qualche consapevole nostalgico e coloro che proprio non vogliono guardarsi intorno.
Effettivamente a rifletterci la vera rivoluzione nella pesca sono stati i nylon, e parlo di tutte le tecniche. Vorrei vedere oggi una spigola da 5 chili tirata su a bolognese con uno 0.12 cosa ne farebbe di un crine di cavallo! Nel moderno bolentino ci coadiuviamo di una serie di attrezzi che facilitano l’azione di pesca. Abbiamo visto gli avvolgi lenza di grosse dimensioni in plastica, poi i salpa bolentino manuali, poi quelli elettrici, poi ancora mulinelli e canne abilitati alla tecnica al punto che i più sportivi, per profondità non eccessive utilizzano grossi mulinelli, quelli da surf, magari caricati con centinaia di metri di multifibra (altra vera rivoluzione per tale tecnica) e canne mutuate dalla stessa tecnica da riva in due pezzi.
Le corte cannette da 150 cm. o poco più in fibra di vetro pieno sono state sostituite da canne in carbonio leggere, potenti e resistenti.
Arriviamo a punte di canne da 5 metri utilizzate in Adriatico per la pesca dai barconi che è sempre un’evoluzione del bolentino.
Poi l’elettronica ha fornito nuovi utilissimi complementi per memorizzare poste fertili, per leggere il fondo alla ricerca di branchi di pesci… insomma del classico bolentino quello che a noi resta è la costruzione di terminali dedicati, la scelta delle esche e la capacità di mettere a frutto tutti gli ausili di cui possiamo disporre.
Comunque qualsiasi sia la tecnica applicata al bolentino, resta il grande fascino del mare intorno a noi e di un abisso a cui affidiamo le nostre speranze di cattura. Ancora nelle foto d’apertura possiamo osservare un grosso occhione catturata sulla secca dei Candelieri.
Probabilmente questi pesci sarebbero stati irraggiungibili utilizzando il bolentino a mano in quanto per portare le nostre esche a più di 200 metri di profondità sarebbe stato necessario qualche piombo da chilo, ma per manovrare senza tagliarci le mani il “bolentino” avremmo dovuto usare diametri elevatissimi. Insomma utilizziamo delle attrezzature a nostra disposizione tutto quanto può facilitarci l’azione di pesca con la raccomandazione di tentare almeno di metterci una buona dose di fattore uomo… altrimenti tutto elettrico, magari anche segnalatori che danno il via al recupero, braccio rotante che ci porta il pesce in barca… e dove è più lo sfizio?
Bolentino a profondità abissali
L’evoluzione del bolentino ha portato ad una tecnica che non può più definirsi come tale; infatti, per la sua pratica occorrono attrezzi elettronici sofisticati, terminali particolari, attrezzatura pescante ad hoc e, principalmente, una barca di grandi dimensioni che permetta in velocità e sicurezza il raggiungimento di poste a grande distanza dalla costa. Ciò premesso, il risultato finale è spesso esaltante in quanto ripaga con pescate eccezionali a base di occhioni, cernie enormi eccetera.
In questi casi, il supporto del GPS e della cartografia elettronica è fondamentale anche per la ricerca e il raggiungimento dei fondali idonei. Il bolentino di profondità ha preso campo e chi possiede una imbarcazione con le caratteristiche citate, si dedica a questa pratica, non solo per i risultati, ma anche per il gusto della scoperta. Non ci scordiamo, infatti, che le batimetriche dove normalmente si opera superano sovente i 500 metri. Da qui si capisce la difficoltà di centrare il territrorio marino scelto, che può variare completamente anche nel giro di poche decine di metri.
Terminali per media e grande profondità
Lenza dedicata ai pesci di fondo come scorfani, sciarrani, saraghi. Il trave è costituito generalmente da monofilo del 30. I braccioli saranno di lunghezza e diametro contenuto
Lenza da utilizzare per la pesca sui relitti a profondità superiori ai 50 metri fino a 150. Il bracciolo inferiore sarà il più lungo alla ricerca del colpaccio che potrà essere rappresentato da una grossa gallinella, da uno scorfano e magari qualche cerniotta.