Le mormore sono fra gli sparidi più presenti del Mediterraneo; malgrado questo, non è comune la loro cattura con uno degli strumenti da pesca più tradizionali dei nostri mari, il palamito.
Le mormore si muovono in branchi sui fondali sabbiosi e bassi soprattutto vicino agli scogli, in cerca dei microrganismi che costituiscono il loro cibo. Le possiamo trovare anche in acque salmastre, in zone vicino a foce di fiumi di acqua dolce dove si spingono sempre alla ricerca del loro nutrimento. Questi pesci si rendono facilmente visibili ai subacquei, specie nei mesi di settembre, ottobre e metà novembre quando le mormore tornano a frequentare gli stessi tratti di mare dove avevano depositato le uova. All’inizio dell’estate il palamito è uno dei più sistemi più semplici per la cattura delle mormore, calato nei luoghi dove l’esperienza degli anni suggerisce un nuovo loro passaggio. E’ quindi anche quello che vi suggeriamo noi perché è molto divertente e permette di sfruttare al massimo le possibilità di cattura. Le mormore sono dei pesci con abitudini gregarie, che rispettano anche orari abbastanza ripetitivi. Le troviamo in branchi numerosi sin dalle prime ore del mattino e fino alle ore più calde della giornata. Poi al calar del sole si spostano nelle coste alte, specie quando la giornate non sono ventose ed il mare è tranquillo. Di notte, poi, quando l’acqua sui fondi bassi non è più calda, esse preferiscono dirigersi verso il largo, allontanandosi dalla riva. Possiamo calare il palamito di giorno o di notte, basta rispettare le “mosse” del pesce. Se capita la giornata giusta (quando si è calato il palamito di giorno), si può avere la fortuna di trovare allamate anche delle orate che arricchiranno e abbelliranno il nostro carniere. Ma, come abbiamo detto, essendo un pesce la cui cattura è abbastanza facile, si può andare anche in altre ore del giorno. Ricordiamoci, allora, di usare un’esca adatta. Le esche e la tecnica Con il palamito calato nelle prime ore del mattino e tirato su nel primo pomeriggio, è bene usare il bibi o il fasolare, che sono fra le esche più resistenti facilmente reperibili al mercato del pesce o nei negozi specializzati. Di notte, invece, conviene usare il cannolicchio. Un altro accorgimento importante è quello di non salpare il palamito tutto assieme una volta individuato il branco, facendosi prendere dall’euforia di tirare su tutto e subito. E’ meglio scorrere il trave lentamente, lasciandolo sul posto e procedendo con la barca, tranquillamente a remi. Si toglie il pesce che ha abboccato e si reinnesca immediatamente, ripassando quindi ogni mezz’ora circa. Nel fare questa operazione molte volte in brevi periodi, i braccioli del palamito tendono a deteriorarsi, pertanto, conviene portarsi sempre dietro dei ricambi precedentemente costruiti.
Come accennato precedentemente, le mormore amano tornare nelle zone pascolo, e lì resteranno fino al cambio della luna. In quel tratto di mare potremo allora sbizzarrirci a calare il palamito sia di giorno che di notte. I risultati non mancheranno. Inoltre, anche se per un qualche motivo, questi sparidi dovessero muoversi dalla zona dove solitamente stazionano, stiamo certi che non si allontaneranno più di tanto e continueranno a pascolare in un tratto di mare più ampio. Non scordiamoci le fasi lunari in cui si sono ottenuti i migliori risultati annotando, inoltre, anche le condizioni meteorologiche del giorno. E’ molto probabile che con situazioni analoghe di luna e di tempo i risultati siano altrettanto soddisfacenti. Di norma, le condizioni migliori, sono un mare calmo e dalla luna piena, comunque crescente. In luglio, nell’alto Tirreno, le condizioni favorevoli sono ampliate dal fatto che le mormore in questo mese depositano le uova e quindi, si portano maggiormente alla ricerca di cibo in vicinanza della costa. E’ sempre in questo periodo che possiamo trovare mormore di notevoli dimensioni (anche un chilogrammo di peso) e, avere la gradita sorpresa di tirare una mormora ad ogni amo… senza farci troppo la bocca però! La costruzione del palamito La costruzione del palamito deve tener conto di vari fattori, il primo dei quali relativo all’apparato boccale piuttosto piccolo della mormora; di conseguenza il filo che useremo nella costruzione deve essere assai sottile e con ami di piccole dimensioni. L’armatura, in questo senso, si differenzia da altri palamiti leggeri. Teniamo anche presente che poiché le mormore amano pascolare sul fondo, è necessario fare dei braccioli piuttosto lunghi.
Per la costruzione di un palamito di 100 ami occorre nylon del diametro dello 0.60 per la madre e dello 0.35 per i braccioli; ami numero 2315 ritorti. Cominciamo col disporre il capo della matassa di filo nella cassetta per due metri e mezzo; prepariamo quindi i braccioli della lunghezza di metri 1.30 ciascuno, distanziandoli l’uno dall’altro ancora di due metri e mezzo. Si prosegue così per 10 braccioli. Quindi inseriamo un peso di 200 grammi circa, sempre mantenendo i braccioli a due metri e mezzo di distanza. Questo perché la mormora, una volta che ha abboccato, tende a venire a galla portando in sospensione anche altre esche e non facendo, quindi, svolgere appieno la funzione ai restanti braccioli. Il filo usato per la zavorra può avere anche un diametro maggiore. Andrà bene lo 0.40, ma dovrà essere più corto degli altri braccioli con le esche (lunghezza consigliata 50 cm). Si procede in questo modo fino all’esaurimento di tutti i braccioli per ottenere un palamito lungo circa 100 metri, che dovrà essere risposto nella cassetta di legno apposita con molto attenzione, riservando nella stessa un alloggiamento apposito per i piombi in modo da tenerli distanziati dal resto.