In questa guida spieghiamo come scegliere il monofilo per surfcasting.
I monofili appartengono a quella categoria di elementi indispensabili per la pesca, al pari di amo ed esca. Se poi parliamo di pesca al lancio, ovvero il surfcasting, allora l’elemento è anche di quelli più consumati.
Come Scegliere Monofilo per Surfcasting
Il surfcasting, tanto per citare una tecnica a caso, piuttosto seguita in Sardegna, è la specialità che sottopone il nylon, materiale comunemente usato per fare le lenze, ad un grande stress. Di qui la necessità di individuare il prodotto con le caratteristiche più idonee per ottimizzarne l’uso. E’ vero che le lenze vanno divise in lenze per mulinello e lenze per terminali, ma è altrettanto vero che il consumo e quindi la spesa è da riferirsi soprattutto per la lenza del mulinello. D’altra parte le caratteristiche dei monofili per terminali incidono sensibilmente sul risultato di pesca e quindi, anche se in termini numerici non esiste il confronto, anche queste nell’economia generale dell’attività hanno una grossa importanza. Tutte comunque non sfuggono ad alcune regole elementari che ne allungano la vita. La prima è quella risciacquare il filo ogni volta che viene immerso in acqua di mare. La seconda è quella di non esporlo più del necessario alla luce ed alle variazioni di temperatura e umidità (le scatole servono anche per questo). La terza è quella di evitare le lenze impolverate, segno di lunga permanenza negli scaffali del rivenditore. Lenze per mulinello Il nylon, lo ripetiamo, è il materiale che il mondo intero utilizza per la costruzione delle lenze e nel surfcasting se ne fa grande uso. Ultimamente è vero, la base di questo materiale viene arricchita attraverso procedimenti chimici e fisici di grande fantasia per diversi fini. Vedi appunto i fili siliconati, al carbonio, al fluoro, ma anche semplicemente colorati, di giallo oppure di bianco, ad esempio. Quindi anche se generalmente si parla di nylon, spesso ci riferiamo a monofili costruiti con tecnologie avanzate e sofisticate. Da che mondo è mondo la caratteristica più ostentata del nylon è il carico di rottura, ossia il valore espresso in chili oltre il quale, un filo sottoposto a trazione, si spezza. Questo valore è importante perché indica la resistenza del filo alla trazione e quindi la capacità di vincere il combattimento con una grossa preda. Il filo per il mulinello deve essere morbido e senza memoria per creare meno attriti durante il lancio, ma queste caratteristiche non si combinano con la necessità di un alto carico di rottura. Il surfcaster provetto però dovrebbe trovare nell’elasticità della canna e nella frizione del mulinello gli strumenti adatti a garantire l’integrità del filo, e scoprire quindi che il parametro più importante è il diametro del nylon ed in particolare la regolarità della sezione. Il problema fondamentale infatti è quello di determinare il diametro minimo del filo utilizzabile, cosa che oggi si riesce a fare grazie alla produzione di fili calibrati i quali assicurano un’uniformità di diametro eccezionale e obbligano i costruttori a pubblicare dati reali e non gonfiati.
Ma siamo proprio certi che quanto leggiamo corrisponda a verità? Ovviamente non mi riferisco a giornali o altre pubblicazioni ma a quanto ad esempio, nel nostro caso, è riportato sulle etichette dei monofili. Il discorso andrebbe allargato ad altro, tipo il range dipotenza delle canne, ma per questa volta soffermiamoci sui monofili sia da bobina che da finale per cercare insieme di capirci qualche cosa in più.
Lo scorso anno su di un prestigioso catalogo di pesca notai l’incongruenza tra i carichi di rottura riportati sull’etichetta di alcuni monofili e quanto invece riportato sulle tabelle riassuntive. Tanto per capirci, e la documentazione è ancora in mio possesso, diciamo che per un diametro del 25 del filo alfa erano segnati 5 chili mentre nella tabella riassuntiva dei vari diametri dello stesso filo alfa per quello stesso diametro erano riportati 10 chili. Roba da non crederci anche per il prestigio del catalogo in oggetto. Allora partiamo da una constatazione ossia che nel nostro paese non c’è alcun Ente che tuteli i consumatori nell’ambito della pesca sportiva e spesso c’è la rincorsa a chi la spara più grossa. Ma noi fessi non siamo e possiamo almeno difenderci. Nella maniacalità che mi distingue sono solito testare quanto ci viene venduto come oro colato. Con metodi sicuramente non precisi al massimo testai un vecchio filo made in Japan con etichetta giapponese e per un diametro dello 0.23 (risultato alla misurazione 0.234 quindi accettabilissimo) avevo un carico di rottura di 6 libbre ossia circa 2, 8 chili. La prova confermò abbastanza fedelmente quanto dichiarato in etichetta.
Poi presi un blasonato e costoso filo, con etichetta nostrana ed i 7 chili riportati in etichetta distavano anni luce della rottura avvenuta intorno a valori molto più bassi (meno del 50%). Allora senza cercare il pelo dell’uovo quello che noi possiamo fare per avere un buon prodotto è accertarci che lo scarto di diametro tra quanto dichiarato e quanto da noi verificato non sia superiore ad un 3% ossia un 30 che non ancora utilizzato è un 31 è accettabile, ma se è 32 non lo è più, al massimo potremo prendere nota della misura reale e segnarlo sulla bobina, tenendo conto che specie nel surf casting il filo dopo l’uso tende leggermente e diminuire di diametro.
Le tolleranze, più scendiamo di diametro, più devono essere ridotte; infatti 2 centesimi per un sottilissimo 0.14 ci portano proprio ad un diametro di uso diverso, 0.16 e lo scarto è superiore al 13%. Non potendo verificarli i carichi di rottura dichiarati cerchiamo di ignorarli.
Teniamo presente che un buon filo da mulinello deve essere estremamente flessuoso ossia non avere memoria, deve essere di diametrocostante, per cui effettueremo varie misurazioni, dovrà essere ad elasticità limitata e possedere una buona tenuta al nodo.
Per i carichi le prove saranno empiriche ed effettuate su di uno spezzone di circa un metro di filo.
Con dei guanti da lavoro terremo le due estremità per verificare se si rompe con un piccolo sforzo o se resiste.
Possedendo dei dinamometri potremmo effettuare prove più veritiere. Un monofilo da finale deve avere diametri assolutamente fedeli e ce ne sono vedi ad esempio l’ottimo Super Hard Carbon della Falcon fedele al centesimo, deve come quello citato avere doti di invisibilità, pertanto preferiremo i fluorocarbonati, buona tenuta al nodo elasticità contenuta e carichi congrui al diametro; diciamo che per uno 0.20 in fluorocarbon 3 chili reali sono già un buon valore. Poi esistono i fili in fluorite ossia nylon ricopre da in rivestimento in fluoro che li rende meno visibili.
Uno dei capostipiti sempre della Falcon è il Prestige che davvero da molti anni fornisce a noi pescatori ottime prestazione. Del resto la longevità sul mercato di un monofilo dipende anche dalla qualità del prodotto. Ultimo filo in fluorite della Falcon è il Planet che unisce alle doti di affidabilità anche una buona economicità.
Ma è proprio necessario utilizzare fili in fluorocarbon per il confezionamento di finali?
A mio avviso, se non sempre, spesso.
Un filo ad alta invisibilità è quasi pregiudiziale per la pesca alle orate, non che in passato con fili tradizionali non se ne catturassero ma oggi possiamo usare ad esempio un rassicurante 0.28 al posto di un meno resistente 0.22.
Poi Fluorocarbon e Fluorite garantiscono una maggiore resistenza al fastidio di gritte e parassiti vari e già con un buon 0.20 possiamo evitare treccina sull’amo che servono quando la presenza di granchi è infestante ma che comunque appesantiscono il tratto a contatto con il boccone del nostro finale. Spero di essere stato chiaro. Sappiate che i fluorocarbonati, specie di prima generazione, hanno carichi di rottura reali abbastanza bassi, per cui laddove il mare fosse di quelli proprio urlanti, obiettivo spigolone, allora un rassicurante bracciolo di diametro adeguato tipo il Falcon Prestige (che è ricoperto oltretutto al fluoro) non ci farà rimpiangere alcun fluorocarbon.
Insomma servono tutti ma che siano buoni ed onesti.
Prezzi Monofilo per Surfcasting
Per concludere, proponiamo una lista dei monofilo per surfcasting con i relativi prezzi.
- MT 1000, Silicon line: il contenuto di silicone permette di ottenere un filato più morbido ed impermeabile
- No memory: privo di effetto memoria
- Ultra resistente all'abarsione: grandissima resistenza all'abrasione durante gli impieghi più gravosi
- FILO XPS PESCA SURFCASTING METRI 600 DISPONIBILE NELLE MISURE 0,20 - 0,22 - 0,25
- Marca: Trabucco
- TRABUCCO XPS TAPER LINE SC MULTICOLOR SURFCASTING 0,23-0,57 250 MT
- Colore: multicolore
- Grande resistenza - La lenza è realizzata in robusto monofilamento, perfetto per la pesca al colpo di tinche, orate, carpe e altre specie di pesci argentati.
- Bassa memoria - La lenza ha una memoria bassa, il che significa che questo filo starà bene sulla bobina del mulinello. La bassa memoria provoca anche meno nodi e ridurrà la possibilità che si verifichino grovigli.
- Resistenza all'abrasione - Realizzato in monofilo ad alta resistenza all'abrasione. Questo è ottimo quando si pesca vicino a ostacoli con la possibilità che la lenza si spezzi. Con questo filo, hai una migliore protezione contro questi ostacoli.
- Invisibilità - Grazie al design chiaro, è quasi invisibile sott'acqua. Questo è ottimo per ingannare anche i pesci più cauti in quanto potrebbero individuare una linea più visibile.
- Disponibile in bobine da 150 m in quattro diversi diametri: 0,12 mm (3 lb), 0,14 mm (4 libbre), 0,16 mm (5 lb), 0,18 mm (6 lb) colore Clear. Scegli la lenza che si adatta alle condizioni in cui stai pescando.
Ultimo aggiornamento 2024-11-22 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API