La traina costiera mira prevalentemente alla cattura di piccoli predatori che non di rado diventano loro stessi prede di pesci più grandi.
Aguglie, occhiate, sugarelli, sgombri, tracine e lecce stella, sono pesci che si nutrono di avanotti, molluschi e piccoli crostacei, ma la loro dieta comprende anche microrganismi, prelevati direttamente dalle rocce o dal fondo sabbioso. Questi pesci in genere vivono e cacciano in branco; da ciò nasce la traina costiera, che consente di effettuare numerose catture, una volta individuata la zona di stazionamento dei branchi. Ma trainando le esche nel sottocosta, si possono catturare altri predatori più grandi, pesci di tutto rispetto che si portano in acqua bassa per cacciare a loro volta i piccoli predatori.
Spigole, ricciolette, dentici e pesci serra, rappresentano le prede di rispetto della traina costiera. Pesci di grande valore alimentare e sportivo, in grado di rendere una tecnica entusiasmante e gratificante.
Le prede della traina costiera vanno ricercate, cercando di capire le loro abitudini, i periodi d’accoppiamento, i fondali preferiti. Vediamo adesso due specie comuni dei nostri mari: aguglia e occhiata, pescando le quali è possibile iniziare la grande avventura della traina con il vivo.
Aguglia
L’aguglia è oggetto di una ricerca sfrenata, in quanto esca regina nella traina con il vivo. E’ inoltre molto apprezzata per le sue carni. Una volta individuato il branco, le catture possono ripetersi ad ogni passaggio. La tecnica di pesca principale è quella fatta con canne molto sottili ed anellidi (coreano, salterello, eccetera) innescati con due ami, ma per ferrarla bisogna fare molta pratica. Si fila una cinquantina di metri di monofilo dello 0,25/0,20 terminante con una girella alla quale si applica un terminale dello 0,18/0,15 lungo quanto la canna. A piacere si pratica un movimento con la canna portandola verso la scia della barca e quindi richiamandola decisamente, per far sì che l’esca simuli la fuga di un pesciolino. L’appesantimento della canna sarà segno inequivocabile dell’avvenuta cattura. Le esche da usare, oltre le naturali come la striscia di pelle dell’aguglia stessa, del lombrico di terra, della striscia di grasso di maiale piume, cucchiaini, meciuda.
Occhiata
L’occhiata si cattura con molte esche, ma le naturali come la striscia di pelle di aguglia, il lombrico di terra e il coreano, sono in assoluto le migliori. Occorre usare due ami per l’innesco. Questo sparide rappresenta uno dei migliori trampolini di lancio per il neo trainista. La sua sospettosità la rende ingannabile soltanto con terminali molto sottili che non superino lo 0,18. La E’ un eccellente combattente e permette numerose catture una volta individuato il branco. L’occhiata, erroneamente non è considerata una ottimale esca viva da usare per ricciole e dentici, invece, se usata in tratti di mare dove è solita vivere, è naturalmente insidiata da questi predatori e quindi, assai gradita.
Sugarello
Il sugarello è una di quelle prede che vengono ricercate per poi essere innescate.
Si traina prevalentemente a mezz’acqua, ma attacca le esche anche a galla. Se insidiato con monofili sottili e canne flessibili, risulta molto divertente.
E’ inoltre un pesce che può far ripetere le catture, in quanto è solito vivere in branco.
Un metodo ancora più efficace della traina è il bolentino a nedia profondità. In questo caso, si può tentare innescando anellidi o gamberi freschi in un terminale a tre ami, zavorrato con un piombo – a seconda della profondità e della corrente- oscillante dai 75 ai 100 grammi
Calamaro
Il calamaro, fra i cefalopodi, è forse quello più “cacciato” per essere usato come esca. Infatti, sia la forma, sia la relativa facilità di innesco, permettono una buona azione di traina e un ottimo mantenimento dell’esca in acqua anche per diverse ore. Il calamaro va innescato con due ami, il cui catturante va fatto passare attraverso il sifone con cui scaricano l’acqua con potenza tale da permetterne il movimento.
Boga
Anche la boga al pari di altre esche come occhiata e sugarello, riesce una volta innescata a mantenersi viva e vegeta per molte ore.
Spesso, alla fine di una battuta infruttuosa viene liberata vitale e guizzante come appena catturata.
La boga viene catturata normalmente a bolentino di media profondità praticato su fondali fangosi e rocciosi ricchi di vegetazione. Come gli altri pesci vive in branco per cui è possibile praticare catture multiple.