Ecco un’esca relativamente economica e facilmente reperibile in pescheria che con le giuste condizioni non mancherà di stupirci in termini di catture.
La fasolara (callista chione) è un mollusco appartenente alla classe dei bivalvi, esso presenta un corpo calloso bianco-giallastro con piede scavatore arancione acceso abbastanza turgido, ed è racchiuso da due valve lisce, lievemente allungate ai lati, di colore marrone rossastro con bande sia concentriche sia longitudinali di colore più chiaro.
Vive infossato nei fondali prevalentemente sabbiosi e si nutre filtrando il cibo disperso nel sedimento.
La fasolara è impiegata in quelle tecniche di pesca rivolte esclusivamente alle specie ittiche che grufolano sul fondo alla ricerca di cibo, fra queste il surfcasting, la pesca a fondo da scogliere e barriere artificiali su fondali sabbiosi, e il bolentino praticato in prossimità della costa. Il richiamo che induce i nostri pinnuti a cibarsene è dovuto sia al suo odore penetrante, sia al contrasto visivo arancione-bianco. Utilizzandola nel surfcasting più canonico, ossia a mare mosso o in scaduta, la specie più attratta è senza dubbio la spigola, soprattutto quella di taglia che sembra prediligere gli inneschi voluminosi formati anche da due fasolare, ma in queste condizioni al suo richiamo risponderanno anche i saraghi brancolanti fra la schiuma alla ricerca di cibo. Quando le acque sono placide e tranquille possiamo utilizzarne metà per tentare le mormore, o ancora un’esemplare intero per l’orata. Segnaliamo fra le possibili prede anche gli insaziabili gronghi.
L’innesco viene eseguito sgusciando preventivamente la fasolara con l’aiuto di un robusto coltello a punta o di un paio di forbici, che saranno introdotte in prossimità del punto di giunzione delle valve, e con le quali eserciteremo una pressione utile all’apertura delle stesse. Durante questa fase è d’obbligo la massima attenzione per non rischiare tagli o ferite gravi a dita e mani! Successivamente si infila il corpo sgusciato su di un robusto ago da innesco, dopodichè lo si passa sul terminale avendo l’accortezza di presentare la parte arancione, più turgida, rivolta verso la punta dell’amo.
A questo punto possiamo consolidare l’innesco con l’utilizzo del filo elastico, del quale se ne potrà fare anche a meno, a patto però di “cucire” l’innesco facendo passare più volte l’amo nella fasolara. Orientativamente con acque ben in movimento i diametri dei braccioli andranno da uno 0,22 a salire (in base alla taglia delle probabili prede), riservandoci l’impiego di diametri più sottili solo per i braccioli indirizzati alla cattura delle mormore a mare calmo. Gli ami saranno dei beaks a pancia larga dal n°1 al 4 o in alternativa degli Aberdeen del n°6 se nel nostro mirino avremo puntato i saraghi. I terminali sui quali utilizzare la fasolara sono gli short (alti o bassi), i pater noster, e se la corrente lo permette, anche i long arm (con bracciolo moderatamente lungo).
Reperibilità sul mercato
La fasolara è un’esca facilmente reperibile nelle pescherie e sui banchi dei mercati ittici, dato il suo valore gastronomico e commerciale, ma bisogna sempre assicurarsi circa la sua freschezza. A tale scopo, prima dell’acquisto, basterà osservarle nelle vasche espositive del nostro rivenditore di prodotti ittici. Difatti quando sono vive e si sentono al sicuro, emettono tramite il sifone dei frequenti spruzzi d’acqua e presentano le valve socchiuse e non serrate.