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Come Utilizzare Spirografo Come Esca

Aggiornato il 25 Luglio 2023

In questa guida spieghiamo come utilizzare lo spirografo come esca nel surfcasting.

Come Utilizzare Spirografo Come Esca

Ecco un’esca che cattura per la gola. Questa non conosce stagioni o tipi di pesca e viene pertanto usata in tutte le condizioni sia da terra, dalle spiagge e dagli scogli, che dalla barca. Come tutti gli anellidi, lo spirografo, che in Sardegna è conosciuto con il nome di «trimoliggione», deve essere freschissimo e non è permesso conservarlo in nessun modo perché le sue carni perdono consistenza velocemente.

Lo spirografo è un anellide che si trova in acque calme e salate dentro un tubo membranoso, eretto, secreto da speciali ghiandole e ancorato sul fondo о per esempio sulle pareti delle banchine dei porti. Lo si riconosce per via di una infiorescenza che spunta dal-
l’estremità fluttuante e che si ritrae non appena l’animale avverte la minima sensazione di pericolo. Risulta essere anch’essa una generica che va bene indipendentemente dalle condizioni del mare e che impone una scrupolosa scelta dell’amo. A questo proposito è consigliabile munirsi di ami leggeri che non tradiscano, con il loro peso, l’insidia che si cela sotto le esili e impalpabili carni. A fare le spese dei nostri tentativi sono i saraghi, piccoli o grossi che siano, le orate, ma non ci si stupisca se capiterà di allamare anche qualche spigola, ombrina o razza.

L’innesco dipende anche dalla mole delle probabili prede. Se si pensa di fare catture di modeste dimensioni, allora sarà sufficiente ricoprire l’amo con una piccola parte del verme; se invece si mira a qualcosa di grosso, allora lo si può utilizzare anche tutto
intero, «vestendo» anche parte del bracciolo. In quest’ultimo caso però è necessario servirsi di uno speciale ago che si può trovare in tutti i negozi specializzati del settore.
Si tratta di un tubicino finissimo con un’estremità tagliata a becco di flauto che si inserisce nell’esca dalla parte posteriore facendolo fuoriuscire dalla bocca. Nell’altra estremità dell’<<ago» che e cavo, trova alloggio la punta dell’amo. A questo punto bisogna trasferire l’esca dall’ago all’amo facendola semplicemente scivolare.
Con questo sistema si risolvono, in parte, anche i problemi relativi al lancio. È risaputo infatti che lo spirografo incontra grosse difficoltà a rimanere attaccato all’amo durante il lancio, specie se l’innesco non è fatto col verme intero. In ogni caso non c’è da fidarsi; del resto se lo spirografo è più usato all’inizio e alla fine della stagione di pesca (ottobre-aprile) è ргоргіо perché in quel periodo si usano attrezzi più leggeri; di conseguenza i lanci risultano essere più garbati e senza dubbio più accomodanti per le nostre esigenze.

Abbiamo parlato dello spirografo ma non dimentichiamo che di esche simili ne esistono diverse, vedi ad esempio il muriddu o l’arenicola marina. In generale salvo pochissime eccezioni si può dire che tutti gli anellidi comunemente usati come esca si comportano allo stesso modo
e la scelta tra l’uno e l’altra è determinata soprattutto dalla più o meno facile reperibilità della stessa.

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