In questa guida spieghiamo come utilizzare il cannolicchio come esca nel surfcasting.
Anche se si parla sempre di generiche, il cannolicchio è un tipo di esca ancor più particolare, molto insidiosa, che ha il «vizio» di catturare per la gola.
Questo perché si tratta di un’esca morbida e leggera che viene facilmente ingoiata grazie anche al tipo di innesco che di solito è poco voluminoso. Risulta essere un’esca universale, conosciuta da tutti i pescatori, che viene impiegata per moltissimi tipi di pesca sia invernali che estivi, sia dalle spiagge che dagli scogli.
Risulta essere un mollusco fornito di una conchiglia bianco-giallastra divisa in due valve simmetriche, compressa lateralmente e rassomigliante al manico di un rasoio. Per questa ragione, infatti, il cannolicchio è anche conosciuto col nome di «coltello». Vive immerso nella sabbia ma non abbastanza da passare inosservato alla caccia dei grufolatori. Infatti i saraghi, le orate e le mormore conoscono benissimo le sue carni; anche perché il cannolicchio fa parte di quella famosa pastura disseppellita dalla mareggiata e ricercata dalle nostre prede. L’innesco, a volte, può essere problematico perché le sue teneri carni non sempre reggono lo sforzo di un lancio violento. I due modi più seguiti per ovviare al fastidioso inconveniente, cioè quello di vedere l’esca staccarsi dall’amo durante il volo, sono: «sbollire» il cannolicchio oppure salarlo. Nel primo caso occorre fare bollire un po’ d’acqua dentro un pentolino ed immergervi i cannolicchi ma solo per alcuni istanti. Nel secondo invece si devono interamente ricoprire con del sale fine ed aspettare qualche giorno; questo tempo può essere ridotto sensibilmente se il sale viene cambiato più volte. In entrambi i casi, il risultato finale è quello di rassodare le carni fino al punto da resistere anche ai lanci più scatenati. La tecnica di innesco risulta pertanto facilissima con una manovra del tutto simile a quella usata per i vermi. Ma
non è una regola universale, c’è infatti chi preferisce innescare il cannolicchio a modo di calamaro facendolo passare ripetutamente per la punta dell’amo in modo da ottenere una specie di fisarmonica.
Personalmente preferisco usarlo fresco ed innescarlo a modo di verme facendolo passare prima sull’ago e poi sull’amo, garantendo la tenuta per mezzo del solito filo di cotone elastico.
Comunque lo si voglia preparare, il cannolicchio è sempre un’esca generica che si sposa bene sia con il mare mosso che col mare poco mosso. Le sue prede più affezionate sono il sarago e l’orata ma sia la spigola che l’ombrina, il grongo e la razza, come d’altronde tutte le specie catturabili nell’area del surf, hanno sempre dimostrato uno spiccato interesse per questo gustosissimo solenide. Per quanto riguarda i volumi, ricordiamo che si parla di inneschi che devono essere ingoiati per cui la dimensione degli ami sarà piuttosto contenuta e comunque mai superiore al n 1.
Naturalmente il suo migliore impiego è in quelle spiagge la cui sabbia ospiti numerose colonie di questo mollusco. Solitamente preferisce quelle a grana fine e ciò costituisce una valida indicazione anche per i meno esperti che possono rendersi conto dal di fuori se in questa o quella spiaggia è conveniente usare il cannolicchio.