Il quesito non è facilmente risolvibile anche perché l’approccio può essere casuale. Può capitare di avere una barca da anni e non aver mai pensato di fare traina fino a quando non si vede pescare qualcuno; oppure, meglio ancora, si assiste in diretta ad una cattura effettuata magari da quell’antipatico che chiede sempre strada, anzi mare. Quest’ultima evenienza è di sicuro la più affascinante e, inevitabilmente, farà emergere il “cacciatore” che sopisce in noi. Analizziamo meglio le due eventualità.
Primo: come poter equipaggiare la nostra barca, rendendola idonea alla pesca sportiva.
Secondo: quale barca acquistare per praticare quello che è lo sport che più ci entusiasma, la pesca.
Prima di cercare una soluzione, evidenziamo tre requisiti essenziali di una barca da traina: stabilità, pozzetto ampio, bordo poppiero basso.
Vediamo quindi quali possono essere i “mezzi nautici” più idonei alla nostra bisogna.
Piccoli e spaziosi, grandi e veloci… all’occorrenza lenti
Iniziamo dai gozzi che, diciamolo pure senza paura di essere smentiti, rappresentano le barche da pesca per eccellenza. La grande stabilità, la semplicità d’uso, lo scarso consumo, la motorizzazione (entrobordo diesel) di queste barche, sono doti ideali per la traina costiera lenta, in particolare quella praticata in solitario, con il timone a barra, adottando il metodo tradizionale della lenza in mano, con l’innesco del pesce vivo (aguglia, calamaro, boga ecc., ecc.)Ma passiamo ad un altro tipo di barca forse ancora più pratico del gozzo, vale a dire la lancia. Eccellente per la traina costiera, maneggevolissima e di contenuti costi di gestione.
Di solito questi mezzi nautici sono costruiti in vetroresina e consentono una messa in acqua veloce e semplice anche se, il fattore leggerezza, non sempre è positivo in particolare con mare formato. In contropartita possono accogliere agevolmente sia il motore principale che garantisce velocità e quindi sicurezza, sia l’ausiliario, adatto cioè alla traina lenta. Rimanendo su mezzi nautici contenuti, ma non per questo meno validi, saliamo a bordo dei gommoni. Nati solo per uso diportistico, da alcuni anni sono entrati a pieno diritto nella grande famiglia delle barche da pesca. Infatti, accantonato il problema sballottio a causa dell’entrata in commercio delle carene rigide che garantiscono stabilità e prestazioni, il gommone è stato “autorizzato” alla pratica del nostro hobby e in particolare al bolentino e alla traina. Unica limitazione, il poco spazio a bordo.
Avviciniamoci adesso ad una “vera” barca da pesca moderna: il fisherman, ovvero un mezzo generalmente tutto aperto, con la consolle di guida posta al centro (open center consolle).
Motorizzati con fuoribordo quasi sempre potenti e per questo validissimi per raggiungere velocemente le poste lontane e pronti, in contropartita, a tornare al porto di partenza in caso di cambiamento repentino del tempo, possono contenere agevolmente anche il motore ausiliario. Il pozzetto è sgombro da impedimenti ed è strutturato in maniera che uno o più pescatori siano liberi di stare in piedi con sicurezza e comodità d’azione. Se non già equipaggiati dal cantiere di accessoristica da pesca, contengono generalmente gli spazi adatti per l’installazione della vasca per il vivo, dei portacanne e dei portaoggetti.
Poiché siamo in tema di “gran balzo” non ci possiamo dimenticare i cabinati e i semicabinati.
Difficilmente si pensa di acquistare questi tipi di barche specificatamente per la traina costiera, chi li ha già, però, li può utilizzare con gran semplicità e straordinaria comodità, non ultima quella di stare al coperto durante la navigazione o come vera e propria casa nelle trasferte di pesca molto lontane. Unico neo, la velocità, ovvero quella bassissima che occorre per la traina con il vivo (un nodo, un nodo e mezzo); bene si può ovviare in due modi, con un motore ausiliario di pochi cavalli, oppure con l’installazione di un semplice accessorio che permette l’andatura ideale anche per lungo tempo senza danneggiare il motore, la trolling valve.