La Posidonia oceanica, questo è il nome latino per esteso, è una delle poche fanerogame, ossia piante superiori con produzione di frutti e fiori marine, presenti nel Mediterraneo.
Essa è organizzata in radici, rizoma e foglie.
Il rizoma è un fusto modificato che produce nel suo lato ventrale le radici della pianta.
La parte più esterna del rizoma va incontro ad un processo di lignificazione che cosi’ lo preserva da fenomeni di degradazione, visibile nella foto a lato.
Esso può accrescersi secondo le condizioni ambientali sia in senso orizzontale sia in senso verticale. Le foglie della Posidonia prendono origine dal lato superiore del rizoma.
Hanno una disposizione a ventaglio, sono larghe circa 1 cm e possono essere lunghe anche un metro, sono di un verde intenso e la loro funzione e prettamente fotosintetica.
La foglia della Posidonia è facilmente distinguibile dalle altre fanerogame perchè risulta essere più larga e lunga.
La Cymodocea nodosa ha una foglia larga 0,5 cm e lunga 30 cm mentre la Zoostera nolti e larga 2-3 mm e lunga 20 cm.
La parte più vecchia della foglia rimane sempre attaccata al rizoma.
Le varie piante possono svilupparsi in un intreccio così inestricabile da sembrare un tutt’uno in cui è difficile distinguere le singole unità.
La “stolonizzazione”, è il nome di questo particolare sviluppo, rappresenta anche il meccanismo di riproduzione asessuata della pianta.
Insieme alla stolonizzazione la Posidonia presenta anche la riproduzione sessuata. Essa, infatti, presenta fiori ermafroditi in cui sono presenti gli stami (la parte “maschile”), in cui è mantenuto il polline, che circondano i carpelli (la parte “femminile” del fiore) è contenuta la cellula uovo.
I fiori sono di colore verde e sono avvolti da due brattee floreali. I fiori della Posidonia compaiono verso settembre/ottobre nelle praterie superficiali (fino a circa 15 m di profondità) e nell’autunno inoltrato nelle praterie profonde (oltre i 15 m). Il frutto è chiamato “oliva di mare” per via della sua forma e del suo colore è trasportato dalle correnti marine anche a grande distanza dalla pianta d’origine. Questa è una strategia che la pianta usa per colonizzare nuovi spazi. Nell’immagine a lato un esempio di oliva di mare ritrovato piaggiato, dopo una mareggiata, sul litorale toscano.
Accrescimento
La Posidonia oceanica ha la caratteristica particolare e molto importante di avere un accrescimento “in verticale” non solo delle foglie ma anche del rizoma. Essa, infatti, attua questo stratagemma per ovviare al continuo insabbiamento dovuto alla sedimentazione continua degli ambienti sabbiosi che essa colonizza; potrà così sfruttare al meglio luce e spazio disponibili.
La continua crescita sia in senso orizzontale sia in senso verticale determinano un innalzamento del fondo marino dove la Posidonia oceanica è presente. Questo “gradino” da essa formato prende il nome francese di “matte” di cui possiamo vedere un esempio nell’immagine a lato. La “matte” è quindi costituita da un complicato intreccio di rizomi, radici, foglie vecchie, sedimento, il tutto molto compattato.
L’accrescimento della “matte” è molto lento, mentre l’accrescimento fogliare è molto più veloce. Secondo il periodo dell’anno, le foglie appaiono lunghe e ricoperte d’organismi (che poiché si fissano alle foglie sono detti “epifiti”) così da apparire leggermente brune di colore nel periodo primaverile estivo. In autunno, complici anche le mareggiate, la Posidonia oceanica perde le foglie più vecchie e il colore sarà più verde brillante e le foglie saranno più corte.
Le praterie di Posidonia oceanica
Le ampie distese verdeggianti formati dalla Posidonia sono chiamate “praterie” e la loro estensione e morfologia sono influenzate dal tipo di litorale e di fondo marino, dalla trasparenza dell’acqua e dal clima. Le praterie di Posidonia possono spingersi fino a 40 m di profondità. La Posidonia si insedia più facilmente in fondi sabbiosi ma non mancano esempi di praterie su fondi grossolani. Ma in ogni caso il fondale sul quale la Posidonia si inserisce sarà completamente modificato poiché essa cambierà sempre le caratteristiche del moto ondoso presenti in quel luogo. In particolare si modificherà il tipo di sedimentazione; esse, infatti, renderanno la sedimentazione più facile perché letteralmente “cattureranno” grosse quantità di particellato. Aumenterà così la percentuale di sabbie fini presenti nella zona colonizzata, ma questa non sarà l’unica modificazione all’ambiente che apporteranno le praterie di Posidonia oceanica, esse, infatti, rallenteranno il moto ondoso, riducendo l’impatto delle onde sui litorali, anche e soprattutto per questo le praterie di Posidonia sono così importanti per un paese come il nostro che presenta l’80% del proprio territorio costituito da coste.
L’ecosistema Posidonia
Come abbiamo accennato all’inizio le foglie della Posidonia diventano il substrato per l’impianto di moltissimi organismi epifiti (epifiti = che vivono sulle piante), evidenziati nell’immagine a lato. Abbiamo una colonizzazione così spinta che già su foglie di un giorno d’età possiamo riscontrare microrganismi batterici di un micron (1 micron = 1/1000 mm). Avremo poi dopo una settimana la colonizzazione da parte d’alghe unicellulari chiamate Diatomee e dopo incominceranno a crescere alghe e organismi incrostanti visibili anche ad occhio nudo. Ma quello che è più stupefacente per chi come noi osserva con l’occhio dell’appassionato è la grandissima varietà di comunità animali che “orbitano” attorno all’ecosistema Posidonia.
Vi si trovano forme d’invertebrati dai più semplici (Spugne e Celenterati) a forme più complesse come Crostacei, Molluschi, Echinodermi, Briozoi e Tunicati fino ad arrivare a Vertebrati quali sono i Pesci. Elencare tutti gli organismi sarebbe impresa ardua, parleremo solo su quelli che un appassionato potrebbe riconoscere ad occhio nudo. Troviamo, infatti, tra le foglie della Posidonia, Gasteropodi appartenenti ai generi Rissoa, Gibbula (la “trottola di mare”) e Bittium, Crostacei come i gamberi Hyppolite inermis e Palaemon xiphias.