Il temolo è un pesce appartenente alla famiglia dei salmonidi con una alimentazione oltre l’ 80% costituita da insetti; per questo motivo costituisce una preda ottimale per i pescatori a mosca. Vive in Italia nei fiumi che provengono dall’ arco alpino e si immettono nel Po nella sua sinistra idrografica. E’ inoltre molto rappresentato nei fiumi sloveni e austriaci.
Meno in quelli francesi. Inutile dire che essendo un pesce di branco (a differenza della trota) con meno problemi nella riproduzione e che occupa per chilometri tutta la parte mediana dei fiumi era, fino a qualche decennio fa, molto ben rappresentato in quasi tutti i corsi d’acqua del Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli. Oggi è probabilmente quest’ultima regione che ancora può vantarne una discreta popolazione in tutto il bacino del Tagliamento. Ciò non è avvenuto a caso, ma è dovuto al fatto che ormai da quindici anni questa ragione, unica in Italia che ha dato vita ad un organismo gestionale in cui i pescatori e gli ittiologi sono ben rappresentati, ha lavorato seriamente con incubatoi autogestiti, riproduzione naturale, spremitura dei riproduttori autoctoni e via di seguito. Il temolo, dato che non è presente nei torrenti appenninici, non è un pesce molto conosciuto dai pescatori e molti non ne conoscono affatto le caratteristiche.
Risulta essere un pesce poco timoroso e, a differenza della trota si può avvicinare assai facilmente, ma prenderlo è tutt’altra cosa. Essendo un insettivoro quasi totale sa ben distinguere le mosche vere da quelle artificiali e può darsi che salga e rifiuti molte volte sulle vostre mosche. Si pesca generalmente discendendo la corrente e presentando sempre prima la mosca artificiale che non il finale. Si usano canne lunghe (9- 9 1/2 piedi) e morbide dato che il finale sarà quasi sempre assai sottile (0,12-0,14- 0,16 mm) e piccole le mosche (14-20, la dimensione degli ami). La ferrata sarà sempre morbida e il recupero privo di forzature. Il più delle volte il pesce si troverà in spazi aperti e quindi non ci sarà nessun motivo per affrettarne il recupero con il rischio di rompere il finale o provocare una slamamtura. Per la sua pesca sarà bene ricordare sempre che rispetto al luogo in cui si vede la bollata il pesce in realtà occupa sul fondo una postazione che equivale due volte circa la profondità dell’acqua in quel punto. Questo significa che la nostra mosca dovrà essergli presentata due-tre metri a monte da dove abbiamo visto la bollata, altrimenti poseremo il nostro artificiale alle spalle del cono visivo del pesce.
Converrà quindi farne una breve descrizione. Riprendiamo per questo alcuni passaggi di un bel libro scritto molti anni fa dal più famoso pescatore di temoli francese L. De Boisset. Il libro editato in italiano dalla casa editrice Amico Libro , si intitola Il temolo, pesce sportivo. La forma generale del corpo è allungata con una linea assai elegante. Il corpo, molto grosso all’altezza delle pettorali, si affusola regolarmente sino alla coda ed è coperto di squame piuttosto grandi, perfettamente esagonali, che si sovrappongono una sull’altra e che sono disposte in file regolari e vicinissime. La testa, è piccola rispetto al corpo, si profila in avanti in forma piuttosto allungata, mentre il taglio della bocca, molto meno pronunciato rispetto a quello della “regina” è generalmente piccolo e dà l’idea di un organo fatto più per aspirare che per ghermire le prede.
Come tutti i salmonidi il temolo, possiede otto pinne. La dorsale merita di essere considerata a parte in quanto rappresenta l’indiscutibile originalità del temolo, quel segno distintivo che permette di non confonderlo con qualsiasi altro pesce. Infatti si tratta di una specie di bandiera che il pesce dispiega sul dorso, con una altezza ben superiore a quella del corpo, sostenuta da una ventina di raggi.
Il pesce subisce una forma di mimetismo nei vari fiumi tuttavia si può dire che il suo corpo è di un bel colore grigio argentato con dei riflessi bluastri che diventano rossastri sulla pinna dorsale.
Il pesce subisce una forma di mimetismo nei vari fiumi tuttavia si può dire che il suo corpo è di un bel colore grigio argentato con dei riflessi bluastri che diventano rossastri sulla pinna dorsale. E’ un animale che raramente supera i 40 centimetri e quando vi potrà capitare di catturarne qualcuno di 45 cm farete bene a segnarvelo sull’agenda perché è un evento che non si ripeterà tanto facilmente. A differenza di tutti gli altri salmonidi non si riproduce in inverno ma all’inizio della primavera (marzo-aprile) e il suo miglior periodo per pescarlo è in autunno, quando generalmente la pesca alla trota chiude.
Risulta essere in questa stagione che raggiunge la migliore forma e potenza. Nei fiumi non si trova nelle acque turbolente del primo tratto, ma predilige le correnti tranquille della parte media dei corsi d’acqua, i ghiareti puliti e uniformi , le lame leggermente ondulate di correnti uniformi. Schematicamente potremmo dire che inizia il suo ambiente a monte dove finiscono le trote e a valle dove iniziano i ciprinidi. Il suo nome temolo (Thymallus thymallus) lo si fa derivare dal sapore delle sue carni fresche che hanno un leggero odore di timo. Data la sua dieta fatta quasi totalmente di insetti la sua presenza ne fa un indicatore biologico, nel senso che dove esiste il temolo vuol dire che ci sono molti insetti e quindi le catene alimentari sono ancora ben organizzate, cioè poco o nullo è l’inquinamento.