Le è stato subito attribuito l’aggettivo di pesce più bello del Mediterraneo. Sebbene non raggiunga le dimensioni delle cugine oceaniche, rimane una fra le specie sportive più ricercate dai trainasti… e non solo.
Pesce eclettico, gregario, vive da pelagico in mare aperto seguendo le stesse rotte dei tonni. In tarda estate e in autunno si spinge nel sottocosta al seguito dei banchi di pesce di cui si nutre e vi rimane finché trova nutrimento. Si riproduce in mare aperto, con uova galleggianti lasciate in balia della corrente.
Livrea splendida cangiante, con tonalità giallo-oro e sfumature blu-viola, possiede una linea aggressiva e netta, sia nelle forme che nei movimenti.
Caratteristica unica la pinna dorsale: lunga, dalla testa alla coda, di colore blu intenso con riflessi maculati di verde. La testa, altro significativo elemento distintivo, ha un profilo quasi verticale, che nei maschi tende a diventare più netto con l’aumentare della taglia e dell’età. Le dimensioni medie, in costante aumento in questi ultimi anni, sono nell’ordine di un paio di chilogrammi, ma non sono rari gli esemplari oltre i 5, con pesi massimi catturati di circa 15 chilogrammi.
Nuotatrici instancabili, si sono dimostrate valide avversarie, sfoderando una volta allamate tutta la grinta che ne contraddistingue l’esistenza vissuta in continuo movimento. In mare aperto sono sempre alla costante ricerca di relitti e oggetti galleggianti, dove nei loro pressi sostano e cacciano con maggiore intensità. Le loro accostate avvengono solitamente con una logica a noi sconosciuta, infatti non è raro trovarle a decine di miglia per poi in breve tempo puntare decise nei bassifondi.
L’attrezzatura pescante sarà composta da canne da spinning medio, corredate di mulinelli a bobina fissa imbobinati con ottimo nylon dello 0,30. Se la scelta cadrà su attrezzature tipiche da traina, un ottimo corredo dimensionato sulle 6 Lbs, sarà quanto di meglio utilizzare per esaltare divertimento e sportività. Per quel che riguarda le esche, le lampughe abboccano volentieri a piccoli artificiali trainati a velocità sostenuta intorno ai 4/6 nodi, sia nella scia che a notevole distanza dalla barca.
Ottimi sono gli artificiali realizzati con piume di colore bianco e blu. I cucchiaini non molto grandi, e i piccoli minnow di lunghezza tra i 7 e i 10 centimetri. Se la barca lo permette si può pescare con tre o quattro canne, ma anche con due il divertimento è assicurato. Anche se non permette di esplorare ampi tratti di mare, la traina con esche naturali potrebbe rappresentare la soluzione ideale in quelle circostanze in cui i pesci si dimostreranno apatici.
Una striscia di calamaro tagliato a rombo, o la pelle di qualche pesce argenteo, trainati a due nodi, ed innescati con un tandem di ami del n° 4 e lenza dello 0,30/0,35 sedurrà anche gli esemplari più smaliziati.
Se poi riusciremo a procurarci delle piccole aguglie, anche morte ma freschissime, le nostre possibilità aumenteranno in maniera esponenziale.
L’allamata è sempre un evento spettacolare: la canna si flette, la frizione slitta e tra mille spruzzi si vede la splendida sagoma arcobaleno che con un balzo si manifesta davanti ai nostri occhi. In questi momento bisogna avere molta calma e non forzare il recupero, che comunque rimane sempre incerto perché l’apparato boccale delle lampughe, piccolo e coriaceo, dà agli ami una tenuta sempre precaria. Arrivata sottobordo, spettacolo per gli occhi, dovrà essere guadinata o raffiata in maniera impeccabile, stando attenti alle ultime evoluzioni sempre improvvise e inaspettate. Se si incontra una mangianza, andrà accostata senza “tagliarla” effettuando dei cerchi concentrici facendola lambire dalle nostre esche.
Se avremo il coraggio di tenere in acqua un esemplare allamato, ci porteremo al seguito l’intero branco. Il mare dietro la nostra poppa diverrà così un ribollire di frecce blu e cascate d’argento; la possibilità di realizzare importanti carnieri in queste circostanze è altissima, come deve però essere altissimo il buon senso di ognuno di noi per evitare ingiustificate mattanze e carnieri al di fuori dei limiti previsti dalle leggi ma soprattutto dall’etica sportiva.