Le foci dei fiumi sono di tre tipi: semplici, a delta e ad estuario. Ognuna di queste con le sue caratteristiche, la sua flora, la microfauna, il suo universo. Vediamo insieme le varie caratteristiche e analizziamo la pesca ad un pesce particolare, tipico di queste zone: il ghiozzo.
Le “foci semplici” sono proprie dei piccoli corsi d’acqua, i quali entrano in mare mantenendo le sponde quasi parallele.
Quelle “a delta” sono chiamate cosi, perché nel loro ultimo tratto le rive si allargano a forma della lettera delta dell’alfabeto greco, e di solito sono separate dal mare da tutta una serie di banchi di sabbia e di isolotti che scompongono il corso principale del fiume in una serie di bracci più piccoli, come la foce del nostro Po.
Infine le foci “a estuario”, proprie di fiumi come l’Arno e il Tevere, sfociano in mare a forma di imbuto e presentano le sponde protette dall’azione delle onde da grossi massi appoggiati sopra il fondale.
ABITUATI AD OGNI FONDALE DI TIPO SABBIOSO
Ho ricordato queste caratteristiche perché la fauna ittica di queste acque salmastre è diversa a seconda della forma della foce. In quella semplice si possono trovare latterini, cefali e spigole. In quella a delta saranno presenti soprattutto specie proprie psammocole, cioè delle sabbie o delle sabbie fangose, come anguille, cefali e ghiozzi. Nella foce a estuario, accanto alle specie appena ricordate, a causa della presenza delle scogliere artificiali, vivranno anche pesci propri dell coste rocciose come boghe, occhiate, saraghi e perfino orate. In ogni caso i ghiozzi sono sempre presenti in queste acque salmastre e permettono di trascorrere alcune ore divertenti dedicate a tutti coloro che amano pescare, siano essi esperti che principianti. Fra le molte specie di ghiozzi viventi nei nostri mari, quello che più frequentemente viene catturato è il ghiozzo paganello, il quale presenta il dorso giallastro a macchie più scure e i lati nonché il ventre più chiari.
L’attrezzo ideale per la pesca è una canna fissa in misto carbonio o ache in grafite pura lunga dai quattro ai cinque metri , terminante con un cimino in fibra piena, molto sensibile e colorato in arancio fluorescente in modo da segnalare in modo ben visibile l’attacco dei pesci. La lenza è composta da uno spezzone in nylon super dello 018-020 lungo circa 50 centimetri meno della canna, in fondo al quale si attacca il finale, formato da mezzo metro di monofilo super del numero 16-18 e armato con un amo cromato Mustad -Qual. 221 del numero 16-14 su questo filo viene infilato un piombo a pera scorrevole da 5-19 grammi, il quale andrà fermato con una mignonette stretta a circa 10-15 centimetri dell’amo.
La scelta dell’esca non presenta alcuna difficoltà. Vanno bene sia il pane a fiocco, sia il gambero a pezzetti, oltre alla cozza privata delle valve e pezzetti di tremolina. L’azione di pesca non è difficile perché questi pesci sono sedentari e molto voraci.
L’azione di pesca non è difficile. Si cala la lenza fino a d avvertire il tocco del piombo sul fondo, si alza appena la canna in modo che il cimino resti appena piegato, segnalando così più chiaramente le abboccate.
Se le toccate si fanno attendere, conviene stuzzicare l’istinto aggressivo del pesce, alzando e abbassando di poco la lenza in maniera tale da mantenere l’esca in movimento.
E preparare la padella per gustare una fragrante frittura.