La tecnologia moderna ci ha fatto dimenticare pratiche e usanze di pesca che i nostri “vecchi” erano soliti adottare. Secondo noi però è arrivato il momento di rispolverare alcune procedure e tecniche che, durante le nostre ultime battute di pesca con la bolognese, sono risultate veramente micidiali. A proposito, le condizioni ideali per una prova sono quelle con mare agitato o in scaduta dopo una libecciata o dopo una sciroccata, la strategia da usare, riguarda la creazione di una pastella… super.
Avete mai provato a sfogliare vecchie riviste o libri riguardanti il mondo della pesca? Magari avreste apprezzato come, tramite disegni o piccoli schizzi, si illustravano le varie tecniche che erano soliti adoperare i pescatori di un tempo. Spesso venivano anche spiegate le procedure da seguire per preparare le pasture da richiamo; trasportate con quei grossi e pesanti secchi, dove sopra veniva appoggiato un panno bagnato il quale aveva una duplice funzione: quella di non far seccare la pastura e quella secondo noi più importante, di mantenere fresca 8e di nascondere alla vista dei “concorrenti” l’esca che sarebbe stata usata durante la battuta.
Il nostro scopo è proprio di parlare di quell’esca misteriosa.
Come un oggetto prezioso da custodire l’esca veniva avvolta in quel panno bagnato che sembrava avesse anche il compito di smorzare l’effluvio degli aromi che lasciava dietro di sé. L’esca di cui stiamo parlando è la “semplice” e banale pastella che ogni pescatore penso abbia almeno una volta adoperato. Ma dire semplice o ancor meglio consigliare di acquistarla in un qualsiasi negozio di pesca già pronta per l’uso, sarebbe troppo superficiale, dato che, in comune con la pasta di cui andremo a parlarvi mantiene solo il nome.
Quindi, con condizioni meteo-marine giuste, dobbiamo avere il coraggio di dimenticare le classiche esche facilmente reperibili e decidere di adoperare per la nostra uscita sugli scogli con la bolognese, la vecchia e “misteriosa” pastella di un tempo.
INGREDIENTI E DOSI DELLA PASTELLA
10 fette di Pancarrè
20 ricci di mare triturati
20 gocce di olio di semi
Gli ingredienti base che dovremo procurarci per creare una pasta ideale valida per la cattura di sparidi come saraghi, occhiate e grosse salpe sono tre: ricci, pancarrè, olio. Prima di tutto dovremo pensare all’aroma che sta alla base dell’impasto.
L’ingrediente principale sono i ricci di mare; a seconda del periodo dell’anno (in estate ad esempio sono molto abbondanti in tutte le nostre coste), dovremo procurarceli con l’ausilio di un guanto operando una ricerca nei tratti praticabili della costa… oppure, frequentare i porti dove arrivano i pescherecci a pulire le reti; ciò, potrebbe risolvere il problema di una faticosa ricerca. Dando per scontato il reperimento dei ricci -per una battuta di pesca ne occorrono almeno venti- vediamo come procedere. Una volta raccolti, li dovremo schiacciare con un piccolo martello e successivamente triturarli con un tritatutto elettrico comunemente usato in cucina. Mentre li amalgamiamo dovremo aggiungere gradualmente anche una piccola dose di acqua in modo da ottenere come risultato una sorta di “pappa” omogenea.
Successivamente prenderemo almeno dieci fette di pancarrè privato della crosticina e le immergeremo per alcuni secondi in acqua. A questo punto inizieremo a lavorare il tutto in modo da ottenere un impasto omogeneo; dopodiché vi aggiungeremo gradualmente i ricci triturati. Una volta amalgamata la pasta con i ricci aggiungeremo due gocce di olio di semi per ogni fetta di pancarrè adoperato.
Consigliamo di preparare questo tipo di pasta con almeno due ore di anticipo rispetto all’orario d’inizio della battuta di pesca. In queste due ore, infatti, il composto avrà il tempo necessario di assorbire sia l’olio introdotto, sia l’aroma che emanano i ricci di mare inseriti.
LE CONDIZIONI METEO MARINE FAVOREVOLI
Per quanto riguarda le condizioni di mare per l’uso di questa pastella, le più idonee, secondo la nostra esperienza, sono quelle con mare agitato e conseguentemente con acque velate o torbide. Quindi, in questi casi, la pasta a base di riccio di mare ci assicura con il suo acuto quanto irresistibile “profumo” delle concrete possibilità di successo. Comunque se proprio dovessimo specificare a quale specie ittica si possa associare la pasta a base di riccio di mare, senza ombra di dubbio noi diremo, per il sarago reale… e ciò non ci sembra poco.
Come calamento e montature da utilizzare, non occorrerà dato il tipo di esca e le condizioni marine descritte, andare tanto per il sottile. Quindi come illustrato nel disegno, un bel galleggiante da cinque grammi tarato sia con una torpilla da 3.5 grammi, sia con dei pallini del n.5 andrà più che bene. Per quanto riguarda il finale da utilizzare, non conviene scendere i sotto lo 0.14, dato le caratteristiche morfologiche delle specie ittiche che andremo a combattere.
L’amo invece dovrà essere un n° 10.