Non sempre occorre una tecnica raffinata unita ad un’attrezzatura all’avanguardia per ottenere ottimi risultati da una battuta di pesca, a volte bastano delle piccole accortezze adottate abbinando solamente due fattori “limitanti” basilari: corrente e conformazione del fondale; in che modo? Vediamolo insieme,
Fino ad ora abbiamo sempre parlato di tecniche di pesca da un litorale scoglioso, prendendo in esame fattori come corrente, intensità del moto ondoso, condizioni meteo, capacità di osservare il litorale e la sua conformazione cercando di intuire quei piccoli accorgimenti che possano rendere una battuta di pesca qualunque, in una da incorniciare.
Tutti questi fattori, che secondo noi sono sempre da prendere in considerazione prima di lanciare la nostra esca, bisogna osservarli anche quando ci troveremo a pescare sopra un’imbarcazione.
Sarà quindi necessario grazie all’ausilio di un ecoscandaglio guardare la conformazione del fondale e una volta fermata la barca sarà altrettanto importante guardare sia l’intensità, sia la direzione della corrente. Detto questo la domanda che sorge spontanea è in quale maniera è possibile unire corrente e fondale in modo tale che la nostra battuta di pesca abbia un esito positivo.
Sappiamo benissimo che la conformazione del fondale del Mediterraneo -in particolare la parte occidentale- non è omogenea anzi, è caratterizzata da una varietà quasi unica nella quale possiamo trovare zone con veloci risalite (classico esempio lo sperone di Vada), oppure zone di repentina variazione vale a dire da una zona sabbiosa si passa velocemente ad una rocciosa.
Queste zone di fondale, sono caratterizzate da un continuo apporto di nutrimento causato dalla corrente, la quale reca con sé materiale nutritivo che si va ad addensare proprio su questi tratti di territorio marino, creando così la classica catena alimentare. L’opportunità dei tipi di pesca che ci offrono questi posti sono veramente molti e ci assicurano divertimento e, soprattutto imprevedibilità che è poi il bello della pesca.
Come comportarsi
Due sono i principi che dovremo rispettare per ottenere buone pescate: Primo dovremo ancorare la nostra barca in modo tale che le esche calate vadano a finire proprio sul ciglio.
Per ottenere questo dovremo guardare sull’ecoscandaglio, ovvero quando ci segnalerà un cambiamento di fondale, un ciglio, uno sperone o attenzione, anche una piccola conformazione rocciosa tra una distesa di sabbia e fango; fatto questo dovremo fermarci e osservare la direzione della corrente in modo tale che la nostra esca faccia parte proprio della pastura naturale portata dalla corrente e magari successivamente da quella da noi creata.
Corrente e tipologia di fondale sono i due principi basilari da prendere con la massima considerazione per ottenere ottime battute di pesca.
E’ vero che questi sono i classici punti di riferimento per la pesca a lightdrifting, però nel nostro caso, mireremo ad una pesca di specie ittiche come occhiate, sugarelli e boghe, pescando a poche centinaia di metri dalla costa e usando attrezzature super leggere accentuando ancor di più divertimento e sportività.
Tecnica di Pesca
Il calamento da utilizzare per questo tipo di pesca è forse il più semplice da costruire. Basterà, infatti, unire il filo madre, che non dovrà mai essere superiore a uno 0,20 di diametro, al terminale che dovrà essere costruito con un ottimo 0,14/0,16; i due fili dovranno essere uniti da una semplice girella, meglio tripla, poiché in questo caso specialmente durante successivi recuperi di eventuali prede, il filo tenderà ad arricciarsi su se stesso e per evitare questo, sarebbe meglio utilizzare oltre ad una girella tripla anche fili di ottima qualità, senza memoria.
Una volta calata la lenza in mare dovremo stare attenti alla forza della corrente; secondo la sua intensità ci comporteremo in questa maniera:
1) Assenza di corrente: occorre inserire una pallina di polistirolo tra la girella e il filo madre; in questa maniera quella poca corrente sarà sufficiente per portare la vostra esca nella direzione del ciglio.
2) Corrente di intensità normale: con queste condizioni -ideali per questo tipo di pesca- basterà usare un calamento come descritto in precedenza quindi filo madre, girella e terminale. Il terminale dovrà essere abbastanza lungo da rendere l’esca molto naturale, quindi dovrà oscillare tra 2-2,5 metri. E’ consigliabile in questo caso costruire, a causa proprio della lunghezza del terminale, una treccina di 20cm.
3) Corrente molto forte: aggiungeremo un pallino di piombo tra la girella e il filo madre.
La grammatura del piombo dovrà variare secondo la forza della corrente. Ricordiamo che il nostro primo compito dovrà essere quello di individuare il giusto calamento e fare in modo che esso raggiunga -seguendo il flusso della corrente- il più velocemente possibile e nel modo più naturale, il ciglio. In questo caso però per evitare fastidiosi nodi e ingarbugliamenti al terminale è consigliabile ridurre la lunghezza del terminale di 50-60 centimetri.
Per accentuare ancora di più il combattimento, opteremo per canne telescopiche molto morbide di una lunghezza variabile tra 3,80 a 4,50 mt; non ci scordiamo che le specie ittiche da insidiare, difficilmente supereranno il chilogrammo di peso quindi sarebbe del tutto inutile usare canne più potenti.
Per quanto riguarda l’esca, l’ideale è creare un bel grappolo di coreani su un amo del 10 a gambo lungo, oppure della polpa di sarda fresca appuntata su un amo dell’otto a gambo corto. Non scordiamoci però che in questo tipo di pesca, l’importanza maggiore è la postazione, quindi non ci facciamo prendere dalla frenesia prima di calare le nostre esche.
Altro punto molto importante è la pastura; nel lightdrifting è norma pasturare con della sarda sia tritata, che tagliata a pezzi. Se facessimo la stessa cosa per questo tipo di pesca, una volta portato un banco di occhiate o sugarelli sotto la nostra imbarcazione, nel giro di pochi minuti li avremmo sfamati tutti, quindi la nostra uscita sarebbe compromessa. Per evitare questo dovremmo usare della farina di pesce (la possiamo comprare o nei negozi di pesca o nei consorzi agrari).
Useremo per ogni battuta di pesca 2-3 kg di pastura, la bagneremo in modo tale da creare -una volta gettata in acqua- un alone che si disperda seguendo la direzione della corrente. Anche in questo caso sarà importante osservare l’intensità della corrente. Dovremo indurire o ammorbidire sempre la nostra pastura in conseguenza della sua intensità. Dovrà essere più liquida con condizione di bassa corrente, più dura con elevata intensità. Questo è una tecnica di pesca molto divertente che ci regalerà momenti felici da passare in buona compagnia, anche se le specie insidiate non saranno di massimo prestigio, ci frutteranno però un ottimo carniere.