La nuova interpretazione della pesca ai grandi predatori, che si dimostrano sempre più smaliziati, ha portato ad un progressivo impiego di lenze sempre più sottili anche con pesci dalle note doti combattive come ad esempio i tonni, le ricciole, le lecce e altri ancora.
Le doppiature di lenza, per rinforzare i terminali e metterli al riparo dalle abrasioni dovuti agli apparati boccali dei predatori, sono quindi una soluzione indispensabile per portare a buon fine le catture più importanti.
Un filo di grosso diametro si presenterebbe molto più rigido e paradossalmente meno resistente.
Le lenze però sono sempre sottoposte a carichi al limite della loro resistenza, e i nodi, da sempre punti critici e responsabili di rotture, devono lavorare anche in elasticità e resistenza all’unisono con le restanti componenti.
La ricerca della perfezione, nel nostro caso per la realizzazione delle doppiature, si è materializzata nel famigerato Bimini Twist. Sicuramente con manualità ci accorgeremo che è più facile realizzarlo che spiegarlo, comunque è conveniente prepararne preventivamente una buona scorta , per avere disponibili in barca più soluzioni con diversi diametri pronti per montare gli ami a seconda delle esigenze di pesca. Si tratta quindi di un nodo che ogni trainista che si rispetti deve conoscere perché praticamente non ha alternative con la stessa affidabilità.
Per realizzare una doppiatura di circa 50 cm, si doppia il nylon per circa un metro e mezzo e tenendo ben fermi i due corpi di lenza, con la mano, o con l’ausilio di un bastoncino, tramite l’asola , ruotando in senso orario, si effettuano 20/21 rotazioni. Si verrà a formare una spirale che bloccheremo con le dita per non farla sbinare.
Fisseremo l’asola da un appiglio sicuro, o ci faremo aiutare da un’altra persona, e tireremo il capo libero e l’altro corpo di lenza mantenendo un’apertura di circa 90°, così facendo accorceremo e compatteremo le spire doppiate.
A questo punto manterremo il capo libero allineato con il tratto a spirale, formando un angolo retto con la stessa, e tirando i due capi dal lato dell’asola, questo verrà automaticamente avvolto sulla spirale stessa. Tale operazione sarà agevole se ci faremo aiutare, in alternativa, con un po’ di pratica è possibile farlo anche da soli, mettendo le gambe all’interno dell’asola e divaricandole lentamente.
Staremo attenti a non far accavallare le spire, e arrivati in fondo bloccheremo con le dita il nodo.
Per completare il tutto dovremo effettuare due nodi semplici di chiusura, il primo dei quali dovrà interessare un solo filo dell’asola, mentre il secondo li abbraccerà entrambi con un doppio o triplo passaggio interno.
A questo punto bagneremo il nodo e lo assuccheremo aiutandoci con una pinza, taglieremo l’eccedenza lasciandone un centimetro, e con l’ausilio di un accendino ne riscalderemo l’estremità realizzando una piccola pallina.