In questa guida spieghiamo come scegliere la canna ripartita da pesca giusta per le proprie esigenze.
Come Scegliere una Canna Ripartita da Pesca
Guardando da vicino i modelli di questa canna si scopre che esistono tre parti attive ognuna deputata ad un compito ben preciso. Sia ben chiaro però che gli elementi della canna sono soltanto due: un manico, lungo circa un metro e quaranta, e un cimino lunghissimo che nel caso di una canna alta m 3,60 misura ben 2,2 metri. Tornando alle tre parti attive vediamo che il cimino o meglio la punta del cimino è estremamente flessibile e prosegue verso il centro della canna con una brusca progressione in una parte molto più nervosa. Tutto ciò quindi in un solo elemento. Il resto, cioè il manico, la terza parte attiva della canna, e un blocco rigido che non flette minimamente.
Adesso esaminiamo una per una le tre parti e vediamo quali sono le loro peculiarità.
Cimino flessibile: grazie alle sue caratteristiche consente alla canna di estendere il suo range di potenza anche ai pesi minori e arrivare alle zavorre minime usate nel surfcasting.
Parte centrale nervosa: risulta essere la chiave della struttura, sede della potenza, Immagazzina e libera energia per lanciare anche i piombi più pesanti.
Manico rigido: non è altro che una leva il cui compito è trasmettere il movimento al cimino e favorire il trasferimento al piombo, senza perdite, di tutta l’energia sviluppata durante il lancio. C’è da dire che per ottenere un cimino cosi flessibile in una canna che flessibile non è, bisogna ricorrere ad una tecnologia molto avanzata che per forza di cose si ripercuote sul costo finale. Una soluzione ad alto livello è quella di variare il rapporto di conicità del cimino, ma in questo gioco entrano in ballo anche i materiali. Naturalmente a questo proposito e per quanto riguarda la canna nella sua interezza, gli accoppiamenti e le comunioni possono essere diversi, ognuno con i suoi pro ei suoi contro; per fortuna, quelli offerti dal nostro mercato sono tutti più o meno validi.
Ma che dire di questa strana e «scomoda» canna che nonostante il suo ingombro ha vinto la diffidenza degli «addetti ai lavori»? Sicuramente va vista nell’ottica del lancio pendolare e questo per due ragioni ben precise. La prima è che questa canna è il risultato di una ricerca intesa allo sfruttamento del lancio pendolare; la seconda è che solo con questa tecnica di lancio si può far lavorare la canna e ottenere quindi le migliori prestazioni. Si parla di distanze di pesca intorno ai 150 metri. Non c’è dubbio, il salto è notevole.
La rigidità del «tutto» farebbe pensare a lanci estremamente imprecisi invece la flessibilità del cimino ci permette di governare con tranquillità il lancio e ci corregge i più comuni e ricorrenti errori. Sempre nel lancio, il cimino ritorna immediatamente in asse con la canna, senza oscillare pericolosamente sullo stile delle canne tradizionali. Questo fatto implica una notevole diminuzione del rischio delle parrucche e degli aggrovigliamenti del nylon sugli anelli della canna.
Inoltre la flessibilità di questa parte del cimino ammortizza sensibilmente l’azione delle onde sul nylon permettendo l’uso di zavorre più leggere. E se è vero che 3,60 metri di canna non sono sufficienti a tenere il nylon lontano dal «ricciolo» delle onde è anche vero che un buon picchetto reggicanna può «rendere» alle nostre canne quei cinquanta centimetri che gli «mancano». La sensibilità del cimino, caratteristica questa che difetta nelle canne tradizionali, è in questo caso evidenziata al massimo e consente di notare leggerissime «tocche» anche a notevoli distanze. Pensate all’importanza che può avere questo fatto per chi di noi arriverà a pescare a 150 metri. I lunghi e sordi calamenti non avranno più una canna alleata, ma una nemica che smaschera le prede al primo approccio. La ferrata, il cui cattivo esito non dipende soltanto dall’esagerata elasticità del nylon, è operata dalle diverse sezioni della canna a seconda della resistenza opposta sull’altro capo del filo. Nel caso di un piccolo sarago sarà sempre e solo il cimino ad entrare in azione.
La schiena della canna e cioè la parte centrale, quella che accumula tutta l’energia durante il lancio, entra in funzione nella ferrata, solo se il «peso» della preda lo richiede. Ma ciò che più stupisce nella canna a ripartizione di sezioni e che anche un novizio non trova difficoltà a far ruotare per il verso giusto e quindi senza parrucche la bobina di un mulinello a tamburo rotante. Ed è forse questa la ragione per cui, sulle nostre spiagge, e molto più frequente vedere questo tipo di canna accoppiata ad un mulinello a tamburo rotante che non fisso.
Anche la canna a ripartizione ha delle limitazioni. La più importante è la tecnica di lancio che essa richiede. ll «pendulum» è infatti legato a spazi ampi e regolari e quindi a spiagge piatte e larghe dove il piombo durante il lancio non trova avvallamenti, cespugli, rocce o magari cumuli di immondizie come troppo spesso ci capita di vedere. Alla resa dei conti l’ambiente può giocare un ruolo determinante. Resta però il fatto che un buon surfcaster deve sapersela districare in tutte le situazioni possibili ed è pertanto auspicabile che ognuno di noi acquisisca tutte le tecniche che trovano applicazione nel nostro variegato panorama costiero.
Ma le canne a ripartizione di sezioni non sono soltanto queste. Risulta essere vero che un’azione cosi morbida in punta, nervosa al centro e rigida nel manico è più facile riscontrarla in una canna di questo tipo, ma ci sono altre «due pezzi» che sicuramente non hanno niente da invidiare a questi mostri sacri particolarmente curati per il lancio. Anzi, a pesca, la maggior parte delle volte risultano molto più maneggevoli. E molto più maneggevole risulta anche il trasporto e lo stoccaggio visto che la lunghezza della canna (m 3,60 circa) e divisa in due elementi uguali. Il «fardello» si riduce di circa 40 centimetri e il che non è poco. Queste canne, in due elementi di uguale lunghezza, presentano esternamente una conicità meno accentuata rispetto a quelle appena vi- ste ed in generale, a grandi linee, si può dire che sono più fini. La potenza di queste canne è generalmente tra le 4 e le 6 e tra le 6 e le 8 once (g 113-170 e 170-225), un range di potenza un pochino ridotto rispetto alle altre dovuto ad una minore flessibilità del cimino. Anche queste sono vestite tanto per il mulinello a tamburo fisso quanto per il mulinello a tamburo rotante. Esiste anche la versione «ibrida» (non di tutte le case) che in un solo modello «accontenta» sia gli amanti del fisso che quelli del rotante.
Canne Ripartire da Pesca più Vendute Online
Per concludere, proponiamo una lista delle canne ripartite da pesca più vendute con i relativi prezzi.
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Ultimo aggiornamento 2023-03-29 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API