Da qualche anno a questa parte la tecnica del surfcasting si è molto raffinata e il surfcaster diventato un pescatore tecnico e completo. Tutto ciò grazie a tre varianti, surfcasting, lightcasting e beach ledgering. In questo articolo ne analizzeremo una che ha modificato alla base la filosofia della nostra disciplina: il beach ledgering.
Il beach ledgering è un argomento, di grande attualità, su cui è importante fare approfondimenti. E’ probabile, che questa tecnica sia nata da un tentativo di introdurre un’esca non proprio tipica nella pesca al lancio dalla spiaggia: la larva di mosca carnaia. A supportare questa ipotesi è la presentazione originale del beach ledgering che proponeva, il pasturatore e l’uso della larva della mosca carnaria come mezzo sicuro e inedito per far catture dalla spiaggia, anche di giorno.
Nel pubblico, però, ciò che ha fatto presa è stata soltanto l’introduzione di attrezzi ultraleggeri. Bocciato il bigattino si è invece sviluppato il filone delle lenze ultrasottili e delle zavorre ultraleggere, in linea con le tendenze già anticipate dal lightcasting. A supportare e promuovere l’efficacia di questi nuovi attrezzi è intervenuto l’agonismo. In realtà il beach ledgering va inteso come una tecnica di pesca al lancio, leggera eultraleggera. E per leggero si intende il metodo di pesca non il fine. E’ sbagliata l’interpretazione più generale che comunemente si attribuisce a questo tipo di pesca, ossia pesca a fondo dalla spiaggia col mare calmo, peggio ancora, di giorno. ‘ vero che gli attrezzi in uso sono i più redditizi in queste condizioni, ma ciò non significa che siano inadatti per altre situazioni come appunto il mare mosso, oppure la pesca notturna.
Non poniamo limiti alle possibilità di questa tecnica, anche se è evidente che il suo successo è in gran parte dovuto alla capacità di fare catture in condizioni sfavorevoli dove è necessario eludere la capacità dei pesci di discernere un’esca da un innocuo bocconcino. E’ il caso, appunto, di una bella giornata con mare calmo e acqua limpida. Ma vediamo quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il beach ledgering dalle altre tecniche da spiaggia.
Le canne da beach ledgering sono le più leggere in uso nella pesca dalla spiaggia ed hanno generalmente una potenza di lancio che non supera i 50 grammi. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di canne telescopiche il cui ultimo elemento, quello di punta, è però ad innesto. Questa caratteristica consente di montare cimini di diversa azione, aumentando notevolmente e spesso esageratamente il range d’azione della canna. Addirittura sono disponibili cimini con potenza di lancio intorno ai 100 grammi. Una valore incredibile che sconfina su un territorio che nulla ha a che fare con il beach ledgering e che spesso interrompe bruscamente la normale azione della canna. Utilizzando al meglio i vettini idonei, due o addirittura tre elementi ad innesto in fibra di vetro piena, si può coprire con molta precisione e diverse azioni la scala che va da pochi grammi fino a 50.
Ciò, naturalmente, vale anche per le canne ad innesti. Altrettanto valide sono le telescopiche tradizionali che, in barba all’osannata intercambiabilità delle vette, presentano un solo cimino, sempre telescopico, dedicato il più delle volte ad una potenza universale, sicuramente capace di soddisfare il pescatore non perfezionista. D’altra parte i cimini intercambiabili hanno il pregio di presentare gli anelli guidafilo fissi, e non scorrevoli come succede nelle normali telescopiche.
Un aspetto questo da tener presente perchè il diametro delle lenze che si usano normalmente difficilmente supera i mm 0,20. Quindi, nonostante i monofili moderni siano piuttosto tenaci, ogni torsione o sfregatura fuori luogo puà provocare la rottura del nylon. La lunghezza delle canne è compresa, in linea di massima compresa tra m 3,60 e m 3,90, una misura che è ormai diventata uno standard in tutte le tecniche di pesca a fondo dalla spiaggia. Il mulinello, considerati i delicati equilibri è assolutamente affidabile, conico, con avvolgimento a spire incrociate e piccolo quanto basta per gestire 200 metri dello 0,16, 0,18, max 0,20. Lo shock leader a volte non è necessario tanto leggere sono le zavorre da lanciare. Al massimo comunque si utilizza uno 0,30. I calamenti sono quasi impalpabili. Tutto, è ridotto ai minimi termini, sia fisicamente che numericamente. Girelle, perline, braccioli ed anche gli ami, fanno parte solamente di questa tecnica, appunto ultraleggera.
Un particolare snodo per bracciolo, ad esempio, contrariamente a quanto avviene nel solito schema “nodo – perlina – girella – perlina – nodo” viene realizzato senza girella e addirittura con una sola perlina. Il tutto in virtù della massima leggerezza.
E i grovigli? Per i braccioli è quasi sempre sufficiente la treccina, un sistema che irrigidisce la parte iniziale del bracciolo e lo rende immune dai normali attorcigliamenti dovuti ad un ricupero impaziente.
In breve un calamento tipo long arm è realizzato in questo modo. Attacco a 20 centimetri dal piombo, direttamente sullo shock leader. Lo snodo è costituito da una perlina fermata sullo shock da due nodi semplici, ovviamente uno sopra ed uno sotto. Il bracciolo si inserisce nel foro della perlina e ad essa viene legato con un nodo tipo uni. Per ottenere l’intercambiabilità dei braccioli, invece che legarli alla perlina è sufficiente praticare una gassa sull’estremità del bracciolo, inserire la gassa nel foro della perlina ed inserire infine l’amo e poi il bracciolo attraverso la gassa che spunta dalla perlina. I piombi più grossi, l’abbiamo già sottolineato, arrivano a pesare intorno a g 50. Ma i più leggeri ne pesano appena 5. Anche nel beach ledgering la gittata riveste un ruolo fondamentale. Risulta essere evidente, quindi, che le zavorre più leggere saranno usate nella pesca a breve distanza o nel sottoriva, mentre le più pesanti, per le quali è indispensabile una forma aerodinamica, serviranno per superare i 50 metri alla ricerca dei 100. Gli ami sono in sintonia col resto dell’attrezzatura. Piccoli, fini e leggeri. Del resto l’esca che meglio si adatta a questo tipo di pesca sono i vermi, principalmente l’arenicola. Ma anche tremolina o sardina, se le prede sono i muggini. Già, i muggini. Una specie che fino a ieri volava dalla spiaggia verso il mare camuffata da esca e adesso si ritrova, di punto in bianco, dall’altra parte a fare la preda.