Da quando il finlandese Lauri Rapala creò il primo artificiale a forma di pesciolino si aprì una nuova era per la pesca sportiva in mare e in acque dolci. I pesciolini o meglio, le imitazioni di pesciolini, nacquero per l’appunto in Finlandia destinati alla pesca a spinning nella acque interne, per catturare i grandi lucci. Conseguentemente, vista la bontà dei risultati, l’applicazione in mare fu l’immediata, con una crescita progressiva dei modelli e delle colorazioni. Il minnow nasce così, da un artigiano pieno di fantasia e passione, che da una barra di balsa riuscì a realizzare un’esca che avrebbe fatto entrare il suo nome nella storia della pesca tanto che in gergo comune la parola Rapala identifica il minnow ancor più del marchio stesso. Il minnow propriamente detto è l’artificiale con forma di pesciolino, paletta stabilizzatrice ed ancorette preposte alla ferrata del pesce. In commercio esistono moltissime varianti, ma in questo articolo ci soffermeremo sulla tipologia menzionata.
Il corpo del minnow può essere realizzato in balsa o plastica, nel primo caso si avrà un particolare movimento in acqua, nel secondo una maggiore resistenza alle dentature particolarmente affilate. Un buon minnow deve essere armato con ancorette molto resistenti in acciaio o lega leggera, da un solido attacco per la lenza e da una superficie perfettamente levigata e lucida. La prima qualità di un minnow che salta all’occhio di un pescatore è il colore, ovvero, la livrea. All’inizio della storia le livree riprendevano oggettivamente quelle dei piccoli pesci presenti in natura, ma col boom mondiale del prodotto, i pochi colori dei pesci del mediterraneo, slittavano in coda alle varie colorazioni a disposizione. Se analizziamo le possibili similitudini con i nostri pesci infatti, sono ben poche le livree con riferimenti alla realtà. Gran parte dei piccoli pesci del Mediterraneo, preda di quelli più grandi, presentano il dorso bluastro o grigio, i lati argentei ed il ventre bianco. Come parametri possiamo prendere il cefalo, la sarda, la menola e la boga. Ci sono poi pesciolini di fondo come la donzella e la perchia che hanno livree più variopinte, ma mai eccessivamente vivaci. Questo per anni ha stabilizzato la scelta delle colorazioni idonee ai nostri mari, su quattro cinque colori, eliminando a priori tutte la altre possibilità.
Ultimo aggiornamento 2024-11-23 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Come Scegliere i Minnow
Una ventina di anni fa fu immessa sul mercato una colorazione “assurda”, senza nessun riscontro oggettivo nella realtà: il “testa rossa”. Da una prima analisi il testa rossa poteva sembrare una presa per i fondelli ai danni dei pescatori, ma le catture hanno dato ragione all’idea, aprendo una nuova esaltante frontiera alle colorazioni per il Mediterraneo e non solo. Ci sono due parametri su cui basarsi nella scelta della colorazione: il primo che i pesci non distinguono i colori come noi e che sott’acqua con l’aumentare della profondità tutti i colori tendono al grigio, il secondo che molti degli attacchi avvengono per invasione di territorio o per bramosia alimentare, guidati quindi dal puro e semplice istinto di attacco.
Cosa spinga un pesce ad aggredire una colorazione piuttosto che un’altra, nessuno potrà mai stabilirlo, la nostra esperienza invece, può fornirci informazioni molto importanti. Da anni ed anni di pesca con esche artificiali è scaturito il dato che non è tanto la colorazione simile ad una naturale preda a stimolare un pesce all’attacco bensì la novità.
Ci sono alcune colorazioni talmente assurde, come il viola, il giallo o il fucsia che nessun pescatore penserebbe di mettere in acqua e che invece, provate in zone dove i pesci sono abituati a vedere esche tradizionali, danno dei risultati incredibili. Questo potrebbe ricondurci al discorso sulla memoria genetica dei pesci, ma si entrerebbe in un argomento lungo e complicato. E’ comunque provato che le nuove colorazioni creano nuovi stimoli e quindi sono da tenere sempre in considerazione.
I minnow sono stati creati somiglianti a piccoli pesci, prevalentemente con forma affusolata, ma sono poi state effettuate alcune varianti che risultano valide. Riguardo le dimensioni spesso ci si limita a proporre un’esca troppo grande a prede piccole; sbagliato! Infatti si deve considerare che alcuni predatori come la spigola e il dentice, grazie al loro apparato boccale sono abituati ad attaccare prede molto grandi. La spigola l’apertura della bocca, il dentice facilitato dai denti che possono trattenere la preda. Per altri predatori come palamite e tunnidi, sono invece più catturanti esche di dimensioni più contenute, in quanto questi pelagici si nutrono prevalentemente di sardine. La circonferenza del corpo dell’artificiale condiziona anche il suo movimento in acqua. Più la sezione è sottile, più il movimento sarà guizzante, così come aumentando la sezione il movimento si addolcisce. Tornando alle novità fu sintomatica la messa in commercio del modello Sliver 13 cm della Rapala, snodato e molto sottile. Nei primi mesi di utilizzo, questo artificiale fece registrare un aumento considerevole delle catture con quasi tutte le specie mediterranee, per poi stabilizzarsi ed allinearsi con gli altri modelli. La stessa cosa è successa con i Cristal della Yo Zuri, che hanno dato degli ottimi risultati con le spigole, appena entrati in commercio.
Come accennato la caratteristica principale di un minnow è la paletta anteriore. Questo accessorio conferisce il movimento “classico” di un pesciolino che nuota. La paletta può essere di plastica o di metallo a prescindere che i modelli siano affondanti o galleggianti. La paletta in plastica di ridotte dimensioni, dona all’esca un movimento con guizzi corti e rapidi ed in genere si trova sui modelli galleggianti. Quando è invece grande permette all’artificiale un discreto affondamento idrodinamico e dei movimenti meno scattanti. La paletta in metallo è invece prerogativa dei minnow affondanti ed ha il duplice scopo di dirigere l’artificiale e di emettere lampi di luce. La grandezza della paletta aumenta proporzionalmente l’affondamento dell’esca. In alcuni minnow sono state inserite delle piccole sfere all’interno che, con il movimento, emettono un tintinnio. Non è stato accertato se siano o meno più catturanti degli altri, fatto sta che alcuni predatori sono molto incuriositi dai rumori e di sicuro se l’artificiale gli sfugge al contatto visivo, non passerà inosservato a quello sonoro.
Ultimo aggiornamento 2024-11-23 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Come Utilizzare i Minnow
I minnow sono esche molto catturanti e trovano un vastissimo impiego sia in superficie che affondati. Il primo passo è il fissaggio sul terminale. I modelli dotati di anellino basculante sulla paletta possono essere annodati direttamente. Molti preferiscono utilizzare nodi a gassa che in teoria limitano meno il movimento dell’esca, comunque un semplice clinch assolve egregiamente l’attacco. Nei modelli che invece hanno l’anellino integrato al corpo, è preferibile realizzare un nodo a gassa o collegarli al terminale con un piccolo moschettone a pinzetta. Legato l’artificiale lo si deve immergere in acqua fuori dalla scia della barca e controllarne il movimento. Alcuni modelli resistono maggiormente alla velocità altri meno. In genere i minnow dai 3 ai 9 cm si trainano a circa 3,5 nodi, i modelli dai 9 ai 14 cm a 4 – 4,5 nodi e quelli da 18 e 22 cm possono essere trainati fino a 8 nodi. Per avere un’idea esatta della velocità ottimale basta filarlo per pochi metri da poppa ed aumentare gradatamente l’andatura fino ad individuare quella ottimale per il movimento. I minnow come è noto sono caratterizzati dal movimento laterale, ma con alcuni accorgimenti, la loro funzionalità può essere aumentata.
Utilizzando canne molto flessibili e lunghe ad esempio, l’ondulamento del fusto trasmette dei brevi strattoni all’esca che le permettono una sorta di scatto. Utilizzando multifili in fibra, dacron piombato o monel per l’assenza di elasticità della lenza, le ondulazioni del fusto della canna saranno trasmesse ancora con più rapidità all’esca rendendola più attirante. Un altro piccolo trucco per far funzionare meglio i minnow è quello di rallentare la barca per qualche istante e poi dare un colpo secco di manetta; la variazione di velocità improvvisa dell’esca la renderà ancora più “vitale”.
Le prime avvisaglie di mal funzionamento di un minnow si hanno quando l’artificiale tende ad andare di lato rispetto all’asse longitudinale della barca o addirittura compie una rotazione che lo porta fuori dall’acqua. In questi casi bisogna intervenire sulla paletta stabilizzatrice (nei modelli con paletta metallica), con una pinza, cercando con piccoli spostamenti di riportare al nuoto normale l’artificiale. E’ da tener presente che in nessun altro caso bisogna toccare la paletta, in quanto si modificherebbe negativamente il movimento dell’esca. Il punto più debole dei minnow sono le ancorette in quanto sensibili agli agenti marini. In lega leggera nichelate o in acciaio inox e nonostante siano trattate contro la ruggine e la salsedine, inevitabilmente si arrugginiscono, abbassando notevolmente la capacità penetrativa e le caratteristiche meccaniche. Quando si notano le prime tracce di ossido è necessario sostituirle. Le ancorette vanno controllate spesso, verificando la capacità di penetrazione e l’apertira dell’ardiglione. Per poter preservare le ancorette si possono coprire le punte degli ami con del tubicino di plastica, oppure con apposite “salvancorette”. Generalmente gli anellini di collegamento tra minnow ed ancoretta sono meno soggetti a corrosione, ma nel caso si notino punte di ruggine, è necessario sostituire tutto.