L’affondatore o down rigger è un ingegnoso strumento nato per far “navigare” alla profondità desiderata sia le esche vive che quelle artificiali durante i nostri momenti di pesca alla traina.
Questa bella invenzione è stata ideata al fine di semplificare molto la nostra tradizionale tecnica, al punto da permetterci di non inserire piombi sulla lenza madre, riuscendo a farci diminuire il libbraggio dei monofili in canna a tutto vantaggio della sportività e del divertimento. In commercio si trovano diversi modelli di down rigger, la cui scelta va fatta a seconda delle esigenze personali. Per esempio, pescando con piccoli natanti, nella maggior parte dei casi lo strumento in questione è posto vicino alla consolle di guida ed è comandato manualmente; viceversa quando le imbarcazioni sono di maggiore stazza ci equipaggeremo di affondatori elettrici, pratici da usare e estremamente affidabili.
Personalmente sono circa otto anni che usufruisco dell’affondatore durante le mie battute di pesca e, credetemi, una volta imparato ad usare, rimane veramente difficile farne a meno; infatti, oltre all’opportunità di pescare a fondo con “canna libera” da zavorre, si posso aggiungere altre interessanti opportunità: calare contemporaneamente più canne, aumentare la velocità di traina per vagliare in minor tempo più tratti di mare e al momento desiderato, rallentare e con un semplice movimento entrare in pesca nella zona scelta. Durante lo strike, con un veloce recupero del cavo possiamo liberare in pochi secondi l’intera zona d’azione da pericolosi intralci migliorando notevolmente le fasi del combattimento.
Attualmente nel mio fisherman uso un affondatore elettrico Cannon Mag D.T, in quanto pratico l’ottanta per cento delle mie scorribande in solitario; quando capita, però, non disdegno l’intervento di un compagno a bordo e l’uso di un affondatore manuale.
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Il cavo
Risulta essere una treccia in filo di acciaio, che viene venduta in bobine di differente libbraggio. maggiore è il libbraggio del cavo e più difficile è la precisione del conta metri, perché lo spessore fa aumentare l’attrito e quindi la tolleranza con il fondo effettivo.
Un anno fa durante una competizione mi è capitato di incagliare in una rete abbandonata e perdere la palla, oltre che al danno economico anche la beffa perché ho ripristinato il tutto con la massima celerità, ma il cavo a causa della forzatura nel tentativo di disincaglio, si era lesionato e quindi si è definitivamente rotto una seconda volta facendomi perdere nuovamente la palla appena cambiata. Una riflessione è importante: in caso di imprevisti del genere, tenere nella stiva tutti i ricambi è fondamentale, pena il ritorno innanzitempo a terra. In ogni caso il consiglio è di usare materiale di primissima qualità nelle misure che vanno dalle 100 alle 150 lbs.
La pinza di sgancio
Il modo migliore per collegare la lenza madre all’affondatore è tramite le pinze a sgancio rapido. Ce ne sono un’infinità di modelli sul mercato, ma mi sento di consigliarne solo due tipi: il primo è la R.R. da non confondere con la prestigiosa auto anglosassone.
E’ un po’ difficile da acquistare essendo di provenienza statunitense ed il costo è abbastanza elevato, ma è eccezionale, perché è l’unica che può lavorare in tandem sullo stesso affondatore, ha la qualità di non lesionare il filo in fase di allamata e la grande comodità di sbloccarsi dalla sua posizione nel cavo senza interferire nel recupero.
La seconda pinza in questione è la “Multisgancio” della Stonfo, è un pochino più impegnativa durante le operazioni di pesca ma è facile da reperire e soprattutto è affidabile e a buon prezzo…
Un consiglio: interponete tra la pinza e la lenza madre tramite una bocca di lupo un elastico, risparmierete tempo e usura delle quanciotte e soprattutto qualche Euro che in questo periodo di crisi
non fa mai male.
True track
Risulta essere uno speciale morsetto con una girella che va inserito alla fine del cavo per agganciare la palla di cannone. La sua caratteristica principale è di non far prendere strane torsioni in fase di pesca al cavo d’acciaio e al terminale.
Base girevole
Si interpone tra l’affondatore e la murata della barca, dando la possibilità di girare il down rigge di 360° in modo da posizionare al meglio il tutto sia in fase di pesca, che in fase di riposo.
La manutenzione
Dopo un prolungato “riposo” del nostro down rigger occorre procedere ad un’accurata manutenzione.
Occorre per primo lavare il tutto con acqua dolce, spruzzando una volta asciugato con CRC il cavo e le parti in metallo; quindi si completa con una buona dose di silicone sulle parti di plastica e resina e per finire, dovremo immettere del grasso al litio tra le giunture e nelle bullonerie .
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