Chi intende cimentarsi nella pesca ai giganti del mare, deve decidere se affrontare il combattimento in piedi o attrezzare la propria barca con una sedia da combattimento. Il problema non è di facile soluzione né di secondaria importanza, dato che tutta l’attrezzatura andrà programmata a seconda del metodo scelto
La prima considerazione da fare prima di effettuare la scelta riguarda la taglia dei pesci presenti nella zona in cui si intende operare; in alto adriatico, ad esempio, la probabilità di allamare un bestione di oltre 200 kg consiglia a chi inizia l’installazione di una buona sedia riservando il combattimento in piedi solo agli angler più esperti e fisicamente preparati.
I tonni del Tirreno invece, che raramente superano il quintale, consentono anche al principiante con la adozione di alcune precauzioni, di tentarne la cattura in stand up.
COMBATTIMENTO IN SEDIA
Se si possiede un’imbarcazione con comodi passaggi laterali, la sedia può essere posizionata a prua. Questa soluzione facilita molto l’inseguimento del pesce dopo la prima fuga e consente un maggior margine di errore nelle manovre da effettuare durante il combattimento.
I motori sono molto distanti e la possibilità di sfregamenti della lenza contro timoni ed eliche è, a dir poco, remota.
Il combattimento con la sedia a prua è il modo più facile e veloce per portare a termine la cattura, forse per questo è considerato anche il meno sportivo.
Con la sedia posizionata a poppa, nel centro del pozzetto, le cose si complicano. Spesso la quantità di canna che sporge dalle murate e oltre la plancetta è minima e in questo caso riuscire a portare a termine la cattura è merito più dell’abilità dello skipper che non dell’angler.
Dopo l’allamata si dovrà scegliere se iniziare il recupero della lenza in retromarcia o girare la barca per inseguire il tonno e recuperare con maggiore facilità.
Tutto il combattimento si effettua manovrando continuamente per non rischiare che il tonno vada sottobordo e la lenza tocchi la barca; per portare il pesce al raffio il mate dovrà aiutarsi prendendo il terminale con le mani, un po’ come si fa all’estero nella pesca ai grandi rostrati.
COMBATTIMENTO IN STAND UP
Il grande vantaggio di questa tecnica è la mobilità: poter combattere il pesce spostandosi in tutta l’area del pozzetto, ci consente di scegliere sempre la posizione migliore limitando al massimo i movimenti della barca ed in caso di prede non molto grandi si può terminare la cattura senza neppure avviare i motori. Per mettere in pratica correttamente questa tecnica abbiamo la necessità di particolari cinture da combattimento con un largo e comodo appoggio sulla parte superiore delle cosce; a questa va abbinato un renale, ovvero una fascia che cinge i reni, completa di moschettoni che andranno agganciati al mulinello.
La pompata si effettua flettendo le ginocchia come per sedersi ma con il busto proteso all’indietro, sorretto soltanto dalla forza esercitata dal pesce sulla canna che durante questo movimento si solleva per tornare ad abbassarsi quando assumeremo di nuovo una posizione eretta.
Durante queste fasi assumeremo spesso delle posizioni di precario equilibrio ed è quindi indispensabile assicurarsi con una sagola ad una parte solida della barca e farsi assistere da un compagno pronto ad intervenire in caso di rottura della lenza. Anche se più faticoso e leggermente più complicato, questo metodo è sicuramente più divertente è sportivo.