Una tra le esche più usate durante le battute di lightdrifting è senza ombra di dubbio la sardina, ma per sfruttare in pieno le sue grandi doti sia di richiamo, sia come esca dovremo seguire delle precise strategie. Vediamo quali.
Quante volte abbiamo letto, o anche solo sentito parlare, della sardina come esca capace di fare “faville” se usata correttamente e di regalare grosse emozioni quando viene innescata per insidiare ad esempio specie ittiche come il tonno. In ogni caso, il grande potere attirante che scaturisce dal suo corpo oleoso, richiama un po’ tutte le creature marine compreso la minutaglia, al seguito della quale arrivano pesci di taglia ragguardevole e di prestigio come: palamite, saraghi, dentici, orate e altri ancora. Ne abbiamo sentito parlare così tanto al punto tale che pensiamo di sapere già tutto su questo clupeide azzurrognolo, ma credetemi, non è proprio così! Sono moltissimi infatti gli utilizzi di questi pesci: da essi si ricava un’olio da usare nelle pasture, tritati e compressi in un pasturatore, sono irresistibili, una volta rilasciati in mare. Ma anche semplicemente come innesco, riescono a soddisfare la maggior parte dei predatori e non solo. Ed è proprio di quest’ultima caratteristica che parleremo in questo articolo dando appuntamento ai lettori per il proseguo dell’argomento su queste stesse pagine.
Quando andremo ad insidiare i pesci di fondo come saraghi, dentici, gronghi e murene opteremo per la sardina intera, utilizzando l’apposito ago da inneschi. Vediamo adesso come si utilizza questo strumento.
Dovremo formare per prima cosa una doppia asola all’inizio del terminale, successivamente inizieremo a “cucire” la sarda partendo dalla pinna caudale e facendo fuoriuscire l’ago dalla bocca, quindi inseriremo l’asola nella cruna dell’ago e tireremo in modo che l’amo vada proprio a finire in bocca alla sardina.
A completamento di tutto una volta lanciata in acqua pastureremo la zona con pasturatore a sgancio.
La mezza sardina
Una volta tolta la testa e la coda dell’esca, inseriremo l’ago facendolo fuoriuscire nella parte inferiore del corpo, quindi procederemo come nel caso della sardina intera.
L’esca così presentata è molto efficace per insidiare tutti i pesci che si trovano nella prima fascia d’acqua: occhiate, aguglie, palamite ecc.
Amo passante
Durante le nostre battute di pesce, potrà capitarci che si avvicinino all’imbarcazione attratti dalla pastura sgombri, occhiate e palamite, tutte specie ittiche che richiedono una notevole velocità d’azione di pesca che ci permetta di sfruttare al massimo il momento magico in cui stazionano nelle nostre vicinanze. In tale situazione procediamo come segue: prendiamo una sarda tagliendole la testa e la coda; quindi iniziando dalla coda cuciremo questa volta con l’amo il boccone. Con la parte iniziale del filo faremo un falso cappio che stringeremo in prossimità del taglio; in questo modo eviteremo durante il lancio di perdere la sardina.
Da non dimenticare
Per effettuare un perfetto innesco dovremo sempre avere a disposizione un ottimo paio di forbici ben affilate, inoltre non dovremo dimenticare l’ago specifico per la sardina; infine, non dovrà mai mancare una tavoletta di legno (una sorta di tagliere) dove appoggiare le sardine da tagliare e dove eseguire le procedure di innesco.