La pesca in drifting si attua principalmente in due modi, ancorati o a scarroccio. Entrambe le tecniche hanno i loro lati positivi e negativi, cerchiamo di esaminarli in modo da pescare nella maniera più adatta alle varie situazioni che possiamo incontrare.
La tecnica del drifting ancorati è da preferirsi quando vogliamo mantenerci in una zona ben precisa caratterizzata da forti dislivelli batimetrici, in presenza di secche, cigliate, relitti o quando si è certi della presenza di pesce in un ben delimitato e circoscritto tratto di mare. Le condizioni ottimali per pescare ancorati si hanno quando la corrente ed il vento vanno nella stessa direzione o al massimo angolati fra loro di non più di 90°, con corrente e vento che vanno nella direzione opposta la pesca all’ancora risulta impossibile perché le lenze sarebbero inevitabilmente trasportate verso la cima dell’ancora.
La presenza di corrente è fondamentale, più forte è meglio è, perché consente di effettuare una scia di pastura molto lunga richiamando il pesce anche da molto lontano e le lenze in pesca stanno ben tese e distanziate tra loro.
Quando la corrente e debole o addirittura assente avremo difficoltà ad allontanare le lenze dalla barca e la pastura scenderà a picco senza effettuare un efficace richiamo. Per quanto riguarda l’azione specifica di pesca, una volta giunti in zona e constatata la direzione della corrente si può accelerare l’azione della pastura effettuando la cosiddetta strisciata risalendo la corrente e gettando sarde ad intervalli regolari per una distanza che può arrivare anche ad un miglio, dopodiché si provvede all’ancoraggio e sempre continuando a pasturare si dispongono le lenze in pesca.
Normalmente si possono calare da tre a cinque lenze disposte a varie profondità in modo da coprire la fascia d’acqua che va da 60 metri fino alla superficie. Si comincia calando per prima la lenza che lavora più in profondità e che di regola si dispone più lontano e si prosegue per finire con quella che lavora più in superficie e più vicina alla barca. Sulle lenze profonde si usano di regola terminali robusti ed ami grandi con esche voluminose e dure come sgombri, sugarelli e grosse alacce; le lenze più vicine alla superficie avranno terminali più sottili ami piccoli e saranno innescate con sarde intere che andranno controllate più di frequente perché facilmente deteriorabili.
L’affondamento sarà assicurato da un piombo fissato con un elastico all’inizio della doppiatura, pescando all’ancora una scorta di piombi da 50 a 300 grammi sono in genere sufficienti ad affrontare ogni situazione.
Drifting a scarroccio
Questa tecnica di pesca si effettua con la barca in movimento con una direzione ed una velocità data dalla risultante della forza del vento e della corrente sommate tra loro, quindi a parità di forza la velocità di deriva sarà maggiore quando il vento e la corrente vanno nella stessa direzione che non nella direzione opposta. Questa peraltro sarebbe la condizione ottimale perché la barca scarroccia nella direzione della corrente con le lenze perfettamente nella scia della pastura , in genere è comunque sufficiente, come quasi sempre accade, che la forza del vento sia superiore alla corrente per effettuare una corretta azione di pesca. Contrariamente a quanto si crede l’eccessiva forza del vento non costituisce un impedimento per la pesca a scarroccio, salvo che in condizioni limite, ma in tal caso è forse più opportuno rientrare velocemente in porto che tentare l’ancoraggio.
Le vere difficoltà si hanno in assenza di vento o con vento debole e di direzione variabile, in questo caso la barca non prende una direzione precisa e mantenere le lenze correttamente in pesca effettuando una efficace pasturazione diventa pressoché impossibile. I principali vantaggi della pesca a scarroccio sono dovuti alla distanza che la barca copre con il suo spostamento e quindi alla possibilità di effettuare una scia di pastura molto lunga ed esplorare un buon tratto di mare.
Questa è la tecnica da preferire quando si pesca in zone con andamento batimetrico costante ed in presenza di scarsa corrente. Per pescare a scarroccio correttamente è quasi sempre necessario l’uso di un’ancora galleggiante piuttosto grande.
Personalmente, con una barca di 8 metri, uso un’ancora di circa 4 metri di circonferenza, che una volta calata in acqua deve essere collegata con due cime alle bitte dello specchio di poppa, una a destra l’altra a sinistra.
Regolando la tensione delle cime, possiamo far sì che la barca si disponga con la poppa perfettamente rivolta nella direzione di scarroccio che di solito coincide con la direzione delle onde e quindi oltre che rallentare la velocità possiamo evitare anche il fastidioso rollio che assume la barca quando si dispone di traverso.
L’azione di pesca è peraltro simile alla pesca all’ancora tenendo presente che possono spesso servire piombature più pesanti e sarà quindi opportuno poter dsiporre di piombi fino a 500 grammi. Come abbiamo già detto in assenza di vento la pesca a scarroccio diventa pressoché impossibile tuttavia in questa situazione può essere praticata una tecnica la cui validità è forse addirittura superiore.
Per poterla attuare però occorre una barca con un piccolo motore ausiliario o con gli invertitori forniti di trolling valve cioè una barca adatta per la traina lenta, perché in effetti di questo si tratta, se poi si dispone anche di un autopilota l’attrezzatura è perfetta. Arrivati in zona di pesca, verificata l’assenza di vento e la direzione della corrente si accende il motore ausiliario o si innesta il trolling valve sul motore principale, si regola la velocità da 0,5 a 1 nodo e si imposta l’autopilota sulla direzione da tenere, per il resto tutto come per la pesca a scarroccio perché in effetti di uno scarroccio artificiale si tratta. Il vantaggio consiste nel poter scegliere la direzione e la velocità per effettuare la nostra azione di pesca e scusate se è poco. Questa tecnica può essere utilizzata anche in altre occasioni, sia per modificare la direzione di scarroccio quando le direzioni di vento e corrente non consentono una corretta azione di pesca, sia per rallentare la velocità quando questa si fa eccessiva; tuttavia in questi casi il discorso diventa più complesso e non sempre i vantaggi che si possono ottenere giustificano il continuo uso del motore.