Tramontana pesce in tana… il pesce si allontana… non pigliar la canna in “mana”. Questi ed altri fanno parte di detti popolari citati quando le nostre coste sono sottoposte alla furia del freddo vento del nord. Ma noi, pescatori impenitenti, ci affidiamo ad un altro proverbio: la speranza è l’ultima a morire e con dei piccoli accorgimenti sia di tecnica, sia di posizione di pesca, vediamo di passare qualche ora sulla riva del mare… ovviamente con la nostra bolognese in mano.
Neve, freddo, vento da nord, bora, brusco calo delle temperature sono tutte situazioni climatiche che non sono in sintonia -o se vogliamo usare una terminologia ancora più specifica- non entrano perfettamente in simbiosi con le necessità di un pescatore; e con il termine necessità intendiamo situazioni climatiche totalmente differenti da quelle che stanno imperversando in questi ultimi tempi la nostra cara e vecchia Penisola.
Sembrano ormai lontani i tempi quando il caldo e umido scirocco attraversava l’Italia portando con sé, pioggia e instabilità ma allo stesso tempo riusciva anche a donare alle acque del mare quel movimento che era sinonimo di pescosità e divertimento. Comunque è inutile pianger sul latte versato e quindi bisogna sottostare alla legge del più forte e in questo caso, contro la natura, non lo siamo davvero noi.
Dunque, purtroppo quest’inverno sarà ricordato per il gran gelo, che ha causato anche a livello del mare un notevole abbassamento della temperatura del suolo e delle acque, causando conseguentemente un repentino allontanamento dalle coste di molte specie ittiche che hanno cercato nella profondità una temperatura costante. Le zone di pesca più classiche, i posti più segreti sembrano esser stati completamente dimenticati da qualsiasi forma di vita. In ogni caso, anche se esigue, alcune possibilità di divertimento con queste situazioni climatiche secondo noi è possibile trovarle.
PRIMA DI TUTTO LA ZONA DI PESCA
Fermo restando che la situazione che descriviamo è ambientata in Tirreno, la zona di pesca dovrà essere scelta in base all’esposizione al vento, quindi “a ridosso” in modo tale che sopra la nostra postazione e conseguentemente anche in mare esista un’area di calma. Dovremo scartare i tratti di litorale caratterizzati da un fondale basso o esclusivamente sabbioso, rivolgendo la nostra attenzione a quelle piccole insenature o canali naturali che sono caratterizzati da un fondale profondo almeno tre metri nell’immediato sottocosta e con un habitat prettamente roccioso.
Questo perché i venti di terra come la tramontana o il grecale oltre che a procurare un abbassamento della temperatura rendono le acque limpide e cristalline quindi inappropriate alla pesca con la bolognese in acque basse o su fondali sabbiosi.
Ancora meglio sarà se riusciremo a trovare, e non è poi così difficile, delle zone dove sono presenti piccole secche o scogli affioranti a pochi metri dalla costa, questo perché anche in condizioni climatiche avverse le zone caratterizzate da fondali frastagliati e ricche di piccoli insenature offrono in ogni caso qualche chance in più di successo rispetto a siti dove si ha la presenza di fondali diversi anche se misti sabbia-scoglio.
Una volta che saremo riusciti a trovare queste caratteristiche, meglio se nella zona di nostra usuale competenza, non ci resterà altro (e questo è tutto dire), che montare la nostra “brava” attrezzatura, la quale dovrà essere obbligatoriamente leggera dato che con le condizioni meteo-marine avverse e dove le correnti non percorrono gli abituali tragitti e il moto ondoso si sia completamente placato avete un unica possibilità di successo, pescare con montature veramente leggere.
TECNICHE DI PESCA
Prima di tutto dovrete imbobinare il vostro mulinello con del monofilo del diametro dello 0.16 ottimo secondo noi è risultato il Genesis della Smart o il Power della Colmic, lasciate pure a casa galleggianti di portata superiore ad un grammo mentre andranno più che bene le forme affusolate meglio se con deriva in acciaio.
Come terminale dovrete usare uno 0.8 o al massimo uno 0.10 di diametro, mentre per quanto riguarda l’amo da utilizzare dovrà essere sempre scelto in base all’esca che voi decidete di utilizzare.
Dato la bassa temperatura dell’acqua noi vi consigliamo di utilizzare come esca o degli anellidi o del pane francese, questo perché se userete dei bachini di sego la loro mobilità sarebbe compromessa da fattori ambientali negativi quale appunto la temperatura eccessivamente bassa. La montatura è molto semplice nella sua realizzazione ma altrettanto efficace. Inserite il gallegginate sul filo madre e conseguentemente formate una piccola asola sullo stesso fìlo. Costruite una seconda gassa sul terminale e inseritela dentro la prima asola. A questo punto non vi resta altro che far passare il capo opposto del terminale dentro la seconda asola per due volte,tirate in direziono opposta i due fili cioè madre e terminale e il gioco è fatto.Se poi volete sempre il meglio da ogni nodo è sempre bagnare i due fili con la saliva prima di tirarli. Per quanto riguarda la disposizione della piombatura se le condizioni sono quelle descritte in precedenza cioè assenza totale di corrente e moto ondoso noi vi consigliamo di eliminare anche in maniera totale la piombatura,cioè pescare senza alcun peso aggiuntivo sulla montatura, quindi solo e soltanto galleggiante amo e esca, in questo caso però è sempre meglio adottare per non avere problemi eccessivi durante il lancio un galleggiante di tipo piombato ottimo è il Bravo di grammatura 0.
Quindi anche con queste condizioni ambientali è possibile trovare il modo o la maniera di poter almeno passare qualche ora con la nostra e cara bolognese, aspettando che arrivino momenti migliori.