Se la pesca del muggine a fondo, di cui abbiamo parlato in passato, ci rende partecipi al massimo all’azione di pesca, ancora meno distrazioni possiamo permetterci
se usiamo il galleggiante.
La pesca con il galleggiante è sicuramente quella che maggiormente viene praticata per insidiare il cefalo. Non esiste certo pescatore di molo o di scogliera che non abbia mai tentato di insidiare il muggine usando la montatura con il galleggiante. Questa tecnica viene solitamente praticata in quei tratti di mari dove si riscontra la tendenza della specie ad alzarsi dal fondo per mangiare a mezz’acqua, oppure, meglio ancora, provando a farla uscire dalle tane di una scogliera attirata da una sapiente pastura.
Utilizzando il galleggiante possiamo impiegare sia la canna fissa che la bolognese, ma a seconda dei luoghi di pesca, e specialmente dove i muggini presenti sono di stazza notevole, conviene sempre adoperare la canna con mulinello. La fissa, comunque, dovrà essere impiegata nelle misure lunghe dai 7 ai 9 metri. Per la bolognese possiamo orientarci su lunghezze di 6/7 metri. La montatura della canna fissa andrà effettuata con una lenza madre di diametro 0.14, nella quale inseriremo il galleggiante solitamente di grammatura variabile tra 0.75 e 1.5 grammi. La scelta del tipo di galleggiante è fondamentale, come lo è la piombatura del medesimo. Per segnalatore si usa solitamente un semisferico con asticella in carbonio. La piombatura andrà effettuata alla perfezione, per poter avvistare anche le minime mangiate del pesce. Si usa di solito piombare il galleggiante con una torpille di grammatura poco inferiore alla portata dello stesso e rifinire il tutto con pallini di piombo spaccati di misura 10/11.
Il finale viene costruito solitamente a due ami, con braccioli di lunghezza di circa 60 centimetri uno e 80 l’altro legati con monofilo tra lo 0.08 e lo 0.12 millimetri. Gli ami a gambo semilungo dovranno essere tra il 18 ed il 14. La pesca con canna e mulinello sarà molto similare come montatura a quella descritta per la canna fissa, ma varierà invece nella grammatura del galleggiante che andrà da un minimo di 1.25 fino anche ai 2.00 grammi in situazioni particolari.
Con la canna bolognese possiamo in certi luoghi aumentare anche la misura dell’amo, ma solo in quei casi in cui i pesci siano di dimensioni veramente eccezionali.
La pesca del muggine, come tutti sappiamo, richiede una pasturazione che risolve al 100% l’esito della battuta. Nel nostro caso la pesca si effettuerà quasi sempre a mezzofondo e quindi dovremo preparare una pastura che riesca a portare le nostre prede alla giusta altezza di azione. Si userà quasi sempre solo sfarinato. L’aggiunta della sarda in questo caso potrebbe essere nociva perché incollando la pastura la porterebbe direttamente sul fondo. Per sfarinato si intende una serie di ingredienti in polvere, mescolati tra loro, che poi bagnati formeranno il nostro brumeggio. Di sfarinati veramente validi in commercio ne esistono molti e qualsiasi impasto destinato ai cefali può fare al caso nostro.
Prepararlo da soli sarebbe una cosa molto interessante e a volte più valida, ma se molti sono i vantaggi, moltissimi sono anche i contro. Per prima cosa occorre del pane raffermo da macinare fine.
Meglio ancora se il pane fosse tostato, in modo da non contenere residui di umidità.
A questo ingrediente, che sarà la base della pastura, aggiungeremo del formaggio grattugiato in ragione del 30%.
A questo punto alla pastura servirà un elemento disgregante, che potrebbe essere la farina gialla o il semolino. Da non dimenticare anche una certa quantità di elemento legante, come ad esempio il latte in polvere, e una percentuale di farina di pesce che non guasta mai.
L’impasto che creeremo, una volta bagnata la nostra pastura, dovrà risultare molto compatto ma allo stesso tempo così friabile da sciogliersi durante la discesa sul fondo.
Come per qualsiasi altra tecnica di pesca al muggine l’esca appropriata anche in questo caso si ridurrà alla polpa della sard, ricordate che quella bianca del dorso e della pancia è la migliore, oppure il pane a treccia francese sapientemente bagnato. Come alternativa possiamo usare le pastine in polvere che troviamo in commercio pronte all’uso.
Ultimamente queste esche si sono rivelate di buona efficacia in quanto il sapore di formaggio che emanano è un ottimo richiamo per i muggini. Appena bagnate sono pronte all’uso e permettono inneschi facili e veloci anche per i meno esperti. Sicuramente l’applicazione perfetta della tecnica di pesca sarà, come al solito, l’arma vincente. Ricordiamoci quindi di pasturare di continuo, con maggior frequenza all’inizio, ma con continuità durante tutta l’azione.
Dovremo sempre tenere esca e galleggiante nella scia della pastura e mai viceversa. Questo fattore è importante per evitare dannose dispersioni, quindi cercheremo di concentrarla in un solo luogo. Il galleggiante dovrà essere piombato alla perfezione, dovranno essere visibili solo l’asticella ed una piccola parte del corpo. La toccata del muggine è spesso impercettibile, ma potremo “combatterla” con la pazienza e la prontezza di riflessi. Quando il muggine mangia vedremo di solito oscillare il galleggiante per qualche secondo per poi affondare con decisione. Risulta essere proprio in quel momento che dovrà arrivare la nostra ferrata, sicura ma non troppo violenta. Può capitare spesso di vedere le toccate sul galleggiante e di non allamare il pesce. Le ipotesi da formulare sono diverse.
Proseguendo nell’azione, una volta che avremo allamato il muggine il recupero andrà fatto con molta calma, assecondandone le fughe repentine con la canna, se peschiamo con la fissa, oppure con la frizione del mulinello se peschiamo con la bolognese. Ricordate sempre che, fino a quando il muggine non è completamente stanco, non si avvicinerà mai al guadino. Conviene quindi aspettare qualche minuto in più e portare al nostro coppo il pesce ormai stremato. Si parla ultimamente di rilasciare le prede. In merito esprimo la mia opinione: non approfittiamo mai di quello che la natura ci regala! Se capitiamo in una giornata che i pesci mangiano anche la canna, dobbiamo avere il buon senso di smettere e di trattenere solo il necessario per una cena.