Una barca espressamente dedicata alla pesca d’altura si individua e si riconosce già a prima vista dalla presenza a bordo di un paio di antenne molto evidenti, i divergenti.
Anche la tuna tower è un elemento distintivo delle barche per la pesca d’altura, di grande utilità, ma rimane riservata a scafi di dimensioni importanti.
E se la nostra barca non ne fosse dotata all’origine, un montaggio successivo richiede tassativamente l’intervento di un cantiere specializzato.
E il risultato finale di un’operazione di bricolage può talvolta risultare disastroso, compromettendo le migliori attitudini dello scafo.
I divergenti al contrario possono trovare posto su qualsiasi scafo superiore ai sette metri e dovrebbero assolutamente essere installati su ogni barca che pensi di dedicarsi seriamente alla traina d’altura alla ricerca di aguglie imperiali, tonni di vario genere, lampughe , a prescindere dalla grandezza delle prede.
In quanto sono capaci di incrementare notevolmente il numero delle catture.
Quelle due lunghe antenne che svettano da ogni sportfisherman che si rispetti, conferiscono alla barca che li possiede un aspetto aggressivo ed agguerrito, e la fanno immediatamente catalogare come propensa alla pesca d’altura. In effetti, anche al di là del valore estetico (che comunque su una barca ha la sua importanza), i divergenti sono un accessorio che, per chi ha intenzione di dedicarsi alla traina d’altura, deve essere considerato indispensabile. Se le vostre tecniche preferite sono la traina di fondo col vivo, il drifting, o qualsiasi genere di bolentino, probabilmente i divergenti non li userete mai; ma se pensate di provare a traina mare aperto alla ricerca di tonni, lampughe, aguglie imperiali, allora fare a meno dei divergenti significa limitare di molto le proprie possibilità di successo.
Queste lunghe aste, spesso chiamate anche outrigger, cioè col loro nome inglese, possiedono infatti diverse funzioni capaci di rendere l’azione di traina in alto mare decisamente più efficace. Innanzitutto la possibilità di mettere in pesca molte canne contemporaneamente. Questo è un vantaggio enorme su due fronti. Innanzitutto trainandoci dietro una schiera composta da tante esche, abbiamo molte più probabilità di richiamare nella scia della nostra barca un branco di pesci. In particolare nelle giornate in cui a galla si vede poca attività la differenza fra trainare tre o quattro lenze oppure sette od otto si fa sentire. Poi bisogna considerare che molte volte una giornata di traina d’altura è fatta di tante ore senza nessuna emozione, per attendere quei pochi minuti di battaglia, in cui un branco aggalla nella nostra scia, i pesci abboccano, combattimenti, poi fine.
In questi casi bisogna essere capaci di sfruttare al massimo quei pochi minuti, e avere in pesca tante canne vuol dire grandi possibilità di strike multipli. Quindi tanti pesci in barca anche con solo pochi minuti d’azione nell’intera giornata. Ma il vantaggio dei divergenti non sta solamente nella possibilità di aumentare il numero di canne in pesca. E’ altrettanto importante il fatto che le esche trainate dai divergenti hanno un’azione ben diversa da quelle trainate direttamente dalle canne, per due motivi: il primo è che le lenze calano dall’alto, e quindi le esche che vengono dagli outrigger tendono a saltare sulla superficie più delle altre.
Il secondo e principale vantaggio delle esche trainate dagli outrigger è che queste si trovano a lavorare fuori dalla scia del motore, quindi fuori dalla schiuma, nell’acqua blu, e risultano sempre molto più visibile delle altre.
Per quanto riguarda la scelta del tipo e della lunghezza dei divergenti, la regola più ovvia è anche la più valida: vanno dimensionati alla grandezza della barca. Quindi un fisherman tipo express o convertibile dai trenta , trentadue piedi in su, dovrebbe montare divergenti molto lunghi, armati di una o due crocette e relativi stralli.
Con un’attrezzatura di questo genere si deve dotare ogni singolo divergente di almeno un paio di pinze di sgancio indipendenti, ognuna sulla propria cimetta, in modo da poter usare due lenze da ogni outrigger. Viceversa su barche inferiori agli otto metri, aste non più lunghe di cinque metri, capaci di portare una sola lenza sono l’ideale. Anche la scelta delle pinze di sgancio ha la sua importanza. Benché siano tutte regolabili, bisogna comunque assicurarsi che la forza necessaria ad aprirle sia adeguata al carico di rottura delle lenze che siamo soliti usare e alla trazione esercitata dalle esche che pensiamo di trainare. E durante l’azione di pesca devono essere regolate abbastanza dure, in modo che quando il pesce abbocca rimanga ferrato prima dello sgancio.