La ricetta “sicura” per un’efficace pasturazione è l’ottima qualità del prodotto. Come molti sanno, la pastura base per il drifting è formata perlopiù da sardine. Questi clupeidi possono essere impiegati interi, a pezzi e tritati, magari mescolati ad altri ingredienti. Si possono richiamare un po’ tutti i pesci, quindi, anche i tonni; basta eseguire alcune operazioni precise e procedere seguendo il metodo tradizionale. Vediamo come agiscono i pescatori in Toscana e in specifica in Versilia.
In Versilia non è difficile trovare le cassette di sarde ma… ci sono varie incognite da risolvere: il giorno e l’orario per esempio. Se sei fortunato ed hai un buon frigorifero ti puoi approvvigionare il giorno precedente alla battuta altrimenti i giorni festivi se hai la pazienza di aspettare nella darsena nuova -di fronte al mercato ittico- il rientro delle paranze attrezzate alla pesca del pesce azzurro.
Quando siete ad acquistare le cassette scegliete sempre quelle miste composte per lo più da sardine ma anche da sugarelli boghe sgombri alacce, perché risulteranno proprio questi “clandestini” i vincenti! La scelta viene pilotata da diversi fattori, prima di tutto il prezzo, la quantità circa 10 /12 kg a cassa, la freschezza o l’ottimo stato di conservazione del pesce congelato.
Per un minimo di cinque ore di pesca bisogna approvvigionarsi di circa 30 chili di sarde.
In caso di sarde congelate ci sono piccoli accorgimenti per fare una buona pescata; ad esempio: durante il tragitto che ci porterà alla posta, occorre armarsi di diligenza e costanza e scongelare una parte delle sardine -il 30% circa- con acqua di mare; quindi, con occhio attento selezioneremo una dozzina di esemplari integri e di taglia medio grande (specialmente alacce) al fine di usarli come innesco.
Arrivati alla meta si inizia a tagliare in 3 /4 parti le sardine e con una certa cadenza si gettano in mare. Questa è la famosa strisciata.
Dopo circa una mezzoretta si rallenta e si alterna con qualche sarda intera. Divieto assoluto di gettare nessun pezzetto di sarda congelata altrimenti avrete trovato il modo “migliore” per far scappare un tonno affamato.
Nella fase di pasturazione si deve tenere conto anche dell’intensità e della direzione della corrente per evitare di mettere in pesca le lenze lontano dalla scia della pastura.
Dalla fine dell’ultima sarda secondo le nostre esperienze ci sono altri 30 minuti buoni di chance di incocciare il “bestione”. In aiuto a tutti quei pescatori un po’ pigri è venuta una ditta pugliese la quale propone un attrezzo veramente intelligente: il Sardamatic.
Questo marchingegno, agevola la monotona e pestifera trafila della pasturazione, tagliando e gettando in mare al posto vostro le sardine.
Costa un po’ ma è tanto utile… fidatevi. Se non vi accontentate delle sardine a pezzi, ma volete aumentare il richiamo odoroso in mare, potrete adottare le pasture in rete. In commercio esistono moltissimi tipi di pastura a rete, racchiusi e non, nel comune secchiello di plastica. Si tratta di prodotti ricavati da una lavorazione particolare della sarda che, privata della testa e delle interiora, viene mescolata ad olio di pesce ed aromi naturali.
In acqua, le reticelle si scaricano del loro contenuto più o meno velocemente a seconda dello stato del mare e quindi del movimento della barca: più è mosso e più rapidamente avviene la fuoriuscita di prodotto. In condizione di mare calmo un secchiello da tre chili -a rete fitta- può durare circa tre ore.