Le leggi della natura non conoscono scale gerarchiche, e per uno strano scherzo del destino, chi si trova all’apice della catena alimentare da micidiale predatore diviene micidiale esca.
Insolito e inconsueto parlare di un predone del mare da utilizzare come esca, il tonno rappresenta un’insidia micidiale nella pesca da terra per tutte le stagioni. Non andiamo a squali, ma alla ricerca dei nostri nobili frequentatori di scogliera.
Profondo sud, tirreno meridionale. Dalle scogliere dove la leggenda vuole che la fata Morgana con i suoi riflessi univa l’Isola al Continente, antichi pescatori muniti di rudimentali canne da pesca salpavano regolarmente enormi sparidi dalle tumultuose acque del mare di Scilla Quel segreto, celato da un innesco fatto senza guardare, pian piano si è allargato, sfuggito al controllo e giunto a noi pescasportivi di un’era moderna, che coi pesci di oggi, e un’esca povera di ieri, riusciamo a strappare da un difficile e ricco mare di Calabria, ancora qualche preda da ricordare.
Dopo questa doverosa parentesi, in omaggio o a tacita giustificazione verso quegli uomini di mare che a denti stretti ci hanno insegnato a pescare e a non dire… iniziamo a parlare di un’esca insolita, poco conosciuta al di fuori del basso tirreno, ma che ha un’efficacia fuori dal comune.
La polpa del trancio di tonno infatti, rappresenta una vera leccornia e un’irresistibile richiamo per tutte le prede pregiate del sottocosta.
Saraghi, occhiate, diffidenti muggini, e ogni altro pennuto che viene in mente, non sapranno resistere ad un boccone così fatto presentato a dovere nella schiuma della risacca o nelle calme acque portuali. Non si tratta di un’ alternativa al bigattino, semmai l’esatto contrario. Le tecniche migliori per utilizzare tale esca sono quelle di superficie: inglese, bolognese o addirittura l’intramontabile e un po’dimenticata fissa. Gli assetti da pesca, come i terminali e i relativi ami, saranno quelli classici utilizzati per la larva. Gli ami, sempre piccoli, verranno guarniti con dei pezzetti di tonno, e se vi sono pesci in zona l’abboccata non tarderà ad arrivare. L’indice di gradimento è altissimo, al di là di ogni previsione. In quelle zone dove ad esempio l’uso del bigattino è proibito, e spesso non sappiamo come procedere, il tonno potrebbe essere non solo la soluzione del problema, ma il nostro punto di riferimento.
Per preparare un trancio di tonno, e renderlo utilizzabile per la pesca necessitano alcune semplici operazioni. Una volta acquistato, preferendo le parti di colore rosso come gli ematomi, lo riporremo su una tavolozza inclinata e lo copriremo con del sale grosso. Lo lasceremo scolare e riposare per circa un giorno, per poi congelarlo nei classici sacchetti nelle quantità che riterremo opportune. Duecento grammi circa sono sufficienti per tre quattro ore di pesca. Avremo così sempre pronta per l’uso, un’arma efficace e pratica, la quale, se data fiducia, convincerà anche i più scettici.