In questa guida spieghiamo come utilizzare la cicala di mare come esca.
La cicala di mare è un Artropode che, come il granchio, fa parte della grande classe dei Crostacei. La cicala di mare appartiene all’ordine dei Decapodi, infatti le cinque paia di appendici toraciche, dette
ambulacrali, presiedono alla funzione locomotoria; altre tre paia di appendici situate anteriormente hanno invece diverse funzioni, tra le quali quelle di coadiuvare gli organi boccali.
La cicala è fornita di due paia di antenne: un paio con funzioni tattili, l’altro, largo e scudiforme, con funzioni natatorie. Gli occhi sono peduncolari. Il colore è bruno-rossastro ma diventa giallo sulle articolazioni delle appendici. Vive a diverse profondità, fino a 100 metri, su fondali rocciosi e fangosi ma non è impossibile catturare qualche esemplare anche sugli scogli litoranei.
Nonostante non raggiunga dimensioni ragguardevoli, la cicala di mare (Scyllarus arctus, cm 15), è spesso confusa con la magnosa (Scyllaria’es latus, cm 45), un altro macruro (da macro = grande e ura = coda) reptante che cresce però fino a 45 centimetri di lunghezza. Altro crostaceo, ma non appartenente all’ordine dei Decapodi, che viene spesso confuso con la cicala di mare è la canocchia (Squilla mantis) uno Stomatopode che vive sui fondali fangosi e sabbiosi.
La cicala di mare è l’esca più specifica e selettiva che possiamo usare. Soltanto le grosse orate, le spigole e le ombrine possono permettersi simili ghiottonerie.
La robusta corazza che riveste il cefalotorace scoraggia infatti tutte le prede minori e solo se la cicala è di modeste dimensioni si può avere qualche attacco anche da parte di grossi saraghi. Purtroppo è difficile reperire sui banconi del mercato questo ricercatissimo crostaceo e quando si trova, sono dolori.
Il suo prezzo è uguale a quello dell’oro e come se non bastasse la taglia e sempre commerciale e quindi vicina alle dimensioni massime raggiungibili.
Le migliori condizioni di utilizzo sono in concomitanza di una scaduta di mareggiata e comunque sempre con mare poco mosso. Ottime le spiagge che presentano qualche scoglio sommerso, magari ricco di vegetazione. Il calamento ideale è il long arm, un unico bracciolo di nylon (@ da
mm 0,40 a mm 0,60) о treccia d’acciaio, lungo almeno un metro e mezzo. All’estremità è saldato un amo a gambo corto con punta ad artiglio d’aquila del tipo Sealey serie 1900 la cui numerazione varia dal 2 all’ 1/0. L’innesco è ovviamente a prova di lancio.
L’amo, infatti, trapassa il corpo all’altezza del telson (la parte a «ventaglio» della coda) senza compromettere la vitalità dell’esca.
Una volta in mare non necessita di frequenti controlli ma sarà nostra cura ridurre al minimo il peso del piombo in modo che un’eventuale preda non si accorga subito dell’inganno. Nonostante la sua indubbia validità la cicala non è un’esca molto usata.