In questa guida spieghiamo come pulire la barca da pesca.
Siamo alle porte di una nuova, e speriamo fruttuosa, stagione di pesca e la nostra fida compagna di mille avventure merita la nostra attenzione e le nostre cure per dare il massimo e non riservare sorprese. Fra i molti aspetti da controllare e sistemare sulla nostra barca, uno dei più importanti è di sicuro la lubrificazione, a tutti i livelli, cercando di ripristinare la migliore efficienza possibile soprattutto nei punti di maggior lavoro; non è tempo perso, se si mantengono al meglio le zone più critiche di sicuro si prevengono possibili rotture e si allunga la durata di tutti i componenti interessati.
Il motore della barca da pesca
Una delle parti ovviamente più interessate è sicuramente la propulsione, i relativi comandi e tutte le parti di servizio che sono presenti in sentina e non. Per quanto riguarda espressamente la power unit (sia che si tratti di gasolio che benzina) è fondamentale occuparsi delle parti in movimento come le pulegge e di tutti i comandi (leveraggi, cavi e molle). I migliori risultati si ottengono effettuando prima una pulitura dal vecchio materiale lubrificante e in questa operazione ci aiuta moltissimo uno sgrassante ad efficacia immediata, aiutato da un panno in cotone e/o da un piccolo scovolino. Terminata la pulitura consiglio l’uso di un lubrificante ad alte prestazioni ad alte prestazioni su tutte le parti in movimento veloce come le pulegge, mentre su cavi, leve e comandi vari il prodotto ideale è il grasso al litio e/o quello adesivo a forte aderenza che garantiscono ottime prestazioni anche a lungo termine. Se vi sono punti in cui è necessario lubrificare senza ungere si trovano sul mercato dei lubrificanti “secchi” che danno una grande scorrevolezza senza sporcare e senza attirare la polvere. Sulle parti in rotazione che possono essere bagnate (come ad esempio l’asse dell’elica nei natanti entrobordo) il prodotto che mi ha dato i migliori risultati è il grasso adesivo a forte aderenza, mentre sulle saracinesche delle prese a mare e comandi simili che risentono tantissimo della corrosione e dei depositi creati dall’acqua di mare è necessario trattare prima con uno sbloccante ad azione rapida, per poi lubrificare bene con olio o grasso al litio a seconda di cosa stiamo trattando. Se si notano, soprattutto in sentina e nelle zone esposte alle intemperie, connessioni elettriche o parti simili con segni di corrosione o di depositi si trovano sul mercato dei detergenti contatti che fanno miracoli. Se il deposito non si elimina velocemente è necessaria una prima applicazione, un breve trattamento con un piccolo scovolino e una seconda applicazione finale. In questo modo si previene e si rallenta anche la formazione di nuovi depositi.
Acciaio e ottone cromato
Per mantenere al meglio tutte le parti in acciaio e ottone cromato in coperta e non, bisogna innanzitutto eliminare i depositi di ruggine e di ossidi che si sono formati nel tempo. Lo sgrassante fa al caso nostro: si applica sulle parti da pulire e si lascia agire un paio di minuti. Dopo, con l’ausilio di un panno si strofina e l’acciaio torna alla sua brillantezza originaria. Se si vuole mantenere più a lungo l’effetto si può lucidare con un velo di lubrificante fluido o con della cera. Anche internamente, tutte le parti in acciaio o cromate, che con il passare del tempo e l’azione del salino perdono brillantezza e sulle quali alla lunga si deposita una patina opaca, molto difficile da eliminare, possono essere facilmente trattate con uno sgrassante, per poi essere lucidate con lo stesso procedimento di cui sopra.
Le parti in plastica della barca
Le parti in plastica temono molto l’azione degli agenti atmosferici, soprattutto in mare. Se si vogliono riportare alle condizioni originarie cercando di proteggerle al meglio dall’azione di vento, mare e sole, si ottengono ottimi risultati pulendo dove serve con uno sgrassante, per poi lucidare e proteggere con un lucidante o con della cera. A parte gli ottimi risultati estetici abbiamo notato che la patina che si crea protegge a lungo le parti in plastica preservandole al massimo dall’usura e dal tempo.
Vetroresina in coperta e parti miste
La vetroresina e le zone di contatto con acciai e altri materiale sono in assoluto le più difficili da pulire nel migliore dei modi. Sulla semplice vetroresina si trovano spesso quelle fastidiose e ostiche strisce grigie che con i normali detergenti si eliminano con molta difficoltà. In questo caso, nei punti più difficili dove rimangono dei segni dopo un normale lavaggio, si può pulire con dei prodotti specifici che si trovano facilmente in commercio e sono delle vere bombe a fatica zero. Solitamente è sempre negli stessi punti che si formano questi odiati segni; non si possono fare miracoli, ma l’applicazione dopo la pulizia della cera sulla vetroresina ritarda, e di molto, il riformarsi dello sporco. Ancora più ostiche sono le parti di contatto fra la vetroresina e altri materiali come l’acciaio. Come si può vedere dalle foto a volte la vetroresina viene “macchiata” da aloni di ruggine prodotti dai metalli, ma anche in questo caso l’uso di uno sgrassante specifico compie il miracolo, pulendo gli acciai e ritardando il riformarsi della ruggine. Un ultimo consiglio: sulle zone più esposte all’usura della vetroresina, l’uso di cera può sembrare un vezzo, ma in realtà oltre alla semplice protezione offre una buona prevenzione contro quei fastidiosi segni e/o righe che con l’uso prolungato tendono sempre a formarsi.