Il Persico trota è un pesce d’importazione , viene dagli USA (da lì il suo nome originario: black bass) e fu transfaunato in Italia alla fine del XIX secolo, trovando poi, qua da noi, acque confacenti per il suo sviluppo. Ama le acque calde, infatti raggiunge le taglie più grandi (5-8 chili) nei laghi, stagni e fiumi del sud degli Stati Uniti e nelle zone caraibiche, come a Cuba. In Italia quando arriva a 2-3 chili è già un gran bella cattura. Normalmente gli esemplari presenti nelle nostre acque sono intorno ai 300-400 g. E’ un pesce sornione e bizzarro al tempo stesso, grande cacciatore, che apprezza le acque a deflusso calmo o stagnanti con presenza di alghe, erbai, ninfee o semplicemente rami e tronchi sommersi che possono offrire un rifugio sicuro e una buona postazione di caccia.
Infatti sono in molti a sostenere che se prendete un persico trota in un punto, riprovate alcuni giorni dopo perché quasi sicuramente la buona postazione sarà stata occupata da un altro esemplare. Questo, per la mia esperienza, è vero anche per le grandi trote che non occupano un posto qualsiasi nel fiume, ma “conquistano” la loro posizione, quasi sempre in testa alla buca. Il Persico trota è un pesce estremamente curioso e lunatico per cui non solo si caccia a mosca con esche un po’ surreali, ma il suo umore può cambiare radicalmente nell’arco di pochi minuti. Un esemplare che fino a pochi istanti prima si dimostrava passivo alle nostre provocazioni cromatiche, improvvisamente può avventarsi sul nostro artificiale con decisione. Per cui in presenza di esemplari interessanti bisogna insistere, cambiare spesso di esca e cercare anche di modificare la sua presentazione.
Normalmente ha effetto il lancio in acqua con approdo rumoroso dei popper, i quali richiamano l’attenzione del pesce che può di “reazione” abboccare immediatamente; altre volte occorre far cadere il popper su di un erbaio o una ninfea e farlo scivolare lentamente in acqua. Molti pescatori sono concordi nel sostenere che la ripetizione del nostro lancio alla lunga irrita il persico che, infastidito, difenderà la sua postazione di caccia, aggredendo l’esca. Alla sua estrema variabilità di atteggiamento ed umore, perché la pesca sia fruttuosa, bisogna corrisponda una altrettanta dose di costanza ed immaginazione da parte del pescatore. Gli esemplari già catturati in precedenza e rilasciati diventano normalmente assai diffidenti e non di facile cattura.
Le esche
Come accennato, le esche per il black bass sono quanto di più fantasioso possiamo immaginare: imitazioni di rane di gommapiuma colorata, di piccoli topi in pelo di cervo, di popper in balsa coloratissima muniti di grandi piume in coda. Altre volte invece si possono usare semplici streamer più o meno appesantiti a seconda del luogo di pesca(acque più o meno lente). In ogni caso l’esca deve essere caratterizzata sempre da un discreto volume e la spiegazione di ciò si trova osservando la morfologia della bocca di questo pesce. Essa è enorme e spropositata rispetto alle dimensioni del pesce stesso.
Tecniche di pesca e strumenti
Nella maggioranza dei casi l’ottimale è pescare o da una imbarcazione o con una ciambella, pescare cioè dall’acqua verso la riva spesso coperta di canne nei canali o laghi dove meglio si ambienta il black. L’arrivo rumoroso in acqua della nostra esca è in molti casi una carta vincente, mentre poi successivamente il popper o l’imitazione di topolino o rana va fatta a scatti con rapide ritrazioni della coda. Pescando dal livello dell’acqua occorrerà una canna lunga (9 piedi) abbastanza potente (coda 7-8) con rispettiva coda di topo galleggiante e molto decentrata per permettere il lancio di queste esche voluminose. Oggi in commercio ce ne sono di specifiche per questa pesca, si chiamano Bug Taper e sono capaci anche di controbilanciare una eventuale azione negativa del vento. Il finale avrà la lunghezza della canna e la sezione del filo di punta, dato che si tratta di un pesce potente e combattivo che troveremo spesso in ambienti caratterizzati da erbe e canne, oscillerà dallo 0,25 allo 0,30 mm.