Caldo, asfissiante, a volte persino capace di alzare onde imponenti in Tirreno e in Adriatico. lo Scirocco è uno dei venti tipici dei mari italiani nei cambi di stagione. Vediamo cosa succede nella pesca dalla spiaggia.
Preceduto da una calma inusuale e da un mare liscio come l’olio irrompe in maniera superba mutando le condizioni nel giro di poche decine di minuti. Temuto a giusta causa dai diportisti, ma atteso e amato dai surfcaster, lo scirocco è in grado di generare invitanti e violente mareggiate in questo particolare periodo di calma piatta, regalando spesso prede da sogno a chi osa sfidarlo nei modi e nei tempi giusti. Il vento caldo da sud est, proviene dai deserti del Nord Africa, è generato da una depressione che si sposta attraverso tutta la parte meridionale del bacino Mediterraneo. Quando il vento abbandona la costa africana è molto secco ma, data la sua alta temperatura, assorbe rapidamente una grande quantità di umidità dalla superficie del mare e ne prende tanta quanto più bassa è la sua velocità e quanto maggiore è il tratto di mare percorso.
Questa sua caratteristica è evidenziata dalle nubi dense basse e stratiformi che si depositano imponenti all’orizzonte sul fronte del vento.
Questo vento è in grado di sollevare molta sabbia e polvere dorata dalle regioni desertiche, che, in condizioni particolari, vengono trasportati anche fino alle regioni più settentrionali d’Italia. Ma l’oro non arriva solo dal cielo… le mareggiate causate dallo scirocco portano in attività molti pesci, ma soprattutto le orate. L’ambito sparide infatti sembra trovare in queste condizioni l’ideale per le sue abitudini alimentari, ed essere presenti in spiaggia, in pieno giorno, con le esche giuste, potrà valere qualche preda veramente da ricordare. Non ci sono limiti alla taglia dei pesci se non quella raggiungibile dalla specie.
Tattica a tutto campo
La lettura della spiaggia per la scelta della postazione non è delle più semplici. Le onde ritmiche e successive, tipiche, non permettono in maniera chiara l’individuazione dei canaloni, dovremo quindi alternare lunghi lanci a ricerche nel sottoriva finché non incontreremo la zona di pascolo che potrebbe essere svelata dall’attività di altri pesci. Sicuramente nella zona in cui le orate scorazzano l’attività dei granchi sarà ridotta al lumicino, e quindi già l’integrità delle esche ai controlli potrebbe essere un segno rivelatore. Importantissimo è anche saggiare con il piombo la consistenza del fondo: le orate, e altri interessanti grufolatori amano stazionare dove quest’ultimo è soffice, specialmente nelle adiacenze di roccia, posidonia, o formazioni detritiche.
Non solo orate comunque, anche le mormore si sono dimostrate nuotatrici di tutto rispetto, dimostrandosi meno sospettose e ben propense ad abboccare ai grossi bocconi, specialmente bibi e americano, destinati alle auree cugine. Carnieri di tutto rispetto, con prede di taglia, lasciano seri dubbi del fatto che si tratti solo di eccezioni. Anche i grossi saraghi di primavera arricchiranno i nostri carnieri con esemplari veramente belli e inediti.
Vicino gli sbocchi d’acqua dolce potranno capitare anche grosse spigole in ritardo con l’evoluzione della stagione che saranno sicuramente le ben venute insieme alle rare ombrine che sembra stiano aumentando sia in taglia che in numero.
Terminali polivalenti
Il long arm, montato su piombo scorrevole sarebbe da sconsigliare, ma spesso è insostituibile anche a costo di rischiare qualche groviglio. Magari lanciando obliquo la direzione delle onde si può tentare a fare delle prove sulla tenuta, altrimenti accorciare il bracciolo fin quando è possibile. Solo dopo aver constatato una eventuale defaillance al suo utilizzo, passare a terminali classici da turbolenza come lo short o come il pater noster. Il bracciolo sarà mediamente intorno allo 0,22/0,25 sulla sabbia fino ad arrivare allo 0,30 sul misto. L’amo -ottimo un sei per i compromessi- a rischio rottura però con le oratone e quindi meglio un quattro, un due per i ricordi.
LE Esche
Proteiche, invitanti, praticamente perfette, e il caldo non aiuta. Bibi e americano su tutti, ma anche il cannolicchio non è da trascurare. Ottimo il verme di rimini, anche se la minutaglia lo sciupa velocemente. Ricordarsi sempre di portarsi dietro una borsa frigo, indispensabile per una corretta conservazione.
Le canne migliori
Ottime le telescopiche da surfcasting di ultima generazione con potenze intorno ai 150 grammi che dovranno essere nervose, sia per contrastare le sfuriate dei pesci più irrequieti e sia per non leggere eccessivamente le onde. Per chi se la vuole giocare con il lightcasting le condizioni sono ideali, occhio però ai picchetti (consigliati) e ai treppiedi, lo strike di un’orata di taglia a poca distanza è cosa da ricordare… il resto è tutto da giocare. Surf inedito dunque, dove potremo gustarci ogni combattimento in maniera esaltante, alla luce del giorno, magari entrando in acqua per enfatizzare il gusto di chi in spiaggia ci va per passione verso uno sport che riesce non solo a proporre cose nuove, ma anche emozioni antiche con novità.