Al famoso proverbio “chi dorme non piglia pesci”, vogliamo aggiungere “anche da sveglio, però, se non usi l’amo giusto, torni a casa a mani vuote”! Queste due frasi, una celebre e una di nostra produzione, ci introducono nel vasto e complicato mondo degli ami. Cercheremo in questo articolo di mettere ordine tra le miriadi di forme e misure che il mercato d’oggi ci propone cercando di individuare l’amo giusto, per il pesce giusto… al momento giusto.
Facile da pronunciare ma difficile nella sua scelta, ultimo da legare ma non per importanza, l’amo ha sempre avuto nel mondo della pesca un’importanza primaria. Con il passare del tempo e con l’evolversi della tecnologia si sono venute a creare forme sempre più specifiche per ogni pesce e tecnica di pesca. Ai vecchi pescatori, che erano soliti costruirsi l’amo nelle loro cantine magari utilizzando materiale di scarto, tutto quest’estremo studio e ricerca su una semplice forma potrebbe sembrare quasi una cosa futile e se pensiamo anche, che tutta questa tecnologia è rivolta per la semplice cattura di un pesce -un comune animale d’acque interne o salmastre- verrebbe voglia di affermare che la ricerca estrema su un semplice pezzo di metallo ricurvo è soltanto tempo sprecato. Ma come in molti altri settori c’è sempre un’altra faccia della medaglia, i pescatori d’ oggi sono quasi obbligati a complicarsi la vita poiché -come già detto- la tecnologia specifica del settore amo a fatto sì, passi da giganti con il passare del tempo, ma è anche vero che la furbizia e la sospettosità delle specie ittiche insidiate è aumentata diremo quasi in maniera esponenziale. Contrapposto poi a questo valore rimane anche il fatto che il numero di specie ittiche rimasto nei nostri mari è notevolmente diminuito rispetto agli anni passati, e se è vero il proverbio che gli ultimi (nel nostro caso le specie ittiche) sono duri a morire… allora sarà meglio replicare affermando “quando il gioco si fa duro i duri incominciano a giocare”. Vediamo ora di trovare l’amo da abbinare alla pesca con la bolognese, ma in particolare indicheremo l’accoppiata amo-esca che può risultare vincente nella pesca mirata alla cattura di saraghi, occhiate ed altre specie che popolano le scogliere rocciose dei nostri mari.
Come Scegliere l’Amo da Pesca
Per potere scegliere l’amo idoneo dovremo essenzialmente tener di conto di due fattori principali
Il primo fattore riguarda l’esca che abbiamo deciso di usare per la nostra battuta di pesca ( bigattini, anellidi, molluschi, crostacei ed altre ancora). Se useremo esche tipo bigattini o anellidi dovremo scegliere ami a filo medio e leggeri. Questo perché l’amo da noi scelto non dovrà far assumere alla nostra esca in acqua un atteggiamento diverso da quello dei bigattini lanciati come pastura. L’esca dovrà entrare a far parte naturale (senza distinguersi) dalla scia di pastura creata; quindi, l’amo non dovrà in assoluto condizionare i movimenti dell’esca rendendola ad esempio “pesante”, ma dovrà permetterle di fluttuare nella corrente come se fosse libera da ogni impedimento, in altre parole “naturale”. Se invece usiamo esche più grossolane come il tocchetto o il filetto di sarda, molluschi o crostacei in generale, allora possiamo anche usare ami più robusti con gambo più spesso senza pregiudicare niente.
Il secondo elemento su cui bisogna basarci riguarda la specie ittica che andiamo ad insidiare; in particolare dovremo prestare attenzione alla struttura morfologica del pesce, sapere come è fatto il suo palato palato, la mandibola e l’apertura boccale della nostra preda.Questa conoscenza di base della struttura ci sarà di grande aiuto per risolvere l’enigma su quale amo montare! Subito sorge la domanda, ma in che modo? Presto detto, se noi usassimo ami a filo molto fine e a gambo corto durante le battute di pesca mirate alla cattura di saraghi e orate rischieremo una volta catturata la preda di farci schiacciare o spezzare l’amo dalla robusta dentatura degli sparidi. Per ovviare a questo problema dovremo quindi usare ami leggermente più robusti in modo che sopportino agevolmente la pressione della dentatura del pesce. E’ molto importante, usare in questo caso modelli a gambo medio lungo e con un coefficiente di penetrazione elevato (affilati chimicamente). Ricapitolando se decidessimo di pescare utilizzando dei bigattini tentando la cattura di qualche bel sarago e, perché no, di qualche discreta orata, il nostro amo dovrà avere un punta ben affilata, con gambo medio e abbastanza leggero (sarebbe ancor meglio se “fine”, rischiando però qualcosa) e di una misura che può variare tra il numero dieci e il numero diciotto. Se invece utilizzeremo esche più grossolane, dovremo usare di conseguenza ami più robusti e con misure che variano tra l’otto e il quattordici. Quindi con un amo piccolo a filo medio come esca andrà più che bene il bigattino, mentre amo grosso e robusto con molluschi e crostacei risulteranno la scelta più azzeccata. L’ultimo consiglio è di scegliere sempre ami di alta qualità senza stare molto attenti al prezzo, poiché è sì vero che le aziende produttrici di ami sono molte, ma è anche vero che molte di loro costruiscono dei veri e propri “pezzi di ferro” che assomigliano più ad elastici che a veri ami per veri pescatori.
Prezzi Ami da Pesca
Per concludere mettiamo a disposizione una lista degli ami da pesca più venduti online con i relativi prezzi.
Ultimo aggiornamento 2024-10-03 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API